Vi inoltriamo un
resoconto sintetico dei cambiamenti organizzativi già formalmente efficaci a
seguito dell’adozione del Decreto 55 del 16 giugno ed illustrati dalla
Direzione, alla presenza dell’Assessore all’Ambiente Valmaggia, nella riunione
convocata venerdì 12 u.s.
Rispetto alla
bozza delle modifiche regolamentari resa
nota l’8 maggio scorso le novità sono quelle che qui evidenziamo:
La decorrenza è
prevista in due momenti: decorrenza immediata e differita al 31/12
Decorrenza
immediata: Dipartimenti territoriali provinciali e uffici amministrativi
Entro il 31/12:
Aree funzionali e dipartimenti tematici, in attesa degli sviluppi
dell’evoluzione normativa in corso (approvazione del disegno di legge regionale
n. 92)
Per il resto le
modifiche al Regolamento di organizzazione vengono approvate con decreto n. 55
del 16 giugno secondo quanto previsto nella bozza trasmessa Comitato Regionale di Indirizzo (sempre quella
dell’8 maggio) di cui riportiamo i passi salienti.
Sono previste quattro strutture complesse,
costituite dai Dipartimenti territoriali, individuati su quattro ambiti
geografici (Torino, Cuneo, Alessandria-Asti e Novara-Biella-Vercelli-Verbano).
Sono mantenute presso ogni Capoluogo di
Provincia le attuali singole strutture semplici territoriali di vigilanza
preposte alle attività di controllo programmate e in emergenza, ad eccezione
dell’ambito territoriale coincidente con la Provincia di Torino dove
vengono previste due strutture semplici in ragione delle pressioni esistenti
sul territorio della Città metropolitana.
Ogni ambito territoriale ha un laboratorio di
riferimento per le esigenze analitiche primarie, fermo restando il fatto che
ogni laboratorio svolge anche attività specialistiche a favore dell’intero
territorio regionale. Sono al riguardo
confermate le sedi e le strutture di laboratorio previste dal Progetto
approvato con DDG 76_2014 ad oggetto “Riorganizzazione della rete
laboratoristica di Arpa Piemonte; approvazione del Progetto”.
In ogni ambito territoriale sono invece
centralizzate, sotto il profilo organizzativo in un’unica struttura semplice
istituita presso la direzione del Dipartimento territoriale e articolata anche
su più sedi, le attività di produzione.
La razionalizzazione dell’apparato
centrale avviene mediante l’integrazione delle funzioni amministrative (affari
generali e legali, personale, formazione, provveditorato) in un’unica struttura
complessa e la previsione di tre strutture semplici incaricate di funzioni
specialistiche in materia di contabilità, programmazione e patrimonio
immobiliare dipendenti direttamente dalla Direzione Generale.
Relativamente alle strutture tecniche a
rilevanza regionale, la contrazione a due strutture complesse è stata operata
raggruppando le funzioni relative al monitoraggio della qualità dell’ambiente
ed ai rischi naturali da una parte e le funzioni correlate ai rischi fisici e
tecnologici dall’altra.
Per quanto concerne, da ultimo, le funzioni
di coordinamento, sono state riviste le aree funzionali esistenti, previste in
numero di due in quanto numero minimo richiesto dalla legge istitutiva,
superando la dicotomia amministrativa/tecnica oggi vigente e riportandone più
opportunamente il mandato all’ambito tecnico.
Le
differenze, sono riassumibili in questi due passaggi:
Vengono
attribuite da subito all’Area Funzionale Amministrativa, mantenuta nell’assetto
attuale fino a dicembre, le competenze in materia di educazione ambientale e di
comunicazione oggi svolte, rispettivamente, dalla SC Ufficio Formazione e dalla
SS Comunicazione istituzionale
Vengono
attribuite all’Area Funzionale Tecnica, anch’essa mantenuta nell’assetto
attuale, le funzioni oggi svolte dalla Struttura Semplice Specialistica
“Qualità delle Acque”, oggi afferente al Dipartimento provinciale di Asti.
Diciamo subito
che si tratta, come abbiamo più volte detto, di un’operazione di “maquillage”
che serve unicamente, nel brevissimo termine, a dimostrare che ARPA riduce le
proprie strutture.
Al medesimo
tempo, per tutto ciò che non viene ritenuto indispensabile si preferisce
differire l’attuazione integrale delle revisioni a dopo che sarà stata promulgata la citata legge
regionale di revisione delle funzioni dell’Agenzia, nonché la revisione della
normativa nazionale in materia ambientale (attualmente in discussione) e che
verosimilmente introdurrà altri elementi di contrasto rispetto al quadro
attuale…e via dicendo.
Pare evidente
come la Regione,
per evitare il rischio di commissariamento conseguente al proprio debito
monstre, abbia la necessità di mostrare
a Roma l’immagine di un quadro complessivo di riassetto virtuoso degli enti
regionali. In quest’ottica, nulla importa se, nel caso di Arpa, questo venga
imposto all’unico ente che ha sempre avuto i conti a posto e che, in quanto a
tagli, aveva già ampiamente dato nel corso degli ultimi anni. Proprio per
questo riteniamo vergognoso che l’Assessore venga in Arpa a dare lezioni di
moralità, considerando oltretutto come la stessa determinazione non l’abbiamo
vista nel tagliare i costi della politica regionale.
In questo
contesto, assistiamo allo scambio di favori tra Direzione e Assessore, là dove
la prima ci guadagna tempo (mettendo su un binario morto la legge regionale di
riforma dell’Arpa e mortificando il lavoro e l’autonomia del Consiglio
Regionale) e una libertà di manovra che le consentirebbe alcune operazioni
certamente non in linea con il quadro di razionalizzazione e risparmi della
finanza pubblica (come per esempio nominare nuovi dirigenti pescandoli
direttamente dal “cerchio magico” dell’entourage di certi circoli vicini alla
Direzione )
Al secondo
(l’Assessore), invece, va il mantenimento della struttura complessa del
dipartimento di Cuneo (che in una prima ipotesi veniva accorpato ad Asti e
Alessandria) suo serbatoio elettorale.
La percezione è
quella di avere interlocutori inadeguati sia interni che esterni. Anche per
questi motivi abbiamo chiesto formalmente all’Amministrazione una
rendicontazione puntuale che consenta una valutazione del rapporto
costi/benefici del futuro assetto organizzativo, con particolare riferimento a
spese del personale, spese di funzionamento e spese di investimento; abbiamo
inoltre chiesto un quadro sulla prospettiva futura del triennio in fatto di
pensionamenti. Sono in corso altre iniziative che la nostra sigla sta seguendo
con interesse e attenzione. Per ora è
tutto; la nostra componente è a disposizione per ulteriori chiarimenti e non
mancheremo di aggiornarvi sul divenire della situazione.