Il
giorno 12 settembre l’Amministrazione ha convocato un tavolo informativo, più
volte sollecitato dalla controparte sindacale, che aveva come ordine del giorno
l’informazione sullo stato delle cose in tema di stabilizzazioni del personale con
contratto a tempo determinato presente in Arpa.
Veniamo
subito alla sostanza di quanto detto durante la seduta.
Sono
stati comunicati i numeri di personale a tempo determinato attualmente impiegato
in Agenzia, i quali risultano essere 26.
Al
di là delle distinzioni tra le varie tipologie di precari, le ipotesi di
stabilizzazione devono obbligatoriamente passare attraverso il varo da parte
dell’Agenzia del piano triennale del fabbisogno di personale per il triennio
2018-2020 e della relativa verifica della copertura finanziaria.
In
parole povere, e a titolo puramente esemplificativo, se la copertura fosse per
uno non si possono assumere due persone.
Le
premesse ed i distinguo sono doverosi, non per scoraggiare chi giustamente attende
di vedere premiato l’impegno con lunghi anni di precariato, ma per inquadrare
le cose in una cornice di realismo che vada al di là delle belle speranze alimentate in
tempi recenti da comunicazioni non troppo aderenti alla realtà (non da parte
nostra).
Riteniamo
che non si possa e non si debba indurre gli interessati a pensare che vi sia un
“automatismo” che porti alla stabilizzazione sicura; il percorso è appena stato
intrapreso e, come si diceva, è subordinato ad alcune verifiche e a scelte che
dovrà fare l’Amministrazione sui percorsi da intraprendere per le assunzioni
previste che comunque ritiene necessarie.
Veniamo
all’analisi delle casistiche dei 26 che costituiscono il contingente di T.D.:
- 5 rientrano nella fattispecie prevista dal comma 1 dell’art. 20 (d.lgs 75/2017) e quindi relativamente più garantititi, poiché, in questi casi, l’Amministrazione potrebbe procedere direttamente all’assunzione senza ulteriori adempimenti;
- 10 rientrano tra coloro ricompresi nel comma 2, dello stesso articolo, e quindi assumibili mediante concorso riservato per non più del 50% dei posti messi a bando.
- Altri 11 invece non rientrano in nessuna delle due casistiche sopradescritte e quindi, allo stato attuale, sempre secondo il Decreto Madia, non avrebbero i requisiti per accedere alla riserva dei posti di un eventuale concorso pubblico, ma farebbero parte della platea di concorrenti “non riservati”.
Si
ribadisce che le condizioni che preludono
a qualsiasi decisone sono in primis la sussistenza della copertura finanziaria
che garantisca il finanziamento stabile di queste figure, assunte precedentemente
tutte per specifici progetti, quindi con finanziamenti esterni limitati nel tempo,
in secondo luogo va accertata la corrispondenza tra la ricognizione dei profili
professionali previsti nel fabbisogno triennale, di cui sopra, e quelle delle figure
in predicato di stabilizzazione, terzo, e non ultimo, influisce sulle scelte
dell’Amministrazione quanto previsto dal decreto 75, comma 5 dell’art. 20 che condiziona
le amministrazioni che scelgono la strada delle stabilizzazioni a non assumere nel
frattempo nessuno lavoratore con forme di contratto flessibile fino a
compimento delle procedure di stabilizzazione.
Inoltre,
il Decreto Madia prevede, all’art 22, comma 15, una possibilità di valorizzazione
delle risorse interne ,
mediante procedure selettive per la
progressione tra le aree riservate al personale di ruolo.
Detta
così sembrerebbe tutto facile, ma poiché noi non desideriamo alimentare facili
illusioni in cambio di consenso, ci corre l’obbligo di essere assolutamente
chiari nel dire che il medesimo articolo
spegne molte velleità, poiché prevede che in dette procedure la riserva dei
posti è limitata al 20% di quelli previsti nei piani di fabbisogno come nuove
assunzioni.
Sono
tutte variabili che non posso essere ignorate.
Seguiremo
con attenzione l’evolversi della normativa che prevede, peraltro, l’emanazione
di linee guida che dovrebbe chiarire e precisare meglio tutto quanto fino qui
decritto dal Decreto Madia.
Premettendo
che la nostra componente considera il destino di tutti i lavoratori,
tempi determinati e non (scusate se insistiamo su questo concetto, ma le accuse
di corporativismo da parte di alcuni sono sempre dietro l’angolo) è doveroso
informarvi del fatto che FSI-USAE, nel dibattito interno tra varie componenti
sindacali che ha preceduto questo incontro, si è posta in una posizione distinta
rispetto alla pura e semplice apertura di un percorso che porti alla
definizione delle stabilizzazioni di questo personale.
Per
ciò che ci riguarda abbiamo, in quest’occasione, ricevuto un esplicito
riconoscimento positivo del fatto che le cose che andiamo dicendo da circa 10
anni in fatto di denuncia delle politiche di mancata valorizzazione delle
professionalità esistenti erano giuste. Le scelte di questi anni hanno stroncato
per sempre ogni velleità (salvo novità in materia dal nuovo CCNL, attualmente
in fase di discussione).
Qualcuno
ci ha voluti additare come “distrattori” che guardano altrove per non affrontare
il problema contingente, quello delle stabilizzazioni.
Semplicemente
si è trattato di tentare di restituire dignità a tutti i lavoratori (di ogni
livello e profilo) sacrificati a causa di scelte SBAGLIATE operate nella precedente fase di stabilizzazione del 2007
ed anche più indietro nel tempo, le cui responsabilità ricadono in primis sull’Amministrazione
che sottoscrisse l’accordo in quel modo (che oggi per bocca del Direttore
Amministrativo riconosce in qualche modo l’errore) non dimentichi però di chi si trovava
dall’altra parte del tavolo, questi ultimi parimenti responsabili.
Qualcuno,
giustamente, eccepirà dicendo che quell’accordo venne sottoscritto anche da questa
sigla, il ché è un dato inconfutabile che non si può negare; chi scrive però è
arrivato dopo, a giochi fatti quando oramai non si poteva più incidere su
scelte già concordate all’epoca tra Amministrazione e le rappresentanze
sindacali di allora.
I rappresentanti di FSI nel tempo sono
cambiati, nelle altre sigle non tutti i protagonisti di quella stagione sono
stati sostituiti, anzi, a volte tornano con altre sembianze…
È
bene che si sappia.
Vi
terremo informati sugli sviluppi successivi.
Rumors da Roma (cosa si dice a
proposito di CCNL)
Dopo
anni di blocco della contrattazione e dei salari di tutti i dipendenti
pubblici, finalmente il giorno 12 Settembre 2017 si è tenuto il primo incontro
tra l’Aran, il Comitato di Settore e le Organizzazioni Sindacali firmatarie del
CCNL del Comparto della Sanità.
Durante
l’incontro l’Aran ha illustrato sinteticamente i contenuti dell’Atto di
Indirizzo della “Parte Pubblica”
Per
concludere il contratto mancano ancora una parte rilevante di risorse
economiche che il governo dovrà garantire nella prossima legge di Stabilità.
Le
parti hanno deciso di proseguire il confronto suddividendo ed accorpando tutte
le problematiche del Comparto della Sanità in 3 Incontri Tematici sui seguenti
argomenti.
- La classificazione del Personale, i nuovi incarichi che dovranno superare le attuali Posizioni Organizzative e le Funzioni di coordinamento, nonché l’introduzione di Nuove Aree funzionali.
- Utilizzo ed eventuale modifica dell’attuale assetto dei Fondi del salario accessorio.
- Orario di Lavoro.
Su
questi Temi l’Aran si è impegnata a preparare delle proposte per semplificare
il confronto ed entro i prossimi 10 giorni si terrà un successivo incontro sul
primo Tema.
14 settembre 2017
Michele
Lattanzio
Anna Maria
Scibelli