giovedì 14 settembre 2017

stabilizzazione dei precari - rumors da Roma (cosa si dice a proposito di CCNL)



Il giorno 12 settembre l’Amministrazione ha convocato un tavolo informativo, più volte sollecitato dalla controparte sindacale, che aveva come ordine del giorno l’informazione sullo stato delle cose in tema di stabilizzazioni del personale con contratto a tempo determinato presente in Arpa.

Veniamo subito alla sostanza di quanto detto durante la seduta.

Sono stati comunicati i numeri di personale a tempo determinato attualmente impiegato in Agenzia, i quali risultano essere 26.

Al di là delle distinzioni tra le varie tipologie di precari, le ipotesi di stabilizzazione devono obbligatoriamente passare attraverso il varo da parte dell’Agenzia del piano triennale del fabbisogno di personale per il triennio 2018-2020 e della relativa verifica della copertura finanziaria.
In parole povere, e a titolo puramente esemplificativo, se la copertura fosse per uno non si possono assumere due persone.

Le premesse ed i distinguo sono doverosi, non per scoraggiare chi giustamente attende di vedere premiato l’impegno con lunghi anni di precariato, ma per inquadrare le cose in una cornice di realismo che vada  al di là delle belle speranze alimentate in tempi recenti da comunicazioni non troppo aderenti alla realtà (non da parte nostra).
Riteniamo che non si possa e non si debba indurre gli interessati a pensare che vi sia un “automatismo” che porti alla stabilizzazione sicura; il percorso è appena stato intrapreso e, come si diceva, è subordinato ad alcune verifiche e a scelte che dovrà fare l’Amministrazione sui percorsi da intraprendere per le assunzioni previste che comunque ritiene necessarie.

Veniamo all’analisi delle casistiche dei 26 che costituiscono il contingente di T.D.:

  1. 5 rientrano nella fattispecie prevista dal comma 1 dell’art. 20 (d.lgs 75/2017) e quindi relativamente più garantititi, poiché, in questi casi, l’Amministrazione potrebbe procedere direttamente all’assunzione senza ulteriori adempimenti;
  2. 10 rientrano tra coloro ricompresi nel comma 2, dello stesso articolo, e quindi assumibili mediante concorso riservato per non più del 50% dei posti messi a bando.
  3. Altri 11 invece non rientrano in nessuna delle due casistiche sopradescritte e quindi, allo stato attuale, sempre secondo il Decreto Madia, non avrebbero i requisiti per accedere alla riserva dei posti di un eventuale concorso pubblico, ma farebbero parte della platea di concorrenti “non riservati”.

Si ribadisce che le  condizioni che preludono a qualsiasi decisone sono in primis la sussistenza della copertura finanziaria che garantisca il finanziamento stabile di queste figure, assunte precedentemente tutte per specifici progetti, quindi con finanziamenti esterni limitati nel tempo, in secondo luogo va accertata la corrispondenza tra la ricognizione dei profili professionali previsti nel fabbisogno triennale, di cui sopra, e quelle delle figure in predicato di stabilizzazione, terzo, e non ultimo, influisce sulle scelte dell’Amministrazione quanto previsto dal decreto 75, comma 5 dell’art. 20 che condiziona le amministrazioni che scelgono la strada delle stabilizzazioni a non assumere nel frattempo nessuno lavoratore con forme di contratto flessibile fino a compimento delle procedure di stabilizzazione.

Inoltre, il Decreto Madia prevede, all’art 22, comma 15, una possibilità di valorizzazione delle risorse interne , mediante  procedure selettive per la progressione tra le aree riservate al personale di ruolo.
Detta così sembrerebbe tutto facile, ma poiché noi non desideriamo alimentare facili illusioni in cambio di consenso, ci corre l’obbligo di essere assolutamente chiari nel dire che  il medesimo articolo spegne molte velleità, poiché prevede che in dette procedure la riserva dei posti è limitata al 20% di quelli previsti nei piani di fabbisogno come nuove assunzioni.


Sono tutte variabili che non posso essere ignorate.


Seguiremo con attenzione l’evolversi della normativa che prevede, peraltro, l’emanazione di linee guida che dovrebbe chiarire e precisare meglio tutto quanto fino qui decritto dal Decreto Madia.

Premettendo che la nostra componente considera il destino di tutti i lavoratori, tempi determinati e non (scusate se insistiamo su questo concetto, ma le accuse di corporativismo da parte di alcuni sono sempre dietro l’angolo) è doveroso informarvi del fatto che FSI-USAE, nel dibattito interno tra varie componenti sindacali che ha preceduto questo incontro, si è posta in una posizione distinta rispetto alla pura e semplice apertura di un percorso che porti alla definizione delle stabilizzazioni di questo personale.


Per ciò che ci riguarda abbiamo, in quest’occasione, ricevuto un esplicito riconoscimento positivo del fatto che le cose che andiamo dicendo da circa 10 anni in fatto di denuncia delle  politiche di mancata valorizzazione delle professionalità esistenti erano giuste. Le scelte di questi anni hanno stroncato per sempre ogni velleità (salvo novità in materia dal nuovo CCNL, attualmente in fase di discussione).

Qualcuno ci ha voluti additare come “distrattori” che guardano altrove per non affrontare il problema contingente, quello delle stabilizzazioni.
Semplicemente si è trattato di tentare di restituire dignità a tutti i lavoratori (di ogni livello e profilo) sacrificati a causa di scelte SBAGLIATE operate nella precedente fase di stabilizzazione del 2007 ed anche più indietro nel tempo, le cui responsabilità ricadono in primis sull’Amministrazione che sottoscrisse l’accordo in quel modo (che oggi per bocca del Direttore Amministrativo riconosce in qualche modo l’errore)  non dimentichi però di chi si trovava dall’altra parte del tavolo, questi ultimi parimenti responsabili.

Qualcuno, giustamente, eccepirà dicendo che quell’accordo venne sottoscritto anche da questa sigla, il ché è un dato inconfutabile che non si può negare; chi scrive però è arrivato dopo, a giochi fatti quando oramai non si poteva più incidere su scelte già concordate all’epoca tra Amministrazione e le rappresentanze sindacali di allora.
I  rappresentanti di FSI nel tempo sono cambiati, nelle altre sigle non tutti i protagonisti di quella stagione sono stati sostituiti, anzi, a volte tornano con altre sembianze…

È bene che si sappia. 

Vi terremo informati sugli sviluppi successivi.      


Rumors da Roma (cosa si dice a proposito di CCNL)

Dopo anni di blocco della contrattazione e dei salari di tutti i dipendenti pubblici, finalmente il giorno 12 Settembre 2017 si è tenuto il primo incontro tra l’Aran, il Comitato di Settore e le Organizzazioni Sindacali firmatarie del CCNL del Comparto della Sanità.
Durante l’incontro l’Aran ha illustrato sinteticamente i contenuti dell’Atto di Indirizzo della “Parte Pubblica”
Per concludere il contratto mancano ancora una parte rilevante di risorse economiche che il governo dovrà garantire nella prossima legge di Stabilità.
Le parti hanno deciso di proseguire il confronto suddividendo ed accorpando tutte le problematiche del Comparto della Sanità in 3 Incontri Tematici sui seguenti argomenti.

  • La classificazione del Personale, i nuovi incarichi che dovranno superare le attuali Posizioni Organizzative e le Funzioni di coordinamento, nonché l’introduzione di Nuove Aree funzionali.
  • Utilizzo ed eventuale modifica dell’attuale assetto dei Fondi del salario accessorio.
  • Orario di Lavoro.

Su questi Temi l’Aran si è impegnata a preparare delle proposte per semplificare il confronto ed entro i prossimi 10 giorni si terrà un successivo incontro sul primo Tema.

14 settembre 2017

Michele Lattanzio
Anna Maria Scibelli