mercoledì 15 luglio 2015

Alcune considerazioni sulla situazione della SS03.04

Gentili colleghi della SS03.04,
sperando di fare cosa gradita, vi mando alcune note sulla situazione della nostra Struttura in relazione al processo di adeguamento del Regolamento di organizzazione di Arpa, più alcune considerazioni di interesse generale.
Rimango a Vs. disposizione per eventuali chiarimenti.
Carlo


Agenzia unica per le verifiche.
Come certamente saprete si parla, da parecchio tempo, della creazione di una Agenzia unica per le ispezioni del lavoro che accorpi in un unico ente le funzioni in materia attualmente svolte da INPS, INAIL Ministero del Lavoro.
Nella formulazione di qualche mese fa, pareva che in tale ente dovessero essere ricompresi anche i servizi ispettivi delle aziende sanitarie locali e delle ARPA, con il relativo personale ispettivo e di supporto.
Stando alla formulazione del decreto attuativo del Jobs act , in fase di approvazione definitiva, quest’Agenzia dovrebbe invece rivelarsi “semi-unica” ricomprendendo gli ispettori del lavoro, dell’Inps, dell’Inail, ma non quelli degli SPRESAL e delle ARPA, con i quali la futura Agenzia Unica dovrà limitarsi ad una funzione di “coordinamento”

Progetto di legge regionale sul riordino di Arpa Piemonte
La proposta di legge 92, presentata il 22/01/2015 dalla Commissione Ambiente della Regione Piemonte, prevede un riordino complessivo dell’Agenzia, in sostituzione della legge istitutiva n. 60. Secondo voci affidabili, la proposta dovrebbe essere presentata in luglio al Consiglio regionale per l’inizio della discussione e, probabilmente, approvata ad inizio autunno
All’art. 9 della p.d.l. è citato espressamente: “l'ARPA non eroga prestazioni di alcun genere a favore di soggetti privati”, ad eccezione delle “prestazioni tecnico-scientifiche per le quali i soggetti privati sono tenuti sulla base della normativa vigente ad avvalersi necessariamente ed esclusivamente dell'ARPA”
Evidentemente, stante le ben note disposizioni del “decreto del fare”, qualora la proposta di legge venisse approvata senza apportare modifiche a tale articolo, questo significherebbe di fatto il divieto per Arpa di svolgere le verifiche ispettive sugli apparecchi di sollevamento ed a pressione.
Abbiamo cercato (senza grosso successo) di capire se questa disposizione fosse da intendersi in un quadro più generale, tipo, appunto, il passaggio di tali funzioni (e del personale corrispondente) all’Agenzia unica o se, più semplicemente, fosse frutto di una ignoranza regionale di ciò che Arpa svolge su mandato della Regione stessa.
Sinceramente, io propendo più per questa seconda ipotesi; in ogni caso la problematica è stata espressamente segnalata alla Regione da parte della RSU, quindi ci si può ragionevolmente attendere che la questione venga meglio specificata in sede di approvazione.

Riordino di Arpa Piemonte secondo l’ing. Robotto
Facciamo un gioco: chi di voi è riuscito a seguire l’abnorme produzione di decreti da parte del DG in merito all’organizzazione/riorganizzazione di Arpa? E chi soprattutto, è in grado di dire a che punto siamo oggi, 3 luglio?
Le informative sindacali da parte delle varie sigle, compresa FSI, hanno faticosamente cercato di aggiornarvi tenendo il passo di atti, contro atti, rettifiche di atti e così via. Il risultato, ne sono certo, è che ben presto avrete smesso di leggerle a priori se non, magari saltuariamente, attirati da qualche titolo più accattivante.
Sperando di non risultare stucchevole, provo a fare la fotografia ad oggi, limitando il campo a ciò che ci riguarda direttamente.
Secondo il piano di riordino trasmesso al Comitato regionale di indirizzo il 13 maggio, l’attuale SC03 dovrebbe essere accorpata con l’attuale SC21 per formare il Dipartimento “Rischi fisici e tecnologici”.
Dall’attuale SC03 verrebbero scorporate le funzioni attualmente svolte dalla SS. Rischio industriale ed Igiene industriali che, nell’assetto futuro dovrebbero essere inglobate all’interno del laboratorio di Grugliasco, mentre nella futura SC dovrebbero trovare posto le attività svolte da Verifiche impiantistiche, Rischio industriale e Centro regionale amianto.
Successivamente, con decreto 55 del 16 giugno, venivano approvate le modifiche al Regolamento stabilendo due tempistiche applicative: subito in vigore per quanto concerne le variazioni ai Dipartimenti territoriali e Uffici Centrali; entro il 31/12 per i Dipartimenti tematici (compreso il nostro)
Al medesimo atto viene inoltre allegato “per comodità e chiarezza” (sic!) il regolamento coordinato vigente ad oggi, che recepisce le modifiche immediate ma non quelle previste per fine anno: morale rimane la SC03 attuale, poi si vedrà.

Dirigenti
Come sapete, a seguito del pensionamento del Dott. Dovis, dall’inizio 2015 la Dott.ssa Paola Quaglino è stata nominata responsabile di SC03
Senza alcuna presunzione di disquisire sulla professionalità della suddetta dirigente, l’aver nominato come responsabile ad interim della SC03 la responsabile della AFT e quindi, in sostanza, la dirigente che ha seguito fin dall'inizio la progettazione del piano di ridimensionamento della rete laboratoristica e che si sta attualmente occupando della conseguente gestione della fase attuativa (che, come prevedibile, si sta rivelando assai problematica) ha fatto sì che, di fatto, la sua nomina alla SC03 fosse finora unicamente virtuale ma non avesse alcuna implicazione pratica.
Conseguentemente alla fase di riordino di Arpa, con decreto 57 il 22 giugno veniva pubblicato un avviso interno per la ricerca di responsabile della SC03 con incarico dirigenziale privatistico, fino al 31/12.
Dopo pochi giorni il Dott. Duretto, attuale responsabile del dipartimento di Asti, si presentava inn alcuni uffici della SS03.04 annunciando di essere prescelto per tale incarico e scusandosi fino d’ora se avrebbe potuto essere poco presente (il Dott. Duretto andrà in pensione a fine anno e, ovviamente dovrà esaurire entro tale data le ferie residue…).
Senonché con l’ennesimo dietrofront, il DDG 60 del 30 giugno stabiliva che, poiché il DDG 55 è stato inviato al Nucleo di controllo, ed in attesa di eventuali osservazione di quest’ultimo organo, laddove nel DDG 55 è prevista l’attuazione immediata, questa in realtà va intesa come data da definirsi con successivo atto e, pertanto, la dott.ssa Quaglino è prorogata presso la SC03 sino al 31/8, mentre il dott. Duretto è prorogato sino a tale data come direttore del dipartimento di Asti.
Per quanto riguarda l’incarico del dott. Richieri, parrebbe rientrare tra quelli che proseguono “senza necessità di conferma in questa fase”.


Un commento.
Per quanto riguarda i commenti alla situazione generale di Arpa ed alla tragicomica gestione di questa fase di transizione, rimando totalmente alla informativa FSI in data odierna  che potete trovare al link

Mi limito unicamente ad aggiungere una sintetica considerazione sulla gestione in generale della SC03 e della SC03.04 in particolare: io penso che una struttura complessa che “porta a casa i soldi” meriterebbe ben altra considerazione di quella ricevuta finora.
Le nomine che si sono susseguite al vertice di SC negli ultimi anni hanno l’unico comune denominatore di considerarci un parcheggio per dirigenti prossimi alla quiescenza: una sorta di cimitero degli elefanti o di ricovero per vecchi cavalli ormai imbolsiti.
Nessun progetto per riconquistare fette di mercato e di attività perse nel corso degli anni, per esplorare possibilità di crescita, per valorizzare al meglio le ottime professionalità esistenti.
Nessuna considerazione da parte di una Direzione orientata unicamente a seguire le contraddittorie ambizioni di una Regione dalle troppe teste e con l’unico obiettivo di mostrare all’esterno un risparmio apparente.
Salvo, puntualmente ogni anno, il tentativo da parte di qualche anonima manina, di infilarci sibillinamente obiettivi su un “incremento di fatturato” totalmente irrealizzabile in queste condizioni.
Ci hanno provato anche quest’anno e anche stavolta siamo riusciti a venirne fuori.
Vedremo se andrà in porto questo accorpamento con l’attuale SC21 e cosa ne conseguirà.
Il barometro di Arpa punta tristemente e da troppo tempo verso il basso.

venerdì 3 luglio 2015

Cambia tutto e "da subito"….anzi no!





Ricorderete che nel nostro post del 19 giugno avevamo esordito parlando dell’incontro del 16 con l’Assessore all’Ambiente e la Direzione e del successivo decreto 55 che stabiliva (il verbo “stabiliva” è da leggersi in chiave ironica, visto il machiavellismo che connota la sua redazione) che le misure di “adeguamento” al regolamento di organizzazione si applicavano “da subito”;

I dipartimenti territoriali da 8 diventavano 4, le strutture complesse centrali amministrative da 3 dovevano diventare 1, più una serie di strutture semplici, sempre amministrative,  coordinate dalla Direzione, intanto il 22 giugno uscivano 2 provvedimenti di avviso per il conferimento di incarichi dirigenziali, il primo era per cercare e nominare i dirigenti delle SC superstiti, il secondo era per due incarichi di diritto privato per coprire le “fondamentali” aree di coordinamento (tecnica e amministrativa).

Un’autentica rivoluzione in nome del risparmio e della razionalizzazione.

A questo punto tra alcuni dirigenti si scatenava il panico assoluto,  tutti correvano letteralmente all’arrembaggio dei posti a sedere (visto che non ne erano previsti in piedi). Alcuni di essi offrivano scene di strazio e disperazione a causa della letterale sparizione del ruolo, cagionato da quel perentorio “da subito” inopinatamente inserito in quel terribile decreto. Ma ecco già all’orizzonte profilarsi, sotto forma di ulteriore decreto, il più classico dei pannicelli caldi che tutti i mali lenisce e un po’ di conforto dispensa ai presunti orfani di cotante sublimi “cadreghe”. 

Ora, comprendiamo che Einstein, elaborando la teoria della relatività aveva previsto che “nel passaggio tra due sistemi di riferimento in moto relativo tra loro si possano verificare delle trasformazioni” lui però si riferiva ai fenomeni fisici, non ai decreti di Arpa Piemonte che mutano e si contraddicono nel breve volgere di qualche giorno.

Infatti il decreto 61, uscito il 30 giugno, come se nulla fosse prosaicamente recitava: “Al fine di salvaguardare l’ordinato svolgimento delle attività, nelle more del compimento del disegno di riassetto organizzativo in itinere….” lasciando in sostanza la situazione immutata a prima del draconiano “da subito!” di cui al decreto di 15 giorni prima.

Miracolosamente la Direzione si è ricordata che la fase di cambiamento non può che essere subordinata ai possibili rilievi da parte della Giunta regionale, principio che invece nel decreto 55 veniva quasi ignorato. Ne consegue che i dirigenti di ogni ordine e grado rimangono al loro posto per due mesi, così come anche le varie figure di coordinamento (queste per ben 6 mesi).
In sintesi per ora non è cambiato nulla.

Ribadiamo che sono passati 15 giorni tra il primo ed il secondo decreto, non 15 anni!    

Fuor di metafora, tante volte abbiamo detto, fino allo sfinimento,  che la riorganizzazione così com’era stata pensata non aveva senso visto che ignorava dei passaggi formali essenziali e consequenziali, ma non sarebbe nulla se a fronte della sfilza di decreti a cui abbiamo accennato sul terreno non ci fossero attrezzature di laboratorio smontate e abbandonate, personale laboratoristico da riconvertirsi che riconvertito non è, ed uno sconcerto generale che se non fosse tragico nell’epilogo che qui evochiamo, sarebbe un ottimo canovaccio per una commedia degli equivoci, come nella miglior tradizione del teatro comico greco/latino.

In questo panorama non si può non rilevare come la RSU (la parte attiva) è rimasta silente dal comunicato stampa uscito il 22 giugno, forse a causa del fatto che sta ancora piangendo la “perdita” del Leader Maximo, ovvero il portavoce, che se ne è andato sbattendo la porta (anche dal proprio sindacato, oltre che dalla RSU) sacrificato sull’altare dell’unitarietà confederale e dell’ecumenismo comparto/dirigenti.
Come se gli interessi dei primi possano coincidere con quelli dei secondi.

Novità di rilievo sui buoni pasto         

Dal 1° luglio un emendamento della legge di stabilità 2015 prevede una detassazione dei buoni pasto e   quindi un aumento facciale del valore fino a 7 euro  per quegli enti e aziende che passano al cosiddetto ticket elettronico in luogo di quelli cartacei in uso, ad esempio, nel nostro ente.
Seguiremo l’iter di questo provvedimento per capire quale strada si intende seguire in Arpa.

Grazie e buona estate da parte del Coordinamento FSI di Arpa Piemonte

mercoledì 1 luglio 2015

...a proposito di Fondo Perseo

Cari tutti,

ho visto che eravate presenti all'incontro di ieri di presentazione del Fondo Perseo Sirio. Alcuni di voi non lo erano ma mi hanno comunque chiesto di aggiornarli. 

Nonostante fosse un'iniziativa di un'altra sigla credo che sia stato importante avere due riferimenti importanti che ci hanno spiegato qualche rudimento sulla riforma pensionistica e sui fondi integrativi.
La sensazione un po' umiliante del sottoscritto è che purtroppo come lavoratori Arpa non possiamo godere di un'informazione trasparente da parte dell'amministrazione e siamo vittime della cultura del "si dice" e del disfattismo. 

Personalmente non ho deciso ancora se aderire o meno ma credo che fare il vostro rappresentante significa anche cercare di fornire un quadro completo delle informazioni.
Ieri abbiamo sentito una parte ben precisa (anche il rappresentante del Fondo Perseo è un nominato nel cda per la CISL).

Come vostro delegato ho cercato di farmi una cultura ma in rete esiste poco perché tutto il materiale è basato sulla previdenza integrativa complementare del privato.

Potete trovare informazioni con un taglio molto ideologico di sindacati come gli Rdb-Cub ma poco altro. 

In linea di principio riassumo il quadro che mi sono fatto con ieri, altre letture e confronti con esperti del settore:

-chi ha iniziato a lavorare continuativamente dal 2001 è praticamente costretto ad aderire ad un fondo (negoziale o aperto). Solo con una pensione integrativa la nostra generazione potrebbe avere una pensione pari all'80% circa dell'ultima retribuzione 

-chi è in regime di TFS deve considerare le sue aspettative di carriera e retribuzione e consultare un patronato (chi si è persa questa differenza tra i due tipi di liquidazione si può leggere il materiale che allego)

-i fondi chiusi hanno alcuni vantaggi: non operano per il profitto, hanno dei meccanismi di controllo interni che ci tutelano (come la presenza sindacale), utilizzano il TFR che altrimenti si rivaluterebbe dell'1,5% + parte dell'inflazione; 

-faccio notare che il semplice contributo dell'azienda dell'1% è come se fosse un tasso di interesse annuo sulla cifra investita: es. reddito di 22.000 euro, quota azienda 220 euro, quota dipendente TFR 1520 euro, contributo 1% dipendente 220 euro: rendimento del 12% facendo 220/1740) 

-i fondi aperti però sono sul mercato da anni quindi i gestori potrebbero essere più qualificati ae l'offerta è più varia (si possono scegliere fondi garantiti o azionari mentre Perseo attiverà solo la linea garantita)

-per aderire ad un fondo aperto bisogna risparmiare e accantonare ogni anno una cifra aggiuntiva di almeno 2.000/2.500 euro per avere una rendita equivalente a quella di un fondo chiuso (perché nel fondo chiuso il grosso dell'accantonamento è il TFR e il contributo del datore di lavoro). Su questo vi invito ad utilizzare il calcolatore che vi linko sotto perché vi da l'idea delle cifre in gioco.
  
-per inciso sia i fondi chiusi che aperti si avvalgono di gestori professionali privati come Pioneer, Eurizon...quindi i nostri soldi sono gestiti allo stesso modo dei fondi aperti con tutti i rischi e le opportunità del caso (proprio l'altro giorno su Affari e Finanza è uscita notizia che allarmava su eccessivi investimenti dei fondi pensione su prestiti obbligazionari)

-i rendimenti dei vari fondi sono qui http://www.covip.it/?cat=199 . Perseo non c'è perché non ancora attivo.


Le mie personali perplessità:

- questo fondo  non riesce a decollare dal 2013. Basterebbero 30.000 adesioni tra tutti gli enti pubblici locali, ministeri e sanità. Cosa blocca questa partenza ? Incapacità del gestore, congiuntura economica, pochi lavoratori "giovani" nella PA ...?

- cosa accade ai nostri soldi se il fondo non rende o chiude o si aggrega ad altri fondi ? Che tutele abbiamo ?

- l'unico fondo chiuso nel pubblico impiego è quello della scuola (Fondo Espero) e non sta dando grandi rendimenti (1,7 annuo, molto vicino alla rivalutazione annua del TFR 1,5 +/- inflazione)

Se volete farmi sapere le vostre perplessità potrei cercare di girare qualche domanda ad esperti del settore. 

Vi allego qualche materiale in più che ieri non è stato presentato
- il calcolatore di Perseo (che però fa delle ipotesi da soppesare per es. aumento della retribuzione annua dell'1%)
-un articolo di repubblica sugli andamenti dei vari fondi in questi anni
-le slide del fondo Perseo Sirio per chi ieri non c'era
-un libretto molto ideologico ma chiaro che spiega il funzionamento tra TFS e TFR
-l'opinione di Beppe Scienza dell'Università di Torino (aggiornamento 25 settembre 2015)
Tutto il materiale citato ora e che in futuro riterremo utile (anche su vostre segnalazioni) per una decisione ponderata lo metteremo a disposizione in questo dossier in rete 

Domenico De Leonardis
Delegato FSI
Rsu Arpa Piemonte