giovedì 1 dicembre 2016

poszioni organizzative - FSI e RSU - intesa contratto del 30 novembre



Le Posizioni Organizzative e l’esposto della RSU alla Corte dei Conti: il nostro punto di vista



Veniamo alla vicenda che tanto scompiglio e scandalo ha seminato tra le belle teste pensanti fuori e dentro la  Direzione.
Premettiamo che la RSU  non si è mai opposta alla selezione delle P.O. che avrebbe dovuto avvenire in successione alla scadenza del 30 settembre , bensì al  "rinnovo incondizionato" che gli stessi firmatari criticano; la RSU invece proponeva la ragionevole sospensione delle PO fino al nuovo assetto organizzativo, oppure un allineamento delle PO all'attuale stato transitorio che ha visto la chiusura di svariate strutture.

Va chiarito che le PO si sono fatte promotrici di un  documento sottoscritto da 68 titolari di funzione di forte critica all’operato della RSU (che alleghiamo) con il quale accusano la  RSU stessa di rappresentare in modo parziale i lavoratori, discriminando unicamente la categoria delle PO.


Un po’ di storia:
Le posizioni organizzative attualmente in vigore erano state nominate a partire dal 1° gennaio 2014 e avrebbero dovuto, secondo l’atto di conferimento,  avere una durata pari a 18 mesi rinnovabili.

Nel corso degli ultimi anni, come tutti sapete, l’Amministrazione ha proceduto a ridimensionare fortemente l’assetto organizzativo ed operativo dell’Agenzia, tanto da arrivare all’attuale situazione di 12 SC e Aree. In tutto questo non va dimenticato che nel giro di 7-8 anni, a causa del mancato turn-over, la consistenza numerica dei dipendenti si è ridotta di circa 400 unità.

Ora, forse a non tutti è noto che la RSU in modo quasi unitario (nel senso che aderivano tutte le sigle sindacali con l’esclusione del rappresentante dell’USB, sul cui operato torneremo più avanti)  aveva sottoscritto una richiesta all’Amministrazione con la quale chiedeva già dal 13 ottobre di sospendere le Posizioni organizzative, prorogate per la quinta volta rispetto a quel primo atto di assegnazione e senza che vi fosse, in questa ultima proroga, l’ombra di una data di scadenza, atto che assimila le PO ad essere destinatarie di un vitalizio più che di un incarico assegnato per specifici obiettivi e/o funzioni.

Dopo la nota del 13 ottobre, alla quale l’Amministrazione non rispondeva, il 21 ottobre la RSU decideva di  reiterare la richiesta minacciando di presentare segnalazione alla Corte dei Conti sull’ipotesi di danno erariale: silenzio assoluto dalla controparte.

Il 10 novembre, dopo una convocazione dell’Amministrazione datata 4 novembre ad un tavolo di informazione “sull’evoluzione dl quadro normativo” e nell’ambito della quale viene dichiarato che il riscontro alle nostre richieste sarebbe stato fornito “con separata nota” la RSU decideva di agire, anche per rispetto del proprio ruolo e provvedeva ad inviare la segnalazione alla Corte dei Conti sulle ipotesi menzionate, comunicandolo contestualmente all’Amministrazione, contestando, tra le altre cose:  il comportamento che la Direzione adotta da tempo rispetto alle relazioni sindacali  sia da ritenersi destituito delle più elementari regole di rispetto che sovrintendono al regolare confronto sindacale fra le parti.

Nella medesima occasione RSU richiamava una serie di questioni alle quali l’Amministrazione era rimasta sorda in tutti i mesi precedenti: Il 2 maggio veniva presentata richiesta di stralcio della situazione delle lavoratrici provenienti dall’ex laboratorio di La Loggia che erano risultate assegnatarie di nuova collocazione a seguito dell’ultimo bando di mobilità.
La medesima richiesta veniva reiterata a giugno con il stesso risultato, vale a dire nulla.

Precedentemente, medesima sorte era stata riservata alla revisione del Regolamento sul tempo parziale che aveva impegnato RSU e Amministrazione in una lunga ed estenuante serie di incontri, svoltisi tra l’aprile del 2015 ed il marzo di quest’anno, dai quali era scaturita una bozza all’apparenza condivisa, ma che non aveva avuto alcun seguito ai fini della ratifica.
In tale bozza si prevedeva per il titolare di P.O. la possibilità di utilizzare il part-time, si cita nel seguito "ART.16 Dipendenti titolari di incarichi di funzione di posizione organizzativa o di coordinamento. L’orario di lavoro settimanale dei dipendenti titolari di incarico di posizione organizzativa o di coordinamento può essere ridotto fino ad un massimo del 50% della prestazione lavorativa prevista dal CCNL".

Il nulla che è seguito è sempre da ascriversi al vuoto pneumatico di questa Direzione  sempre  pronta a pavoneggiarsi  su questioni di scarsa rilevanza (citiamo a titolo esemplificativo, le iniziative della appena trascorsa estate “soft - green” tutta a base di  purificanti abluzioni lacustri, dotte elucubrazioni sulle terrificanti erbette del Po e corroboranti competizioni a chi pedala di più) salvo concretizzarsi nel nulla più assoluto rispetto a decisioni di sostanza, a parte far distrarre le controparti con  tavoli tecnici tanto estenuanti quanto inutili, non sapendo, o peggio, non volendo andare oltre.

Infine, sempre dal documento del 13 ottobre, la RSU chiedeva la convocazione di un tavolo nel quale oltre che discutere di PO, mobilità e tempo parziale vengano connesse le seguenti tematiche:
revisione sul criterio di utilizzo dei fondi;
chiarimenti in ordine al conguaglio incentivi di cui al punto 4 dell’accordo stipulato il 30.12.2015


Come si può vedere la segnalazione alla Corte dei Conti è stato l’ultimo atto di una serie di inadempienze dell’Amministrazione che hanno nei fatti obbligato la RSU a prendere questa decisione.

Le PO lamentano di essere discriminate: noi abbiamo solo chiesto che l’Amministrazione si muovesse nei binari della legalità, come dicevamo all’inizio; non abbiamo mai chiesto di revocare le PO come istituto, poiché riconosciamo a molte di queste figure il fatto che si sobbarchino, per un compenso minimo, responsabilità che molti dirigenti non vogliono  o non sono in grado di prendersi.

Nel contempo va anche onestamente riconosciuto che molte figure di coordinamento esistono solo sulla carta poiché prive di struttura, di obiettivi che ne giustifichino l’esistenza, visto l’attuale quadro organizzativo dell’Agenzia

Se a tutto ciò aggiungiamo che l’Amministrazione, per arginare il fenomeno delle valutazioni scandalose della selezione delle PO del 2013 aveva impegnato RSU in una lunga serie di tavoli tecnici per arrivare ad individuare criteri più oggettivi di selezione e che dopo aver  raggiunto un accordo sulla bozza, a questo non era stato dato alcun seguito, il quadro è completo, o quasi….. ….in uno di questi tavoli tenutosi la scorsa estate il Direttore amministrativo aveva anche teorizzato la necessità di aumentare il numero di PO dalle 78 attuali a 84....che dire, tutto ha un limite!  (avevamo scritto di questo nel nostro post intitolato “decrescita felice”  (http://archiviosindacale.blogspot.it/2016/07/il-concetto-di-decrescita-felice.html)


Se, come veniamo accusati, avessimo avuto un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della categoria avremmo avanzato la richiesta, come accade in alcune aziende sanitarie piemontesi, di abrogare in toto l’istituito, stornando  i risparmi a favore di una progressione orizzontale per quanto più personale possibile.
Non è superfluo ricordare  che sulle PO, dal 2005, anno di prima istituzione sono stati investiti circa 3 milioni di euro in un’Agenzia che in quell’anno presentava un quadro di  oltre 100 dirigenti e ben 120 figure di coordinamento.
Che qualcuno ora si lamenti che gli possa venir tolto qualcosa che ha assunto nei fatti la connotazione di un vitalizio, a fronte del fatto che le retribuzione della maggioranza dei lavoratori non hanno avuto incrementi se non nel 2009 quando molti, a fronte di una media di 12-14 anni di servizio all’ARPA Piemonte, hanno potuto godere dell’unica  fascia percepita in tutta la carriera,  è francamente anacronistico e dovrebbe consigliare un minimo di cautela e pudore nel presentare certe recriminazioni.
Le attuali PO, inoltre, dimenticano o non conoscono l'umiliazione dei colleghi che l’avevano perduta o che gli era stata negata pur meritandola; e, non augurandoglielo, occorre ricordargli che potrebbe accadere a chiunque, anche a loro.
FSI si era spesa anche per quei candidati alle selezioni del 2013 di assegnazione delle P.O. che avevano subito la gogna virtuale di una valutazione negativa da parte del dirigente di SC nonostante la valutazione annuale positiva del proprio dirigente di SS con conseguente inevitabile danno della propria visibilità nonché professionalità.

In ultimo, sempre seguendo le argomentazioni delle PO, bisogna aggiungere che non si riscontrano  casi in cui il dirigente abbia espresso una valutazione negativa da compromettere l'indennità di funzione (che, ribadiamo, non è un vitalizio ma un incarico fiduciario che in caso valutazione negativa faticherebbe a proseguire in quanto tale) .

Anche su questo FSI aveva protestato per i casi di titolarità di funzione non rinnovate nonostante la valutazione annuale positiva del dirigente.

Estremi che si toccano, ovvero la quadratura del cerchio


Accennavamo prima alla singolare posizione dell’unico componente USB in RSU, il quale non solo sistematicamente da un po’ di tempo a questa parte vota contro qualsiasi iniziativa della RSU, lanciando strali di ogni genere all’indirizzo di RSU e OO.SS. asservite a suo dire alle logiche della Direzione; proprio costui, nella riunione  con la direzione del 23 u.s. ha sentito il bisogno di dissociarsi pubblicamente dalla decisone unitaria della RSU di presentare il citato esposto alla Corte dei Conti, usando argomentazioni capziose e intimidatorie nei confronti delle altre componenti sindacali, che hanno prodotto la fondata sensazione agli increduli presenti  che i due estremi stessero di fatto suonando la medesima musica.

Robotto, nelle riunione del 23, ha avuto un atteggiamento che ne ha mostrato, finalmente, il vero volto autoritario di chi non avendo altre frecce nella propria faretra e riposti per un attimo i consueti sorrisi e modi amicali che solitamente sfodera con chiunque, si è presentato con fare minaccioso e aggressivo nei confronti dei sindacalisti che hanno avuto l’ardire, finalmente, di fare qualcosa che gli è risultato spiacevole.

Tornando alle contorsioni del noto “rivoluzionario del Cusio”, va detto che in precedenza, in sede di riunione RSU aveva  espresso condivisione sulle iniziative da intraprendere, purché da parte RSU venisse richiesta l’istituzione di una commissione paritetica sull’attribuzione degli incarichi, una sorta di improbabile tavolo in cui i sindacati avrebbero dovuto decidere unitamente alla Direzione come spartire le PO.
Sulle prospettive dell’attuale RSU rimandiamo al paragrafo successivo. 

Chiudiamo con la seguente riflessione:
Si assiste in questi giorni a minacce, nemmeno troppo velate, su possibili scenari tragici che scaturirebbero dalla segnalazione alla Corte dei Conti.
Non sappiamo quale vaso di Pandora la RSU abbia scoperchiato; o per meglio dire, noi non lo sappiamo, ma qualcuno sì, l’unica cosa macroscopicamente evidente è che queste minacce si manifestano più o meno utilizzando gli stessi termini, indipendentemente da chi parla o dallo strumento utilizzato, sia da una parte che dall’altra della barricata.

FSI e RSU: resistiamo


Intanto alcune precisazioni rispetto alla RSU attualmente in carica di cui deve essere “chiaro e forte” il messaggio che intendiamo mandare. Questa RSU, salvo fatti imprevedibili, durerà fino alla sua scadenza naturale, ovvero febbraio 2018, a Grugliasco a Omegna e anche in qualche piano alto di via Pio VII° si mettano pure comodi e attendano con pazienza.
La RSU per quanto monca, composta da 14 dei 18 elementi di cui dovrebbero essere formata dimostra di potere funzionare, e ha dimostrato di raggiungere livelli di unitarietà  assolutamente inediti.
La titolarità e la rappresentatività non è in discussione poiché non siamo noi ad aver deciso di abbandonare la RSU nel 2015 e, fino a prova contraria, la nostra elezione è pienamente legittimata; quanto alle altre considerazioni di carattere politico le archiviamo come mere elucubrazioni a carattere strumentale e quindi le rispediamo così come sono al mittente.

Quanto alle vicende interne a FSI, alle quali avevamo accennato nelle settimane scorse, senza entrare ulteriormente nel merito di vicende che interessano relativamente i nostri lettori e che hanno prodotto un momento di incertezza e di sbandamento anche tra gli estensori d questo bollettino, vi comunichiamo che in ogni caso il Coordinamento FSI di ARPA, pur nelle difficoltà contingenti del momento, intende proseguire la propria azione unicamente per senso di responsabilità e a favore dei lavoratori, che in diverse occasioni hanno manifestato vicinanza e solidarietà a questa componente.
Intendiamo quindi, contrariamente alle aspettative di qualcuno, rientrare nel pieno delle nostre attribuzioni; la nostra azione sarà come sempre caratterizzata da indipendenza e attenzione verso i problemi della maggioranza dei lavoratori.

Questa e l’occasione per ringraziare ancora tutti.

Quel che c’è di vero sulla cosiddetta firma del contratto avvenuta ieri

Estratto dal comunicato stampa delle Direzione nazionale FSI di ieri sera
Con un atto di arroganza che va al di là del buon senso ed è al di fuori da ogni procedura democratica la Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, dopo aver sentito tutte le organizzazioni sindacali, ha deciso di incontrare la sola triplice per siglare, NON IL CONTRATTO (quello, in base alla legge non lo possono fare solo con la triplice) MA BENSÌ UN ACCORDO, CHIARAMENTE PRE-ELETTORALE, in vista del referendum del prossimo 4 dicembre, in cui si svendono i lavoratori, il loro diritto ad una giusta retribuzione e la possibilità di recuperare - almeno parzialmente - il potere di acquisto delle buste paga svalutate artificialmente con un blocco legislativo delle retribuzioni che è stato attuato, se non con il consenso, quanto meno con il corresponsabile silenzio della Triplice.
LA TRIPLICE HA SIGLATO UN ACCORDO PRE-ELETTORALE CHE CONDIZIONERÀ TUTTI, MA NON RAPPRESENTA TUTTI.
Come tutti sanno la legge di bilancio del 2017 non ha stanziato le somme necessarie a coprire gli 85 euro lordi di cui si parla; non ci sono quindi le risorse e le coperture finanziarie per sottoscrivere i contratti che dovranno attendere la legge di bilancio del 2018 che sarà varata a fine 2017. Poi nel 2018, se tutto andrà bene, i lavoratori delle pubbliche amministrazioni avranno una mancia di 85 euro medie pro capite.
In questo periodo si stanno rinnovando i contratti del lavoro privato con aumenti simili, ma quelle categorie del lavoro privato che oggi rinnovano il contratto ad 80-90 euro hanno già avuto gli aumenti di due rinnovi relativi ai trienni 2010-2012 prima ( circa 100 € ) e 2013- 2015 poi ( circa 130 €); sei anni di benefici contrattuali nei quali i lavoratori delle pubbliche amministrazioni avevano lo stipendio bloccato; il medesimo stipendio che hanno oggi e che forse l’anno prossimo si vedranno aumentato con la mancia elettorale concordata oggi.
DOPO QUESTA MANCETTA CGIL, CISL E UIL DOVREBBERO VERGOGNARSI, E DOVREBBERO ANDARE A NASCONDERSI !!!
Proprio loro, che ad ogni alito di vento, in ogni occasione, si sciacquano la bocca con parole come DEMOCRAZIA, RISPETTO, PARTECIPAZIONE, hanno chiesto ed ottenuto dalla Ministra di attuare una politica maleducata ed arrogante e di fare CARNE DI PORCO della democrazia sindacale e della cortesia istituzionale!
Questa arroganza merita di essere portata alla conoscenza di tutti i lavoratori affinché gli stessi possano decidere con coscienza di causa a chi attribuire la responsabilità della loro progressiva perdita di potere di acquisto e della loro lenta ma inesorabile discesa verso la povertà.
01 dicembre 2016

a cura del Coordinamento FSI di Arpa Piemonte

lunedì 14 novembre 2016

cosa succede in FSI



Cari colleghi, faccio seguito alle richieste pressanti da parte di molti nostri iscritti e simpatizzanti i quali lamentano un prolungato silenzio da parte delle nostra componente.

Come avrete letto dai comunicati inviati dalla RSU la scorsa settimana l’attività collegiale è proseguita nelle ultime settimane con due importanti iniziative quali appunto la contestazione del comportamento che l’Amministrazione mantiene da alcuni mesi nei confronti di RSU e OO.SS., là dove dopo aver avviato una serie di ragionamenti su varie materie, non ha fatto seguire alcuna azione concreta (principalmente part-time e mobilità). Non ultimo abbiamo contestato l’ennesima e ingiustificata proroga del  di PO, alla quale abbiamo fatto seguire una segnalazione alla Corte dei Conti.

Ma veniamo al vero oggetto di questa comunicazione.
Vi scrivo, in prima persona per spiegare cosa sta succedendo in FSI, l’organizzazione nella quale milito da oltre 9 anni.

Cercherò di essere sintetico, è da circa un anno che a livello nazionale è in atto una lite tra la Segreteria nazionale, legale rappresentante dell’organizzazione e quindi proprietaria del nome e del simbolo ed un gruppo, che per ragioni non così chiare e comunque difficili da spiegare in due parole, ha intrapreso un’azione di disconoscimento dei vertici dell’organizzazione.

Tutto ciò è sfociato in una azione legale, tutt’ora in atto, ma che non ha ancora chiarito di chi è la ragione.

Questo stato di cose aveva già prodotto un effetto che, come forse ricorderete, era quello delle dimissioni da iscritto e rappresentante RSU di Nico De Leonardis, sostituito poi a settembre dalla prima esclusa alle elezioni del 2018, Rosita Barisone. Il resto delle compagine FSI aveva preferito attendere gli esiti di questa vicenda, che ormai aveva assunto contorni giudiziari. Si sperava in tempi di chiusura del contenzioso ragionevolmente brevi.

Giovedì 17 u.s. si è verificato un fatto nuovo che ha introdotto un’ulteriore elemento di tensione nel nostro gruppo. La componente “scissionista” di FSI ha inviato una lettera formale ad ARPA con la quale destituisce dalle funzioni sindacali diffidando dall’uso delle prerogative proprie del dirigente sindacale il sottoscritto e Carlo Maggiore.
Poiché la cosa è divenuta di dominio pubblico e considerato che “i non addetti ai lavori” non conoscono questo stato di cose, considerato che questo documento è stato prodotto usando il simbolo ed il nome di FSI, per noi è stato difficile spiegare a chi ce lo chiedeva, cosa stava succedendo.
Questo è il motivo di questa comunicazione che intende chiarire, anche se parzialmente, lo stato di cose.
Per quello che mi riguarda ho chiesto oggi all’Amministrazione di pronunciarsi al riguardo, al pari di altre amministrazioni pubbliche che si sono trovate nella medesima situazione. Alcune hanno totalmente disconosciuto FSI scissionista come soggetto non titolato, recependo integralmente una circolare ARAN del 2004 la quale stabilisce che in caso di controversia interna ad una O.S., fino a sentenza passata in giudicato, il oggetto titolato è quello preesistente all’insorgenza della controversia, altre hanno assunto un  atteggiamento più salomonico prendendo le distanze da entrambi i soggetti

Per ciò che mi riguarda è che questa lettera “farlocca” proprio perché di dominio pubblico ha in qualche modo compromesso reputazione e buonome dei destinatari.

Abbiamo sempre operato con la massima trasparenza ed in perfetta buonafede, una comunicazione di questo tipo getta discredito su chi non ne può nulla delle guerre intraprese da un gruppo di avventurieri pronti a tutto. Per quello che mi riguarda vivrei bene anche senza attività sindacale. 

Allo stato il collega Carlo Maggiore ha deciso di sospendere le proprie attività sindacali in ogni ambito. Per quanto mi riguarda attendo di vedere quanto succederà nelle prossime ore per poi decidere di conseguenza.

Spero di avere un po’ chiarito in contorni della faccenda.
Vi comunicherò tempestivamente ogni possibile sviluppo di questa spiacevolissima faccenda.

Grazie
Michele Lattanzio

giovedì 29 settembre 2016

quinta proroga posizioni organizzative

E' uscito poco fa l'atto che formalizza la proroga delle posizioni organizzative (n.95 28.09.2016). Questa è la 5° proroga.

La novità è che adesso non mettono più neanche la data di scadenza, il ché presenta profili di illegittimità che costituiscono, in queste ore, oggetto di approfondimento da parte di FSI, ma anche da parte dell'intera RSU che ha già iniziato la discussione.  
Rimandiamo tutte le considerazioni ed i commenti ad un nostro post, che uscirà a breve, su questo e su altri argomenti di stringente attualità.
Per ora, coloro che attendevano questa scadenza per sperare in una opportunità, sappiano che non è ancora giunta la loro ora; con la scusa della Legge regionale, appena promulgata, che obbliga L'Amministrazione a rifare Statuto e Regolamento di organizzazione che prevede tempistiche di sei mesi tra presentazione e approvazione, la Direzione ha pensato bene di lasciare invariato lo status delle PO, che in molti casi sono poste a capo di nuclei assolutamente virtuali.
E' l'ennesima oscenità a cui ci tocca assistere, ma che sicuramente non passerà con il nostro beneplacito.
Vi diamo appuntamento al nostro prossimo approfondimento.
Michele Lattanzio  
p.s. per motivi tecnici abbiamo dovuto ripristinare l'inidirizzo originario del nostro blog sul quale pubblichiamo tutti i nostri post e che torna ad essere il seguente:

ne consegue che l'indirizzo  fsiarpapiemonte.it   non è più attivo
                          

venerdì 1 luglio 2016

Il concetto di “decrescita felice”* secondo ARPA PIEMONTE





Scusate se scomodiamo  la teoria economicistica  di cui si parla da qualche anno e che, semplificando, prevede che lo sviluppo vada rallentato per essere alla fine un po’ più poveri ma più felici.

Declinando in salsa Arpa questi principi osserviamo che in questi anni sono state ridimensionate le attività con le note chiusure, gli accorpamenti di strutture, il blocco del turn-over che ci ha portati nel volgere di alcuni anni a perdere qualcosa come 400 unità, la riconversione di figure professionali che hanno dovuto abbandonare la propria esperienza qualificata in cambio di attività, nel migliore dei casi, incoerente con il proprio percorso formativo e professionale;  completa il quadro il blocco delle retribuzioni e dei contratti che nel volgere di 7 anni ha comportato una perdita secca del potere di acquisto del 4-4,3% (qui però le responsabilità sono legate alle politiche generali sulla P.A.)

Tutto ciò costituisce certamente quella decrescita alla quale facevamo riferimento, quanto alla felicità che ad essa dovrebbe essere connessa ci riserviamo di parlarne in un’altra sede. Anzi no, qualcuno sarà sicuramente felice in conseguenza di questa decrescita perché, paradossalmente, l’Ente si contrae, le funzioni si riducono ma le posizioni organizzative no, anzi, aumentano passando dalle 79 oggi presenti a 87.

Come questo sia possibile è qualcosa che ha del misterioso, infatti mercoledì 29 giugno siamo stati testimoni di una manifestazione di  puro surrealismo. Convocati per il giorno precedente la scadenza delle P.O. quindi formalmente scadute, ci aspettavamo che ci dicessero in quattro parole con una qualsiasi scusa (a piacere) che le stesse venivano prorogate per un dato periodo; invece alla fine di una riunione durata ben 4 ore siamo usciti a metà tra il tramortito e l’incredulo, senza essere riusciti a farci dire di quanto vengono prorogate le posizioni organizzative, che a questo punto risultano essere, di fatto, alla quarta proroga dopo la loro istituzione risalente ad inizio 2014 e che prevedeva una vigenza di 18 mesi.

Per inciso richiamiamo una lapidaria affermazione del DG pronunciata a novembre, il quale dichiarava solennemente che dopo l’ultima proroga di fine anno non ce ne sarebbero state più per nessun motivo. Infatti!       

Come sapete abbiamo passato gli ultimi mesi a discutere sui criteri di conferimento delle PO che avrebbero (il condizionale è d’obbligo in questi casi) dovuto essere più trasparenti e oggettivi, in effetti dopo un lungo tira e molla siamo arrivati ad un risultato che, ad una rapida occhiata,  sembrerebbe garantire una maggiore garanzia di trasparenza, evitando quantomeno lo scandalo delle passate valutazioni (particolarmente nel dipartimento del nordest), ma scendendo appena nel dettaglio vediamo che non è così.
La valutazione del curriculum infatti consente di introdurre elementi di discrezionalità che possono vanificare tutto quanto è stato portato precedentemente.

Al di là di questi tecnicismi, ciò che stupisce  più di ogni altra cosa è la totale mancanza di ritegno da parte dell’Amministrazione nel venirci a presentare, il 29 giugno, un quadro dove sostanzialmente non solo si mantiene lo status-quo, ma lo si rafforza creando ulteriori  posizioni, talune a dir poco imbarazzanti (PO o raddoppi di coordinamento istituiti in strutture o nuclei operativi puramente virtuali e costituiti da due/tre persone, tanto per citare i casi più emblematici).

Non riportiamo poi per carità di patria alcuni “refusi” o per meglio dire “lapsus linguae” dove del “prescelto” per funzioni sovra provinciali veniva già indicata la sede operativa di attuale servizio…

Alla fine il risultato è che si opera una costruzione ideologica volta a legittimare scelte già fatte in un panorama desolante che è quello già descritto,  dove i comuni mortali faticano a cercare una motivazione sufficiente a giustificare la propria esistenza professionale che non sia la semplice attesa del giorno 27 di ogni mese.

Sia chiaro, noi non siamo pregiudizialmente contro le P.O., che in moltissimi casi si fanno carico di responsabilità superiori ai loro compensi, soprattutto se paragonate a certe omologhe figure di cui non si capisce il senso. (per non dire peggio)

Ci rivolgiamo a tutti coloro che delusi dalle “competizioni” precedenti si aspettano una qualche forma di riscatto nella futura tornata. Noi, scherzando, ma non troppo, durante la seduta del tavolo tecnico abbiamo detto “scriveremo i nomi vicino ad ogni posizione che è stata individuata, poi chiuderemo il tutto in una busta in attesa degli esiti ufficiali, così, tanto per divertirci.”
Si accettano scommesse e nel contempo  si invitano i “non unti del signore” a non farsi troppe illusioni.

Un ultimo dubbio: nella sua lunghissima introduzione il DA ha citato, quale motivo del ritardo nella definizione dei nuovi criteri e quindi dell’ennesima proroga, l’approvazione della nuova legge nazionale sul riordino del sistema delle Agenzie  e l’imminente approvazione della proposta di legge regionale sul riordino di Arpa Piemonte. Perché quindi non si è atteso di vedere quali eventuali modifiche quest’ultima apporterà alle competenze di Arpa, prima di pensare alle future PO?
Non c’è il rischio di prevedere incarichi per funzioni che magari un domani non saranno più competenza di Arpa? A noi pare di vedere una grossa incongruenza tra premessa e conclusioni. Come diceva “il Divo” a pensar male si commette peccato, però….

Redatto a cura del Coordinamento FSI
01.07.2016


* per i più curiosi: la “decrescita felice” è una corrente di pensiero politico, economico e sociale favorevole alla riduzione controllata, selettiva e volontaria della produzione economica della quale il filosofo Serge  Latouche è il principale esponente.

mercoledì 8 giugno 2016

Questionario sul benessere organizzativo: l'importanza di compilarlo

Nell'attività di rappresentanza sindacale bisogna sempre tener distinti l'interesse dei lavoratori dalle personali visioni ideologiche che spesso possono contribuire a distorcere la realtà.

E' su questo spirito che la FSI costruisce la propria azione sindacale e chi conosce la nostra storia sa che non siamo mai stati teneri con nessuno.
Noi ci battiamo perché l'Agenzia diventi una "casa di vetro" e che i problemi dei lavoratori siano chiari e noti a tutti i livelli. 

Di recente l'amministrazione ha dato notizia dell'avvio di un'indagine sul benessere organizzativo e stress da lavoro correlato. Erano anni che chiedevamo un'indagine su quest'ultimo tema e siamo contenti che questa richiesta sia stata finalmente accolta.

Nell'attività sindacale quotidiana siamo a conoscenza di un clima pesante, demotivante dal punto di vista professionale, in alcuni casi addirittura inacidito. Ci siamo attivati e siamo intervenuti più volte nei casi singoli che ci sono stati segnalati ma, pur essendo in "prima linea", non siamo in grado di dare una dimensione concreta e dimostrabile con i numeri alla mano dello stato di salute lavorativa dei nostri colleghi.

Ogni sindacato come sapete ha margini di azione più o meno ampia ma il suo ruolo in determinate situazioni è limitato dagli strumenti a disposizione.
La normativa, tuttavia, a fronte di un dibattito che parte da lontano (rimandiamo per i più curiosi una direttiva di oltre dieci anni fa del Ministro Manzella), ha predisposto degli strumenti che dovrebbero consentire quantomeno di monitorare a livello centrale alcuni fenomeni come quello del benessere organizzativo.

E' obbligo di ogni amministrazione compiere indagini sul benessere organizzativo, esistono linee guida dell'ANAC (l'ente anti corruzione) e della Funzione Pubblica che hanno predisposto un modello di questionario standard per rendere il fenomeno nei vari contesti confrontabile e valutabile, esiste un obbligo di legge (l'art. 20 c.3 del D. Lgs. 33/2013) di pubblicazione dei dati.

Abbiamo verificato che queste disposizioni normative e di indirizzo siano state effettivamente recepite dal lavoro dei colleghi (supportati, tra l'altro, da un soggetto terzo competente).

Se dunque la perplessità è di come si introduce (e traduce) all'intero dell'Agenzia uno strumento attuato già abitualmente in altri contesti, in questo caso, si è difronte  ad un'insieme di garanzie che ci dovrebbero mettere al riparo da problematiche che abbiamo visto su altri temi.

L'importanza di conoscere il fenomeno  - che è la vostra salute psicofisica come lavoratori - è un interesse primario della FSI per cui vi invitiamo alla partecipazione.

Alcuni delegati FSI, come lavoratori, hanno già compilato il questionario e l'hanno trovato completo, funzionale alle nostre esigenze conoscitive, e abbastanza sicuro dal punto di vista delle garanzie dell'anonimato (i dati verranno elaborati dall'Università).

Il nostro invito ai colleghi è quello di compilare il questionario e di farlo con molta attenzione, prendendosi tutto il tempo necessario, leggendo tutte le indicazioni e le slides allegate per una serie di ragioni:

-le domande sono costruite sullo schema graduato di valutazione che va dal "per nulla" a "del tutto". Questo tipo di costruzione richiede un'attenzione al tipo di domanda perché le accezioni negative e positive delle risposte possono essere diverse e variare da domanda a domanda:

Esempio: se la domanda è "Nel luogo di lavoro è violato il divieto di fumo ?" la risposta sarà tendente al "per nulla" (considerando un generale rispetto del divieto di fumo). Se la domanda è "Lei è vittima di fenomeni di mobbing ?" se si risponde "del tutto" vuol dite che siete mobbizzati.

-l'ultima pagina del questionario richiede alcuni dati personali (età, sesso, profili professionali, tipo di struttura). Pur considerando tutte le garanzie di anonimato possibile, facciamo notare che c'è un'espressa indicazione per le strutture di staff della direzione e dell'ufficio personale cosa che rende più probabile un'eventuale - ripetiamo, remota - individuazione del dipendente mentre tutte le altre strutture sono enunciate a livello generico (dipartimento, laboratorio,...). In questi casi consigliamo di omettere l'informazione.

Ci aspettiamo risultati sorprendenti, in grado di darci anche maggior forza nelle varie attività di denuncia che stiamo portando avanti sullo stato di degrado del nostro contesto lavorativo.

Come FSI vigileremo su tutto il processo di indagine e siamo come sempre a disposizione per raccogliere eventuali segnalazioni.

domenica 29 maggio 2016

Concluso primo ciclo di assemblee FSI - maggio 2016

Si è concluso con giovedì 26 questo primo ciclo di assemblee che FSI ha svolto presso le sedi di Ivrea, Torino e Grugliasco.

La partecipazione ha superato le nostre aspettative sia in termini numerici che di coinvolgimento sulle tematiche proposte e dibattute.


Come sapete l’ordine del giorno comprendeva la nostra proposta per avviare le trattative sul conferimento delle progressioni economiche orizzontali mediante l’utilizzo dei fondi di cui all’art. 9 CCNL 31.07.1999, che attualmente vengono parzialmente utilizzati per il pagamento di una parte della retribuzione accessoria (incentivi).


Si è inoltre informato e discusso sui vari tavoli tecnici che riguardano i criteri di individuazione delle posizioni organizzative e nuovi regolamenti su Telelavoro e Tempo parziale.


Il nostro programma di lavoro è quello che avevamo preannunciato, ovvero portare in RSU il dibattito sulla fasce per poi promuovere l’apertura della trattativa.


In ogni caso, e comunque vadano le cose, sarà nostra cura consultare e informare i lavoratori sul processo decisionale.


A margine informiamo e ricordiamo a tutti coloro che dalle altre sedi ci hanno chiesto di intervenire con le nostre assemblee che sarà possibile pianificarne un nuovo ciclo in un momento successivo che avremo modo di comunicare quanto prima.


Ringraziamo tutti per l’attenzione, in particolar modo tutti coloro che sono intervenuti con la loro presenza nelle assemblee.


Coordinamento FSI di Arpa Piemonte

venerdì 27 maggio 2016

Blocco dei contratti: #CCNLNOIRICORRIAMO

Come è ormai noto, la Corte Costituzionale con la sentenza n. 178 del 2015 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che avevano disposto il blocco della contrattazione collettiva nel pubblico impiego. Tale illegittimità costituzionale è stata definita dalla Corte come “sopravvenuta”, e cioè a valere dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza n. 178/2015 nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. 

Il governo, nella legge di stabilità per il 2016, ha indicato le risorse disponibili per i rinnovi contrattuali (quantificandole in misura insufficiente e ridicola) dal 1° gennaio 2016 ed in spregio della stessa sentenza della Corte Costituzionale, nulla è stato previsto per il periodo compreso tra il giorno successivo alla data di pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale e il 31 dicembre 2015.

Un ulteriore danno ai dipendenti pubblici è poi derivato sotto il profilo pensionistico.

Trascorsi oramai dieci mesi dalla promuncia della Corte Costituzionale, l'ufficio legale della FSI-USAE nazionale ha predisposto un ricorso individuando una fattispecie di danno che ha buone possibilità di essere accolta dalla magistratura ordinaria.

L'invito per gli iscritti è di aderire al ricorso per partecipare all'eventuale indennizzo.

Ulteriori informazioni e la procedura per l'adesione al ricorso è sul sito FSI nazionale.

STIMA MANCATI AUMENTI CONTRATTUALI

Proroga del termine per l'opzione al TFR

L'ARAN e le Confederazioni Sindacali hanno sottoscritto una proroga del termine dell’art. 2, comma 3, dell’AQN 29 luglio 1999 in materia di trattamento di fine rapporto e di previdenza complementare per i dipendenti pubblici. L'Accordo ha differito il termine del 31 dicembre 2015, entro il quale il personale in regime di TFS poteva esercitare l'opzione al TFR, di un ulteriore quinquennio. La suddetta proroga è dunque finalizzata a consentire, a chi si trova in regime di TFS, di continuare ad esercitare l'opzione al TFR ed iscriversi ai fondi di previdenza complementare negoziali.

Si rimanda al comunicato ufficiale per ulteriori informazioni

martedì 24 maggio 2016

Una triste notizia


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Parafrasando Woody: "Dio è morto, Marx è morto, e anche i controlli ambientali si sentono poco bene."

Ringraziamo l'autore involontario del refuso per questa pausa di ilarità.



P.s. ricordiamo che oggi pomeriggio a Torino e giovedì 26 pomeriggio a Grugliasco avranno luogo le assemblee FSI. Cercheremo di portarvi buone notizie :-)

venerdì 20 maggio 2016

Memorandum assemblee FSI

Cari colleghi,


Ieri si è svolta la prima assemblea di questo ciclo, presso la sede di Ivrea,

C'è stata una buona partecipazione ed il dibattito è stato partecipato e costruttivo su tutti punti dell'ordine del giorno.

Ringrazio tutti gli intervenuti; sarà nostra premura informare puntualmente su ogni novità degna di essere segnalata.

Nell'occasione ricordo il calendario delle nostre prossime assemblee che è il seguente:

  • martedì 24.05.2016 dalle ore 14.00 alle ore 16.00 presso la sede di Torino (aula 8 - palazzina D0);
  • giovedì 26.052016 dalle ore 14.00 alle ore 16.00 presso la sede di Grugliasco.


L'ordine del giorno è il seguente:


  1. La proposta di FSI per le Progressioni orizzontali; 
  2. Situazione regolamenti Tempo parziale, P.O., Telelavoro; 
  3. Stato dell’arte nel rinnovo del CCNL; 
  4. Osservazioni dei lavoratori sul nuovo assetto organizzativo; 
  5. Varie ed eventuali. 


Per qualsiasi informazione i delegati e gli attivisti di FSI restano a disposizione.


Un caro saluto a tutti




giovedì 19 maggio 2016

Si del Senato alla riforma delle Agenzie ambientali. Il disegno di legge passa alla Camera


E' notizia di questi giorni l'approvazione da parte del Senato della riforma delle Agenzie ambientali. E' una legge in discussione da due anni che ora passa alla Camera per l'approvazione definitiva. Tra tante luci (e qualche ombra) vi lasciamo ad un approfondimento che ripercorre le tappe di approvazione e le novità previste.


mercoledì 18 maggio 2016

L'economista Beppe Scienza sui rischi dei fondi pensione

Il dibattito sulla pensione integrativa oramai sta investendo i mass media con improbabili commentatori.

Come FSI segnaliamo il contributo del prof. Beppe Scienza che mette in allarme circa recenti servizi televisivi o articoli di giornale che non informano correttamente i lavoratori.

martedì 10 maggio 2016

ASSEMBLEE FSI - 19, 24 E 26 MAGGIO 2016

FSI, come annunciato, ha programmato una prima serie di assemblee per discutere e raccogliere osservazioni dai colleghi sui temi di cui proponiamo l'ordine del giorno poco oltre. Il calendario di questo primo ciclo di assemblee è il seguente:

19.05.2016 dalle ore 14.00 alle ore 16.00 presso la sede di Ivrea

24.05.2016 dalle ore 14.00 alle ore 16.00 presso la sede di Torino - 
Aula 8 - palazzina D0

26.05.2016 dalle ore 14.00 alle ore 16.00 presso la sede di Grugliasco


L’ordine del giorno sarà il seguente:

        
  • la proposta di FSI per le Progressioni orizzontali;
  • Situazione regolamenti Tempo parziale, P.O., Telelavoro;
  • Stato dell’arte nel rinnovo del CCNL;
  • Osservazioni dei lavoratori sul nuovo assetto organizzativo;
  • Varie ed eventuali.
Interverranno alle assemblee gli RSU di FSI Anna Maria Scibelli, Carlo Maggiore, Nico De Leonardis e Michele Lattanzio

Vi aspettiamo.
Grazie

martedì 3 maggio 2016

Pensione: quattro cose da fare subito (articolo de la Stampa)

Continuamo a tenere aggiornati i nostri colleghi sui temi pensionistici.

Ecco un articolo informativo di base sulle alternative possibili pubblicato su  la Stampa.

lunedì 2 maggio 2016

Riforma Madia: non c'è tempo da perdere (per tutelare i nostri salari)

La stampa ha dato notizia proprio il giorno della festa del lavoro dei "nuovi" intendimenti del ministro Madia.

Vi mancava la pagella del Liceo, o meglio, ritenevate che quella valutazione che ogni anno ricevevate stancamente, a fotocopia, dal vostro rispettabilissimo dirigente, fosse una strasfigurazione
della pagella di vostro figlio ? 

La notizia è che le valutazioni, prima o poi (ma oggi i tempi decisionali sembrano essere molto più contratti rispetto al recente passato) incideranno sul nostro salario accessorio. La strada tracciata da Brunetta è continuata dall'attuale Governo anche in virtù di un forte consenso sociale che vede il lavoro pubblico come inefficiente o al più mal organizzato.

Ben presto il nostro salario accessorio risentirà pesantemente delle valutazioni annuali sulla produttività, e comunque sarà interpretata questa riforma, inciderà sicuramente nelle nostre tasche (almeno in quelle del 75% dei dipendenti).

L'altra novità degli intendimenti della Madia è il sostanziale atto di sfiducia negli attuali dirigenti pubblici per cui si accentra di fatto il metodo e il controllo sulle valutazioni. 

In definitiva lo scenario nazionale chiama in causa i principi cardine di un'azione sindacale moderna e coraggiosa quale vuole essere quella del FSI.

Si può ancora rincorrere la chimera del dare tutto a tutti come sostiene gran parte del sindacato dentro e fuori la nostra realtà ?

Si può ancora dedicare tempo ed energia ad evitare di togliere a qualcuno piccoli benefit, secondo noi su basi profondamente discrezionali, quando tra qualche mese o anno una dirigenza - quale che sia (speriamo non più nominata) - sarà chiamata a decidere a chi non dare più gli incentivi di produttività?

In questi giorni come FSI abbiamo avanzato una proposta alla RSU che, pur essendo accolta positivamente da quasi tutte le sigle, ha comunque registrato delle perplessità e dei distinguo su disponibilità di risorse per tutti e modalità di assegnazione. E qui i tempi "nuovi" del decisionismo governativo si scontrano con logiche di sigla e liturgie del passato che rischiano di farci perdere l'ultimo treno per salvaguardare il salario della maggior parte dei lavoratori di Arpa.

In altre realtà, non troppo distanti, il sindacato ha accettato di uscire dalla logica dell'elargizione a pioggia individuando un percorso di negoziazione non facile e non scevro da critiche da parte della platea degli esclusi.

Abbiamo condiviso con tutti i nostri calcoli e le nostre valutazioni perché ci sta a cuore il futuro dei lavoratori.

Ma ci sono forze interne che ci vogliono costringere ad un altro mondo, logiche perverse che sovvertono valori oramai accettati dall'intero mondo del lavoro. E qui vogliamo aggiornarvi sul tavolo tecnico degli incarichi di funzione. 

E' evidente il tentativo - questa volta della controparte, perché l'intera RSU ha condiviso una strategia comune - di venir meno a due principi cardini dell'istituto contrattuale:
- il primo è il tentativo di riduzione quasi allo zero dei criteri oggettivi di valutazione dei candidati (sintetizzata plasticamente dall'affermazione "io sono un dirigente, pagato per decidere non per le tabelline a punti");
-il secondo di arrampicarsi su qualsiasi parete per giustificare incarichi ad personam anche quando le funzioni non sono più oggettivamente individuabili nel nuovo assetto organizzativo.

E' questa una mentalità che non vuole vedere la realtà e il futuro che gli attende: tutelare i pochi diritti acquisiti dei loro prescelti, quando, un domani, saranno chiamati a decisioni ben più diffcili come scontentare la maggioranza dei propri dipendenti. Questo è quanto emerge dalle notizie sul questo pezzo della riforma Madia.
 
FSI  non accetta di percorrere strade oramai impercorribili. Abbiamo proposto nuovi percorsi, rimane da capire chi intende seguirci, ma non attenderemo inermi la catastrofe.

domenica 10 aprile 2016

È ora di chiedere la fascia! - Posizioni organizzative - Tempo parziale - Telelavoro





E' ORA DI CHIEDERE UNA FASCIA!!!

È arrivato il momento di fare una proposta concreta, come saprete, dopo la ridefinizione dei comparti della Pubblica amministrazione, sono iniziate le trattative tra sindacati e Aran per la definizione dei nuovi contratti della P.A. che ridisegneranno completamente gli aspetti giuridici ed economici del rapporto di lavoro.
A noi questo, per ora, interessa poco, si fanno mille ipotesi ma il quadro non è ancora sufficientemente chiaro per cominciare a parlarne.
Viceversa c’è qualcosa che possiamo fare oggi, non tanto per aumentare le retribuzioni quanto, semmai, per metterne al sicuro una parte, visto che dopo sette anni di blocco contrattuale hanno perso in maniera sostanziale e considerevole il loro potere d’acquisto (alcune fonti si spingono a quantificarlo in un tasso che sfiora il 10%).
Spiegheremo  i dettagli un po’ più avanti.
La proposta che qui presentiamo, e che condividiamo con tutta la RSU inviando a tutti suoi componenti questo messaggio, è frutto di un lungo studio e di riflessioni durato parecchie settimane, che scaturisce dall’aver osservato altre amministrazioni pubbliche che hanno applicato  la possibilità di conferire una fascia economica al maggior numero possibile di dipendenti.
Come  forse saprete già dal 2015 non opera più la disposizione introdotta nel 2010 che congelava qualsiasi ipotesi di incremento salariale.
In due parole oggi - con la mancata conferma per il 2015 ed il 2016 delle previsioni dell’art. 9 del D.lgs 78/2010 - sono possibili le cosiddette progressioni orizzontali (comunemente dette "fasce")
Abbiamo chiesto all’Amministrazione una serie di dati e su quella base si sono fatti dei ragionamenti che qui illustriamo.
In estrema sintesi si tratta di cedere una parte del nostro salario accessorio, ovvero il saldo incentivi, per poi riversarlo nel cosiddetto “fondo fasce”.
Il vantaggio consiste, in un momento di massima incertezza, di mettere al sicuro una quota delle nostre retribuzioni trasformando una parte dell’accessorio (nota bene il saldo incentivi e non gli acconti mensili) in una fascia, che diviene retribuzione stabile e permanente.
Bisogna considerare che il guadagno medio lordo (con alcune differenze tra categorie e livelli economici)  quando si percepisce il saldo degli incentivi è pari a 1055 euro lordi pro capite annuo, la fascia, valore medio, ci consente mediante apposite calibrazioni di guadagnare pressoché la medesima cifra.

Il vantaggio è che la fascia ce la portiamo fino a fine carriera ed è retribuzione che resta anche a seguito di una futura  mobilità in altri enti.

Scendiamo nel dettaglio. Attualmente il personale del comparto in servizio ammonta a 948 unità, ci sono inoltre 13 unità a tempo determinato.
Il personale potenzialmente interessato allo scorrimento di fascia è pari a 733 colleghi di qualsiasi profilo o categoria, ovvero il 77,32%  del personale in ruolo.
I costi:
  • il costo del saldo incentivi è di circa 1.055.500 euro
  • il costo della fascia per tutti i 733 colleghi menzionati ammonterebbe a circa 620.000 euro, con una differenza positiva di 435.500 euro.
Conti alla mano questi numeri consentirebbero non solo di dare una fascia ai 733, ma permetterebbero anche di mantenere invariato il livello del saldo incentivi ai fondo fascia e ai tempi determinati, garantendo inoltre la compensazione a favore di chi con la fascia andasse eventualmente a perdere alcuni euro nello scarto tra saldo incentivi e fascia.

Crediamo che riaprire la contrattazione aziendale dopo anni su questi aspetti sia anche un giusto riconoscimento ai lavoratori che in questo periodo hanno subito più di una riorganizzazione. Mentre l'efficacia di questi cambiamenti calati dall'alto è tutta da dimostrare, si continua ad ignorare che il superamento delle grandi difficoltà che l'Agenzia ha avuto è merito della serietà e professionalità dei lavoratori del comparto.

Abbiamo fatto i conti in dettaglio e sappiamo di cosa parliamo. Ne consegue che questa proposta sarà immediatamente oggetto di discussione con la RSU  e, se quest’ultima si renderà disponibile, gireremo immediatamente richiesta di incontro all’Amministrazione.



POSIZIONI ORGANIZZATIVE
Come sapete prima della fine di marzo è intervenuta l’ennesima proroga delle posizioni organizzative (la 4° se non ricordiamo male). Martedì 12 aprile l’Amministrazione ci convoca per un primo confronto nell’ambito del quale si suppone che vorrà dirci quante P.O. vuole mantenere e quali saranno i criteri di scelta.
Staremo a vedere cosa tirano fuori questa volta e vi riferiremo.

TEMPO PARZIALE
La bozza del nuovo Regolamento sul tempo parziale è stata ampiamente rimaneggiata rispetto alla proposta iniziale presentata dall’amministrazione (anche grazie all’apporto fattivo di molti colleghi interessati alla tematica, che qui ringraziamo).
Restano da chiarire alcuni punti, di cui verosimilmente si discuterà al tavolo che dovrà essere convocato per il perfezionamento e la ratifica dell’accordo.

TELELAVORO
La settimana scorsa si è riunito il CUG (Comitato Unico di Garanzia) che, tra le altre cose, ha avanzato concrete proposte per l’ampliamento della platea di potenziali fruitori dell’Istituto, in armonia con quanto previsto dalla legge 124/2015, art. 14 “Promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche”.
Seguiremo gli sviluppi e vi informeremo puntualmente.

ASSEMBLEA
Tempo fa vi avevamo parlato di una assemblea, inizialmente programmato per l’11 aprile. Alla luce di tutte queste novità preferiamo aspettare un paio di settimane per programmare quest’incontro, così che si possano portare elementi di discussione aggiornati rispetto alle tematiche che qui abbiamo accennato.
Siamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

A cura del  Coordinamento FSI di ARPA Piemonte