mercoledì 27 gennaio 2016

COMUNICATO STAMPA segreteria territoriale FSI

Inoltro un comunicato stampa della Segreteria Territoriale di FSI relativo alla mia decisione risalente a qualche giorno fa di rimettere il mandato di Coordinatore del gruppo dirigente del Sindacato.
Nell'occasione ringrazio la Segreteria Territoriale FSI, il gruppo dirigenti FSI di Arpa per la confermata fiducia e l'apprezzamento del mio operato.
Ringrazio anche i molti colleghi che mi hanno in qualche modo manifestato la loro stima e vicinanza.
Michele Lattanzio  

 
COMUNICATO STAMPA
Rinnovato a Michele LATTANZIO l’incarico di
Referente Aziendale alla guida del gruppo
dirigente FSI dell’ARPA Piemonte.

Il giorno 25 gennaio 2016, presso la sede provinciale FSI, si è tenuto un incontro con il gruppo dirigente FSI del Coordinamento Aziendale dell’ARPA Piemonte, presieduto dal Segretario Territoriale Salvatore ORIFICI, al fine di verificare le criticità organizzative evidenziate dal collega Referente Aziendale Michele LATTANZIO.
L’incontro ha consentito di approfondire una serie di tematiche che hanno messo in luce alcune problematiche di carattere contrattuale che sono state risolte con la condivisione di obiettivi e strategie da intraprendere.
Il gruppo dirigente ha manifestato l’estrema determinazione sia per continuare il percorso di costante crescita della FSI all’interno dell’ARPA Piemonte, che per affermare la nostra organizzazione sindacale come principale punto di riferimento per i colleghi.
Il confronto costruttivo ha portato all’unanimità la conferma di Michele LATTANZIO nel ruolo di Referente Aziendale FSI dell’ARPA Piemonte.
L’impegno di tutto il gruppo dirigente della FSI è profuso non solo nell’ampliamento del consenso associativo e dell’assistenza sindacale, ma anche nella fornitura di servizi a favore degli associati quali: assistenza fiscale, patronato, tutela legale, convenzioni.
Il Segretario Territoriale Salvatore ORIFICI ha concluso con un plauso ed un vivo ringraziamento per l’ottimo lavoro fino ad ora svolto dal gruppo dirigente FSI dell’ARPA Piemonte.

Torino 25 gennaio 2016

Il Segretario Territoriale di Federazione
Provincia di Torino
(Salvatore ORIFICI)

venerdì 22 gennaio 2016

QUESTA STORIA DEGLI ANNUNCI AD EFFETTO CI HA STANCATO

 Rilanciamo sul blog un interessante commento del Segretario nazionale di FSI (che condividiamo) alla recente proposta di decreto legislativo sulla cosiddetta "licenziabilità in 48 ore" del dipendente pubblico che agisce in maniera truffaldina nei confronti dell'amministrarzione di appartenenza.


La delega che il parlamento ha dato al  governo ed in particolare alla titolare della pubblica amministrazione Marianna Madia con la legge 7 agosto 2015, n.124 recante deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle Pubbliche Amministrazione, è stata ampia, ben 14 deleghe che dovrebbero sostanziarsi  in una ventina di decreti legislativi attuativi.
Ieri il consiglio dei ministri ne ha approvati 11 tra questi il più significativo per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni è stato certamente quello che il premier Matteo Renzi ha annunciato in pompa magna come uno spot elettorale: licenzieremo in 48 ore i furbetti  del cartellino.
Come ovviamente sapevamo quelle parole sottintendevano altro ed infatti l’articolato, che interviene sulla delega per la modifica delle sanzioni disciplinari,  prevede la sospensione obbligatoria e senza contraddittorio da lavoro e retribuzione entro 48 ore da quando viene accertata la falsa attestazione della presenza in servizio; e il contestuale avvio di un procedimento disciplinare più rapido, che dovrà concludersi entro 30 giorni.  Scomparirebbe insomma la valutazione del caso da parte del dirigente; e ci sarebbe l’obbligo di attivare la procedura disciplinare in caso di falsa attestazione della presenza in servizio. In caso di inerzia, poi, scatterebbe il licenziamento per il dirigente.
Adamo Bonazzi il segretario generale  commentando il provvedimento  ha dichiarato:
“Questa  storia degli annunci ad effetto ci ha stancato. Nessuno ha nulla da obiettare sul fatto che si perseguano gli abusi e anche con mano pesante; ed infatti  noi le sanzioni ed i procedimenti disciplinari li  abbiamo previsti nei contratti  da molto tempo. Se le norme non venivano applicate non è certo colpa di chi le ha scritte nei contratti ma di dirigenti e preposti che peraltro, quando non perseguono gli abusi, in molti casi, è perché coprono prima di tutto se stessi.  Quindi non c’è alcuna polemica sul fatto in sé.  Quello che non tolleriamo è che il Governo lancia strali contro gli illeciti ma intanto approfitta del varo dei provvedimenti per inserire altre norme che tolgono spazio alla contrattazione. Se si vuole ritornare ad un sistema pubblicistico lo si dica chiaramente altrimenti, come in ogni paese normale, il rapporto di lavoro sia regolato dai contratti. Per gli illeciti ci sono i codici e debbono valere per tutti, pubblico o privato che sia.”
Ufficio Stampa

mercoledì 20 gennaio 2016

risposta aperta all'USB - cambiamenti in FSI

Risposta aperta a USB

A seguito del comunicato sindacale dell’USB uscito il 18 gennaio scorso il quale ci chiama in causa rispetto all’accordo siglato il 30 dicembre sulla ripartizione dei fondi, mi vedo costretto ad intervenire ulteriormente per chiarire la posizione di FSI rispetto a quella decisione.

E’ vero noi abbiamo firmato, avevamo spiegato in qualche modo il perché nei nostri due comunicati del 30 dicembre e del 5 gennaio (consultabili sul blog all’indirizzo   http://www.fsiarpapiemonte.it) .

Abbiamo firmato perché bisognerebbe sapere, prima di sparare nel mucchio, che quest’anno entra in vigore in via definitiva il nuovo sistema di contabilità delle amministrazioni pubbliche (d.lgs 118/2011) che rivoluziona il sistema di formazione dei bilanci degli enti mettendo in una condizione di sofferenza chi travasa da un anno all’altro residui che poi vanno a gravare su bilanci successivi.

Per non dire delle incognite che gravano in vista dei rinnovi contrattuali, i quali potrebbero introdurre altri vincoli all’utilizzo di risorse stagnati.

Per farla breve, rischiavamo di non prenderli questi pochi soldi, non potevamo assumerci questa responsabilità; va ricordato che noi però prima di firmare abbiamo provato in tutti modi a modificare i termini dell’accordo proponendo l’introduzione di un correttivo che considerasse non solo la presenza in servizio nel 2015, ma che riproporzionasse il corrispettivo anche agli anni di maturazione dei residui (2010-2014).

Lo abbiamo fatto ai tavoli tecnici, in comunicazioni dirette alla direzione e al tavolo politico. Senza successo.
Si è creata una saldatura tra CGIL-CISL-UIL e Direzione che ci ha imposto questa opzione iniqua.

Abbiamo anche contestato all’Amministrazione la responsabilità di aver fatto sedimentare fino alla fine del 2015 i residui, per poi obbligarci con modalità, che non esito a definire ricattatorie, a bruciare le tappe all’ultimo momento

Abbiamo firmato, come detto nelle nostre comunicazioni precedenti, per senso di responsabilità pur distinguendoci (insieme a FIALS) attraverso una nota a verbale di dissenso a margine dell’accordo.
Non potevamo fare di più.

Ora l’USB non trova nulla di meglio da dire che firmando anche noi facciamo “quello che vogliono Porta e Robotto”, magari facendosi ispirare in questa splendida riflessione da qualche transfugo della CGIL recentemente imbarcato tra le fila dell’USB alla ricerca di una nuova visibilità, anche perché un po’ frustrato da scelte e previsioni che non si erano rivelate così azzeccate.

Se USB pensa di fare propaganda a spese di chi, fra i pochi in ARPA, si è sempre mosso nel solco tracciato da principi di equità e giustizia ha sbagliato completamente indirizzo, e forse anche compagni di viaggio. Quegli stessi compagni di viaggio che in molte circostanze in passato hanno mirato al consenso più che al bene comune.


Rinviamo quindi al mittente le accuse che USB – in malafede - muove nei nostri confronti, mettendoci di fatto sullo stesso piano di CGIL, CISL e UIL e Amministrazione, uniche responsabili di un accordo iniquo e sbagliato nel merito



Cambiamenti in FSI

Ho scritto di mio pugno questo post perché è l’ultimo che redigo nella mia qualità di coordinatore e portavoce di FSI in ARPA.
Sono ormai quasi nove anni che ininterrottamente svolgo questa funzione e sento la necessità, direi fisiologica, di un cambio, anche in virtù di dinamiche interne al sindacato in rapida evoluzione che richiedono maggiori energie e capacità di mediazione che, francamente, sento di non possedere a sufficienza.
Ho già rimesso il mandato alla Segreteria FSI che dovrebbe, a breve, individuare il nuovo coordinatore.

Michele Lattanzio

FSI Arpa Piemonte

martedì 5 gennaio 2016

......a proposito di buoni principi e di bilanci



Passata (quasi) la sbornia delle feste ritorniamo per un approfondimento sulla notizia che abbiamo dato il 30 dicembre e relativa all’accordo sulla ripartizione dei fondi residui 2010-2014.
Lo facciamo per un motivo molto semplice, ovvero ribadire che se abbiamo firmato questo accordo è stato per mero senso di responsabilità e unicamente nell’interesse dei colleghi che rischiavano di non percepire questi pochi soldi (una media di circa 500 euro procapite).
Nei giorni che hanno preceduto il 30 dicembre c’è stato un pressing da varie parti affinché si arrivasse alla firma “unitaria”. Noi avevamo sia verbalmente, al tavolo tecnico del 21 dicembre, che con il nostro comunicato del 23 espresso chiaramente dissenso rispetto al metodo che prevede la distribuzione delle somme utilizzando unicamente il criterio di presenza nel 2015.
Chiedevamo che le somme fossero parametrate ai cinque anni di riferimento (2010-2014) secondo un principio di maggior giustizia ed equità, criterio già utilizzato nell’accordo del 2013.

Nella seduta del 30 dicembre il dibattito è andato avanti finché i rappresentati della CGIL hanno chiaramente detto che non avrebbero derogato dalla loro idea ovvero, come detto sopra, dare i soldi secondo il criterio di presenza nel 2015.

Se qualcuno ritiene che le differenze siano irrilevanti, giusto perché sia chiaro, riportiamo qua sotto alcuni esempi chiarificatori:

Esempio 1:
se una collega ha lavorato in buona parte dei cinque anni (2010-2014) contribuendo quindi a costituire quei fondi, ma si è assentata per buona parte del 2105, magari per una maternità facoltativa o un congedo per assistenza disabili (legge 151/2001) essa si vedrà decurtare in buona parte il premio maturato nel quinquennio.  

Esempio 2:
se un collega si è assentato per buona parte o per tutto il quinquennio ma è presente nel 2015 egli percepirà il premio in proporzione alla sua presenza nel 2015 e non, come sarebbe giusto, in proporzione alla presenza nel periodo 2010- 2014.

Esempio 3:
se un collega è stato assunto nel 2015 (a tempo indeterminato o determinato, non importa) egli percepirà la produttività del quinquennio 2010-2014, quando non era ancora in organico.


Abbiamo motivo di pensare che la ragione per cui la CGIL ha imposto il proprio punto di vista a tutti (Amministrazione compresa) sia quella di salvaguardare i casi descritti al punto 3 (2 persone), riconfermando la propria attitudine (ampiamente manifestata in anni non molto lontani) a puntare al consenso di pochi (pochissimi in questo caso) contrapposto all’interesse di tutti, ovvero 970 colleghi.

Se questa metodica rappresenta la salvaguardia delle categorie più deboli lasciamo che siano i colleghi a giudicarlo.

Ci dispiace puntare il dito contro un’altra organizzazione sindacale, ma questo episodio, di per sé significativo, sancisce il punto di non ritorno nelle relazioni interne della RSU, il ché è di pessimo auspicio per il prossimo futuro.

Riproponiamo a margine di questo comunicato la nota a verbale di dissenso firmata da FSI e FIALS. Per la cronaca e per completezza d’informazione ricordiamo che il componente RSU di USB non ha firmato l’accordo.
  

La riorganizzazione si è fermata….

Registriamo l’adozione di una serie di atti che dimostra quello che già era chiaro da alcuni mesi, ovvero che la riorganizzazione complessiva dell’Ente consistesse unicamente nello smembramento dei laboratori, lasciando in sospeso tutto il resto.
La cosa più contraddittoria (che però non ci stupisce poiché e chiaro che politici e amministrazione sono capaci di affermare tutto ed il suo contrario nel breve volgere di una stagione) è che la chiusura dei laboratori è stata decisa con la sola “pezza” della legge regionale 1, la quale dava indicazioni generiche sulla chiusura di strutture, senza che ci si sia preoccupati dei passi normativi, secondo noi vincolanti, che avrebbero dovuto precedere tutto ciò, ovvero la promulgazione della legge regionale di cui al disegno di legge 92 (quella che dovrebbe sostituire la 60 del 1995).
Tale proposta di legge tra un po’ compie un anno, ma viene tenuta ben in caldo in attesa di poterla ridisegnare in funzione dei desiderata delle tante fazioni che si affollano e si affannano intorno al capezzale dell’Agenzia….infatti nel decreto 163 del 30 dicembre ora si dichiara si “devono attendere gli sviluppi derivanti dall’evoluzione normativa in atto” e quindi nel frattempo via libera alle proroghe di incarichi dirigenziali (per due mesi) e di funzione (tre mesi) in un carosello di contraddizioni passate, presenti e future.   


Nota a verbale di FIALS e FSI


Si ritiene iniqua la destinazione degli avanzi 2010-2014 aventi come unico criterio la presenza in servizio nel 2015, senza alcuna considerazione della presenza in servizio negli anni in cui si sono costituiti i suddetti avanzi.
La distribuzione dei fondi che prescinde dall’anzianità è a nostro avviso ingiusta e lesiva di chi ha contribuito con il proprio lavoro a costituire avanzi di cui oggi tutti, indistintamente, usufruiscono rappresentando un pericoloso precedente per futuri accordi.
Tanto meno si condividono le ragioni di quelle organizzazioni sindacali che hanno sostenuto tale posizione a tutela dei neo-assunti 2015