RITENUTA DEL 2,5% AI FINI DELL'ACCANTONAMENTO DELL'EX TRATTAMENTO DI FINE SERVIZIO – SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE A FAVORE DEI LAVORATORI PUBBLICI.
In riferimento alle richieste di chiarimento che molti colleghi ci stanno ponendo in merito ad alcune note che girano in questi giorni, riteniamo indispensabile fare un po' di chiarezza.
In primo luogo riportiamo l'estratto di una nota dell'FSI sull'argomento
Ufficio Stampa FSI
In altri termini, richiedere la sospensione di tale balzello può essere fatto, anche se in questi casi, davanti ad un evidente e conclamata violazione del diritto sancita in questo addirittura dalla Corte Costituzionale, sono le amministrazioni che si devono adeguare automaticamente; il ruolo del sindacato, in questi casi, oltre che di informare, è quello di trattare modalità e tempistiche ai fini della corretta applicazione della sentenza.
Quanto alla richiesta di corresponsione del maltolto (gli arretrati) a partire dal 1° gennaio 2011, bisogna che realisticamente i lavorator siano informati che la stessa non innesca automaticamente l'obbligo di risarcimento da parte delle amministrazioni.
Ricordiamo che la questione riguarda l'intero complesso dei dipendenti pubblici, di tutti i comparti; l'eventuale risarcimento degli arretrati, a partire dal 1° gennaio 2011 ad oggi, comporterebbe per lo Stato un esborso considerevole (si parla di 3,8 miliardi di Euro ).
In "soldoni" (si fa per dire), per un dipendente di categoria C questo comporterebbe una minor trattenuta in busta paga di 30/40 euro al mese (a seconda della fascia economica), e quindi un rimborso di circa 700/800 euro.
La consapevolezza di ciò impone un'opportuna verifica: è molto difficile che il Governo paghi a cuor leggero una simile somma senza che s'inventi una qualche "manovrina" compensativa, basta fare un giro sul WEB per averne la conferma; lasciamo a voi la soluzione dell'indovinello "a carico di chi l'eventuale manovrina compensativa verrebbe fatta?".
In questi giorni, probabilmente già oggi, invieremo come RSU una nota all'Amministrazione diffidandola dal proseguire con il prelievo illegittimo a TUTTI i dipendenti; nel contempo sarà nostra cura monitorare l'eventuale emissione di circolari o diposizioni ministeriali in merito a tempi e modalità dell'eventuale rimborso. Solo allora sarà possibile individuare la migliore strategia per difendere gli interessi dei dipendenti (richieste individuali, piuttosto che cause collettive ecc.)
Dire altre cose, in questo momento, significa fare solo e semplicemente della propaganda.
Fatto chiaro il principio, non riteniamo opportuno buttarci nella mischia proponendovi il nostro modulino griffato FSI da aggiungere ai tre o quattro che avrete quasi sicuramente già ricevuto dalle altre Organizzazioni sindacali e che, ripetiamo, al momento attuale lasciano il tempo che trovano; per chi volesse comunque dare un segno alla Direzione, rimandiamo al modello per la richiesta di rimborso, pubblicato sul proprio sito dal sindacato USB, che, tra tutti quelli in circolazione, ci è sembrato tutto sommato il più chiaro e circostanziato.
Per chi avesse voglia di proseguire la lettura addentrandosi nelle questioni tecniche, di seguito trovate la storia della trattenuta illegittima.
Il DL 78/2010, convertito nella Legge 122/2010, (la medesima che ha bloccato il rinnovo dei contratti e congelato le retribuzioni dei lavoratori pubblici) ha modificato l'istituto della buonuscita a decorrere dal 1° gennaio 2011, applicando a tutti i dipendenti pubblici assunti prima del 2001 l'istituto del TFR (trattamento di fine rapporto) previsto per i privati. Per quelli assunti dal 1° gennaio 2001 il TFR era già previsto.
Tuttavia, mentre il TFS (trattamento di fine servizio) era alimentato da un accantonamento del 9,6% calcolato sull'80% della retribuzione, di cui il 2,5% era a carico del lavoratore, per il TFR è accantonato il 6,91% sempre calcolato sull'80% della retribuzione (mentre per i privati è sul 100%) e l'intera quota è a carico delle amministrazioni.
Dal 2011, quindi, le amministrazioni avrebbero dovuto interrompere il prelievo del 2,5% ma così non è stato.
In Arpa, inoltre, il medesimo prelievo del 2,5% sull'80% della retribuzione è stato effettuato anche per i dipendenti assunti successivamente al 2001 per quanto, come abbiamo detto, gli stessi fossero già assoggettati al regime del TFR.
La sentenza della Corte costituzionale, avvalorando i pronunciamenti dei TAR di alcune regioni, sembra rimettere le cose a posto, dichiarando la violazione degli artt. 3 e 36 della Costituzione, poiché si è determinato un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli del privato.
Le amministrazioni dovrebbero ora interrompere il prelievo del 2,5% e restituire le somme indebitamente trattenute.
Sarà nostra cura tenervi prontamente informati delle novità che, siamo certi, non mancheranno.
Michele e Carlo
Coordinamento FSI-USAE
Arpa Piemonte