TORINO, 30 maggio 2014
Aggiornamento
organizzazione laboratori Arpa 6.0
Mercoledì 28 maggio siamo stati convocati dalla
direzione per l’illustrazione del piano di riorganizzazione dei laboratori.
Come vedete dal titolo mutuato dal linguaggio
informatico siamo alla versione 6.0 dell’organizzazione di ARPA Piemonte dalla sua fondazione; vi
ricordiamo che in autunno erano stati varati una decina di atti che
prefiguravano una organizzazione di un certo tipo (che richiamava i cosiddetti
quadranti, in qualche modo autosufficienti al proprio interno); oggi con l’ennesimo “contrordine compagni”
passiamo ad una organizzazione di tipo polarizzato dove sopravvivono quattro
complessi laboratoristici (Novara, Grugliasco, Alessandria e Cuneo, più Ivrea
per la Metrologia)
con competenze di tipo specialistico ed ambito di intervento sull’intero
territorio regionale
Lo abbiamo detto in riunione e lo ribadiamo: se
questo tipo di organizzazione fosse stata generata in una situazione di tipo 0,
con le dovute riserve avrebbe forse potuto andare bene; viceversa la situazione
che oggi ci troviamo ad affrontare è il frutto di anni di sperperi e di scelte
in continua contraddizione fra esse.
Oggi, detto in parole molto semplici, quello che
ci viene presentato significa riqualificazioni, trasferimenti volontari o
coatti tra sedi anche molto distanti fra esse; orario di servizio distribuito
su 6 giorni per 10 ore al giorno con turni.
I numeri che ci vengono forniti
all’Amministrazione parlano di 34 tecnici in esubero, noi stimiamo alcune
decine in più di persone, visto che, tra l’altro, checché ne dica il D.G., la
devoluzione delle competenze del Polo alimenti all’Istituto Zooprofilattico
sembra cosa certa. Negli ambienti della Sanità regionale questa ipotesi
circolava già da parecchi mesi, anche in virtù di disposizioni governative che
in materia sono state nel frattempo emanate.
Nel corso dell’incontro il DG, quasi a volerne
dare maggiore importanza, ha ribadito almeno una decina di volte che questa
ennesima riorganizzazione è frutto del lavoro congiunto con l’Ufficio di
Direzione ed è stata concordata con la Conferenza dei Responsabili di Struttura
Complessa: male, malissimo diciamo noi! Parliamo infatti degli stessi dirigenti
che hanno contribuito ad avallare in tutti questi anni scelte scellerate,
attraversando indenni quattro direzioni che ci hanno tutte gratificate del
proprio estro per farci approdare al disastro in cui versiamo ed al quale
bisogna rimediare sacrificando i destini personali di molti lavoratori.
L’Arpa Piemonte di fatto è un carrozzone
politico che rispetto allo spirito del referendum popolare del ’93 ha tradito
quel mandato iniziale sapendo solo, fatte le dovute distinzioni, allevare una
classe dirigente, oltre che pletorica, asservita a logiche che nulla hanno a
che vedere con i principi minimi di
buona gestione delle cose e delle persone ad essa affidate, disattendendo
spesso la missione di cui sono stati investiti, in due parole, la tutela
dell’Ambiente.
La critica, nel corso della riunione del 28 u.s
è stata sostanzialmente univoca e generalizzata (salvo qualche curiosa
sfumatura) da parte degli RSU e delle OO.SS. presenti.
redatto cura
del Coordinamento FSI-ARPA PIEMONTE