lunedì 22 febbraio 2016

Contrordine! Cambiate la password

Con un comunicato via email che trattiene a stento il disappunto per l'improvvisa retromarcia i nostri Sistemi Informativi ci informano che sarà possibile fin da subito cambiare password alla nostra posta di servizio.

Ogni mattina un istante prima di timbrare il cartellino ci chiediamo quale illogicità ci riserverà la giornata. 

Non occorre essere hacker per attaccare un access point ad una presa di rete e far gridare "all'attacco informatico", non occorre essere laureati alla Bocconi per capire che si spende di più per un servizio esternalizzato che, in precedenza, aveva un servizio del tutto analogo svolto con serietà  e professionalità da alcuni colleghi.

Non occorre essere di Anonymous  per capire che una password che non si può cambiare per due settimane desta qualche sospetto. Quale sarà il prossimo comportamento illogico cui assisteremo? La richiesta del pin del bancomat per avere l'accredito dello stipendio?

Nessuno vuole mancare di rispetto a colleghi che cercano, nelle loro possibilità, di fare meno danni possibile ma rendiamoci conto che questo è l'ennesimo episodio che dimostra come i principi di competenza e professionalità in Arpa Piemonte siano sempre stravolti con risultati spesso grotteschi.

giovedì 18 febbraio 2016

Allerta privacy massima importanza


Corre l’obbligo allertare i lavoratori sulla notizia pervenuta ieri con la quale si dispone la modifica della chiave di accesso alla casella di posta Zimbra.
 Nella comunicazione trasmessa da “Assistenza Zimbra” che, come saprete, è gestita da una società esterna ed estranea ad Arpa si comunicano le modalità di passaggio alle nuove modalità di acceso.

Esiste un PERICOLO GRAVE di violazione della riservatezza delle comunicazioni sia a livello personale che di lavoro, infatti il regime transitorio che consente di usare contemporaneamente, fino al 29 febbraio, sia la vostra vecchia PW che quella fornita dal gestore consente in linea teorica e senza alcun controllo interno la lettura da parte di soggetti estranei di tutte le nostre comunicazioni.

FSI ha già interpellato direttamente gli uffici dell’Autorità “Garante per la protezione dei dati personali” i quali hanno confermato l’illegittimità dell’operazione.

Di nostro avvertiamo tutti di operare con la massima attenzione nell’utilizzo, sia personale che per particolari attività di servizio che richiedono la massima riservatezza, in questo periodo e fino a quando, stando alle informazioni pervenute sia da AFT che dal Gestore di Zimbra, sarà possibile modificare la PW assegnata di default in una nuova di nostra creazione.

Sarà nostra cura verificare ulteriomente le implicazioni legali del problema qui evidenziato.
In allegato le linee guida del “Garante” sull’utilizzo dei sistemi informatici in ambito aziendale.
 Grazie dell’attenzione.

Lavoro: le linee guida del Garante per posta elettronica e internet Le regole aziendali, il doppio indirizzo e-mail, il fiduciario, i siti non accessibiliI datori di lavoro pubblici e privati non possono controllare la posta elettronica e la navigazione inInternet dei dipendenti, se non in casi eccezionali. Spetta al datore di lavoro definire le modalità d'uso ditali strumenti ma tenendo conto dei diritti dei lavoratori e della disciplina in tema di relazioni sindacali.Il Garante privacy, con un provvedimento generale che sarà pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”,fornisce concrete indicazioni in ordine all'uso dei computer sul luogo di lavoro. “La questione èparticolarmente delicata – afferma il relatore Mauro Paissan – perché dall'analisi dei siti web visitati sipossono trarre informazioni anche sensibili sui dipendenti e i messaggi di posta elettronica possono averecontenuti a carattere privato. Occorre prevenire usi arbitrari degli strumenti informatici aziendali e lalesione della riservatezza dei lavoratori”.L'Autorità prescrive innanzitutto ai datori di lavoro di informare con chiarezza e in modo dettagliato ilavoratori sulle modalità di utilizzo di Internet e della posta elettronica e sulla possibilità che venganoeffettuati controlli. Il Garante vieta poi la lettura e la registrazione sistematica delle e-mail così come ilmonitoraggio sistematico delle pagine web visualizzate dal lavoratore, perché ciò realizzerebbe uncontrollo a distanza dell'attività lavorativa vietato dallo Statuto dei lavoratori. Viene inoltre indicata tuttauna serie di misure tecnologiche e organizzative per prevenire la possibilità, prevista solo in casilimitatissimi, dell'analisi del contenuto della navigazione in Internet e dell'apertura di alcuni messaggi diposta elettronica contenenti dati necessari all'azienda.Il provvedimento raccomanda l'adozione da parte delle aziende di un disciplinare interno, definitocoinvolgendo anche le rappresentanze sindacali, nel quale siano chiaramente indicate le regole per l'uso diInternet e della posta elettronica.Il datore di lavoro è inoltre chiamato ad adottare ogni misura in grado di prevenire il rischio di utilizziimpropri, così da ridurre controlli successivi sui lavoratori. Per quanto riguarda Internet è opportuno adesempio:• individuare preventivamente i siti considerati correlati o meno con la prestazione lavorativa;• utilizzare filtri che prevengano determinate operazioni, quali l'accesso a siti inseriti in una sorta diblack list o il download di file musicali o multimediali.Per quanto riguarda la posta elettronica, è opportuno che l'azienda:• renda disponibili anche indirizzi condivisi tra più lavoratori (info@ente.it; urp@ente.it;ufficioreclami@ente.it), rendendo così chiara la natura non privata della corrispondenza;• valuti la possibilità di attribuire al lavoratore un altro indirizzo (oltre quello di lavoro), destinatoad un uso personale;• preveda, in caso di assenza del lavoratore, messaggi di risposta automatica con le coordinate dialtri lavoratori cui rivolgersi;• metta in grado il dipendente di delegare un altro lavoratore (fiduciario) a verificare il contenutodei messaggi a lui indirizzati e a inoltrare al titolare quelli ritenuti rilevanti per l'ufficio, ciò in casodi assenza prolungata o non prevista del lavoratore interessato e di improrogabili necessità legateall'attività lavorativa.Qualora queste misure preventive non fossero sufficienti a evitare comportamenti anomali, gli eventualicontrolli da parte del datore di lavoro devono essere effettuati con gradualità. In prima battuta si dovrannoeffettuare verifiche di reparto, di ufficio, di gruppo di lavoro, in modo da individuare l'area da richiamareall'osservanza delle regole. Solo successivamente, ripetendosi l'anomalia, si potrebbe passare a controllisu base individuale.Il Garante ha chiesto infine particolari misure di tutela in quelle realtà lavorative dove debba essererispettato il segreto professionale garantito ad alcune categorie, come ad esempio i giornalisti.Roma, 5 marzo 2007

giovedì 11 febbraio 2016

A carnevale ogni scherzo vale….




….ed è proprio uno scherzo, o meglio una pantomima quella che è andata in scena l’8 febbraio durante l’incontro con l’Amministrazione e richiesto dall’attuale maggioranza Rsu (Cgil, Cisl E Uil) in merito al  bando di mobilità interna 1/2016 di prossima uscita.

Ecco i fatti.

Come tutti sanno il processo di riorganizzazione dell’Arpa ha previsto la chiusura dei laboratori di Omegna, Vercelli, La Loggia e Asti e la concentrazione di tutte le attività laboratoristiche a Novara, Grugliasco, Alessandria e Cuneo.

Tutti ricorderete le aspre critiche sul Piano di Riorganizzazione piovute sull’Amministrazione negli ultimi anni da parte di alcuni sindacati (Cgil, USB e FSI).

Ora, poiché nelle sedi dismesse non ci sono più i laboratori ma ci sono i tecnici mentre nelle nuove sedi ci sono i laboratori ma non i tecnici nasce ovviamente l’esigenza di spostare questi ultimi nelle nuove sedi laboratoristiche.

L’amministrazione ha ribadito in diverse occasioni che non sarebbe ricorsa alla mobilità d’ufficio e quindi nessuno dei lavoratori dei laboratori chiusi sarebbe in via teorica obbligato a lasciare la propria sede di lavoro qualora  optasse verso la possibilità di riconvertirsi in altre attività dipartimentali, proprio come successo ai colleghi di Ivrea.
Unica eccezione sono i lavoratori di la Loggia la cui sede verrà chiusa con uno spostamento inevitabile del personale.

L’8 maggio del 2015 l’Amministrazione bandisce una “ricerca di professionalità” e lo fa ai sensi della determina 761 che stabilisce di concedere un contributo economico agli aderenti al bando in relazione alla distanza dall’abitazione al nuovo luogo di lavoro

Il 30 settembre 2015 nell’atto n. 115 del Direttore generale,  che stabilisce i criteri di accesso al “cofinanziamento dei titoli di viaggio”, vengono fissate le varie modalità di accesso al beneficio, ossia coloro che acquistano un abbonamento ai trasporti pubblici vengono cofinanziati in misure variabili che vanno da un minimo del 25 ad un massimo del 60%, mentre coloro che aderiscono al bando di mobilità dalle sedi di lavoro in chiusura verso le nuove strutture di laboratorio  possono accedere ad un finanziamento privilegiato del 90%, per due anni e senza neanche il comprovato acquisto di un titolo di viaggio.

Per inciso, in passato tale misura in casi assimilabili non era stata prevista; salta agli occhi come questa soluzione sia dunque foriera di macroscopiche sperequazioni! (vedasi la chiusura del laboratorio di Torino e lo spostamento a Grugliasco dei lavoratori, così come il trasferimento di tutti gli uffici non dipartimentali nella nuova sede di via Pio VII) .
Basterebbe già questo per definire paradossale ed illecita tale decisione ma, come se non bastasse, a fronte del nuovo bando di mobilità trasmesso in bozza alle OO.SS. ed alla RSU, durante l’incontro i componenti sindacali CGIL sono arrivati a formulare le seguenti proposte:

  • raddoppio a quattro anni del summenzionato benefit del 90 %
  • possibilità di cambiare idea sino a sei mesi dopo il trasferimento, qualora le mansioni svolte nella nuova sede non dovessero risultare gradite

oltre addirittura, udite udite…

  • una fascia in più (quindi fissa e definitiva sino alla pensione) ai mobilitati, il tutto sotto la voce-paravento “tutela dei lavoratori in condizione di disagio”.

Per essere ULTERIORMENTE  chiari, diciamo ANCHE  che gli spostamenti di personale all’interno della stessa Struttura (quali ora sono gli ambiti dei quattro Dipartimenti territoriali) e all’interno dei 50 km per legge NON si configurano come mobilità. Parlare ora di bandi di mobilità, incentivazioni economiche agli spostamenti volontari ecc. rappresenta quindi una sovrastruttura che fa comodo SOPRATTUTTO ALL’AMMINISTRAZIONE che, con una “mancetta”, tenta di comperarsi la complicità di qualche lavoratore disposto ad aderire al bando RISOLVENDO COSÌ LE ASSURDE SITUAZIONI generate da questa  riorganizzazione improvvisata.

L’altra faccia della medaglia in questa penosa vicenda è rappresentata dalla CGIL che per anni ha, insieme a FSI e USB,  giustamente contestato la riorganizzazione, mentre oggi cerca di alzare la posta sui benefit illegittimi di cui sopra a favore di pochi lavoratori  confermando, a distanza di poche settimane dall’accordo sui residui dei fondi,  la propria attitudine a favorire minoranze di potenziali simpatizzanti, tradendo così la visione d’insieme del problema smembramento dell’Agenzia e quindi l’interesse comune.
In sostanza, quella che si sta delineando è una situazione in cui si contemperano le esigenze dell’Amministrazione, che con un escamotage riesce a farsi togliere le castagne dal fuoco dagli stessi lavoratori, e quelle di certi sindacati che provano a frenare l’emorragia di consenso facendo apparire mirabolanti conquiste sindacali.

Il carnevale ormai è finito, GIU’ LA MASCHERA!!!   

Redatto a cura del Coordinamento FSI

11.02.2016