Pubblichiamo sul blog FSI aziendale la
mail della RSU e la relativa lettera con la quale la medesima RSU chiede (a
maggioranza) di essere ascoltata dalla V° Commissione regionale competente in
materia di Ambiente.
Accompagniamo tale pubblicazione con
una nostra integrazione a commento che ci sembra doverosa, soprattutto in ordine
al fatto che le notizie che riguardano il dissesto finanziario della nostra
Regione si inseguono con articoli di stampa che escono con frequenza quasi
quotidiana e che vedono ARPA sempre più citata come esempio della cura
dimagrante da fare negli enti strumentali; questa insistenza nel citare
l’Agenzia fa pensare che si voglia quasi far dimenticare la pletora di sprechi
fuori controllo in altri carrozzoni che esistono sotto forma di società o
consorzi privatistici, da sempre terra di conquista di politici trombati o
clienti dei medesimi in cerca di incarichi ben remunerati e senza troppi
controlli.
Alla luce
di quanto avviene sembra persino anacronistica e superata (come ampiamente
previsto in tempi non sospetti) la tematica del riordino (o smantellamento)
della rete laboratoristica, cercheremo di spiegare perché -
Il comunicato e la relativa richiesta di audizione da parte della Regione della RSU
di Arpa Piemonte (in calce a questo commento) è stato concordato a maggioranza, ovvero, per fare nomi e
cognomi, con il voto positivo di 3 sigle su 5 che formano l’attuale RSU
aziendale: CGIL, FSI e USB.
Le altre
componenti non aderiscono alle iniziative della maggioranza della RSU, preferendo motivare la propria posizione di
accondiscendenza con pittoresche metafore,
che in questa sede vi risparmieremo.
A qualcuno
non sarà sfuggito, tra i tanti articoli apparsi nei giorni scorsi, quello
pubblicato dalla Stampa di domenica 19 settembre, là dove si dice senza mezzi
termini che Arpa “conta 1039 dipendenti ed è candidata ad una robusta cura
dimagrante”.
A questo proposito
non possiamo dimenticare la pretesa dell’Amministrazione che tre anni fa rivendicava
la necessità di aumentare gli organici dirigenziali di ben 51 unità – tre anni
fa, non un secolo fa! (vedi links sottostanti) pubblicati a gennaio 2012:
http://archiviosindacale.blogspot.it/2012/01/piano-di-riposizionamento.html
http://archiviosindacale.blogspot.it/2012/01/precisazioni-sulla-lettera-aperta-del.html
Va da sé che
il problema travalica i confini di Arpa poiché il dissesto finanziario riguarda
tutto l’Ente Regione al quale è stato certificato dalla Corte dei Conti un disavanzo
che può addirittura salire a 7,5 miliardi di Euro, una cifra stratosferica se
paragonata alle poche centinaia di milioni di Euro messe a bilancio (in modo
fraudolento) dalla Giunta precedente.
Per voce di
Carlo Cottarelli, l’ormai ex Commissario di Governo alla Revisione della Spesa, la Regione Piemonte è una delle
più indebitate non certo perché abbia
brillato fino ad ora sugli investimenti nello stato sociale o per aver
realizzato opere pubbliche con particolare efficienza e celerità: cantieri
aperti e lasciati incompiuti per anni, una Sanità pubblica allo sfascio,
progetti su grandi opere clamorosamente sbagliati e progetti faraonici al posto
di soluzioni semplici e poco dispendiose sono la cifra che ha caratterizzato l’Amministrazione
regionale di questi ultimi 20 anni, con responsabilità assolutamente
bi-partisan tra destra e sinistra.
Completano il
quadro gli sprechi dovuti ai rimborsi facili che coinvolgono ecumenicamente
tutto il panorama politico locale.
Un esempio
concreto di spreco regionale? Parlavamo di progetti faraonici, ad esempio il
“meraviglioso” monumento di proporzioni falliche, che a vista d’occhio sta crescendo davanti alle nostre
finestre. (Per i non torinesi il grattacielo della Regione al Lingotto che, una
volta terminato, sarà nientepopodimenoche l’edificio più alto d’Italia!)
È bene sapere
che solo il progetto è costato qualcosa come 22 milioni; facendo un rapido
conto della serva, i 22 milioni della parcella dell’architetto incaricato
(l’archistar Fuksas, noto tra i torinesi per aver realizzato l’edificio più
brutto ed inutile della città) corrispondono ad oltre 6 mensilità di stipendi,
comprensivi di irperf trattenuta alla fonte e contributi previdenziali, di
TUTTI i 1000 dipendenti Arpa, comparto e dirigenza.
Segnaliamo,
inoltre, che il progettista ha citato per danni la Regione, per aver variato
senza il suo consenso il progetto (quello da 22 milioni) modificandovi la
struttura portante – senza peraltro apportare alcun risparmio – da un
avveniristico acciaio ad un molto meno affascinante cemento armato (e la Procura ha aperto in merito
una indagine, ipotizzando che dietro questa strana operazione vi sia lo zampino
di qualche ditta fornitrice “amica di”).
Oggi il
Direttore generale di Arpa, dopo aver messo in atto una strategia di
smantellamento sistematico della rete analitica di Arpa, prima perché glielo
chiedeva Cota e ora perché gli serve per accreditarsi come amministratore
virtuoso con Chiamparino, ha indossato la maschera patetica di colui che “mette
in guardia da tagli indiscriminati” tuonando “guai a tagliare le analisi e il
controllo del territorio” (intervista nelle pagine locali del Verbano-Cusio
-Ossola della Stampa del 16 ottobre scorso).
Ridicolo e
tragico al tempo stesso!
Guardiamo
nel giardino nel vicino
Mentre noi
qui ci siamo fatti gingillare da fiumi di parole sulle varie ipotesi di riorganizzazione
senza che, scientemente o meno, ci rendessimo conto che stavamo andando a schiantarci (infatti in
altri articoli si parla senza mezzi termini di chiusure di dipartimenti e sedi
decentrate, di declassamento di strutture da complesse a semplici) in Arpa
Toscana (come in altre consorelle), archiviata già da tempo la fase della
riorganizzazione, Amministrazione e RSU
si siedono intorno ad un tavolo per discutere e condividere ipotesi di revisione
della legge regionale, alla luce della proposta di riforma di legge di revisione
del Sistema Nazionale della Protezione Ambientale (attualmente in discussione
nelle competenti commissioni
parlamentari).
Questo fornisce,
nel caso ce ne fosse bisogno, l’idea del tempo perso nella nostra Arpa.
Se siete
interessati potete leggere l’articolo a questo link:
http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/210-14/210-14-verso-la-riforma-delle-agenzie-ambientali
COMUNICATO DELLA RSU DI ARPA PIEMONTE
Il DDG n° 76 approvato il 22 settembre 2014 non realizza una nuova rete laboratoristica, smantella quella attuale. Al termine di una serie di incontri con le organizzazioni sindacali e la RSU, il risultato chiaro è che il piano dei Laboratori non si regge su dati concreti e che, alle condizioni definite, non è realizzabile.
I tavoli tecnici hanno potuto confermare l’assenza di progetto, l’approssimazione, l’uso distorto dei dati e delle informazioni, nonché la pochezza tecnica di chi lo ha predisposto. Siamo di fronte ad un vuoto progettuale grave, all’assenza completa di informazioni tecniche a supporto delle scelte operate, solo poche e scarne illustrazioni di fogli Excel incompleti, con dati non omogenei, tesi solo a “magnificare” il modello a discapito di altre alternative possibili. Il “progetto” di maggio (corretto a luglio) si è sgretolato incontro dopo incontro sotto le nostre critiche che ne hanno evidenziato limiti e criticità. La stessa Amministrazione ha ammesso dubbi ed incertezze che avrebbero dovuto portare ad una riflessione ulteriore. Riflessione che non è avvenuta. Ha quindi scelto (come era già facilmente prevedibile, visto il copione di questi incontri tecnici) di approvare “qualcosa”, accompagnandolo da tanti “se” e “ma” in modo da renderne la sua attuazione un percorso ad ostacoli. Della serie, partiamo, poi vediamo cosa succede. E’ già successo con i decreti del settembre 2013 ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: per i laboratori (D.D.G. 86) ben 3 ritrattazioni in 7 mesi, per tutto il resto inattuazione e disfunzioni!
L’ipotesi scelta dalla Direzione a settembre non è nessuna delle tante illustrate tra maggio e luglio. Restano però sostanzialmente confermate tutte le chiusure previste a maggio. Le ipotesi per le sedi di laboratorio che chiudono sono tutte ancora da verificare. E’ importante che tutti i Lavoratori di ARPA Piemonte sappiano che questo piano non è credibile, ma è comunqueestremamente pericoloso. Aspettare il fallimento del piano è altrettanto pericoloso. E’ importante che tutti i Lavoratori siano consapevoli del fatto che quel piano è in grado di rendere inefficiente quello che dei Laboratori funziona ancora: la nostra professionalità.
La vera novità degli incontri è stata la proposta della RSU. Una proposta per coniugare una maggiore efficienza del sistema laboratoristico alla tutela della professionalità degli operatori. Una proposta che minimizza le chiusure, ridistribuendo il flusso dei campioni, puntando su laboratori integrati e laboratori specialistici. Una proposta che non drena ingenti risorse per la ristrutturazione dei Laboratori ma usa le risorse strumentali e professionali disponibili per rilanciare le attività dell’Agenzia e per risolvere le “criticità” su cui la Direzione Generale non sa cosa dire.
Per noi è necessario rilanciare la capacità analitica puntando sulle specializzazioni esistenti e sulle sinergie già in pratica all’interno dei territori sovra provinciali, razionalizzando e investendo sul parco strumentale, per una rete laboratoristica più efficiente, flessibile e al passo con gli aggiornamenti normativi.
Bisogna dare certezze al personale che da troppo tempo lavora senza riferimenti organizzativi chiari, mentre si continuano a fare scelte basate soltanto sulla continuità lavorativa o meno del proprio dirigente di struttura.
Bisogna valutare oggettivamente i costi per gli adeguamenti strutturali e la gestione degli appalti, nel rispetto dei lavoratori delle cooperative e nell’intervento su storture che, non da oggi, rappresentano una diseconomia (vedi appalto manutenzione strumenti).
Una proposta, quella della RSU, che cerca di dare risposte positive a queste necessità.
Noi partiamo dalla nostra proposta per far sapere a tutti, anche fuori dall’Arpa Piemonte, che altre scelte sono possibili. Da subito, perché cambiare per noi è necessario, ma bisogna farlo senza buttare all’aria il nostro lavoro, la nostra professionalità, la nostra Agenzia.
RSU Arpa Piemonte
(approvato a maggioranza)
Spett.le V Commissione del Consiglio regionale del Piemonte
c.a. presidente Silvana Accossato
Oggetto: richiesta di audizione
Il 22 settembre 2014 è stato pubblicato il Decreto del Diretttor Generale di ARPA Piemonte n° 76 con il quale si dà avvio alla riorganizzazione dei Laboratori di ARPA Piemonte. Durante gl incontri tecnici che hanno preceduto l'approvazione del piano sono emerse numerose criticità tuttora non risolte, in parte segnalate nello stesso Decreto, oltre all'assenza di qualsiasi piano industriale di rilancio delle attività analitiche. Il rischio concreto è che si avvii oggi un complessivo processo riorganizzativo con pesanti ricadute in termini di costi e di personale con il solo risultato certo di penalizzare ulteriormente la funzionalità dell'Agenzia.
Chiediamo quindi cortesemente di essere convocati e ascoltati dalla V Commissione permanente del Consiglio regionale del Piemonte perché riteniamo doveroso portare a conoscenza le nostre contrarietà e le nostre riserve a quanto prospettato dalla Direzione Generale di ARPA Piemonte, nonché illustrare una proposta di riorganizzazione dei Laboratori che come RSU abbiamo approvato (a maggioranza) e che riteniamo sia in grado di coniugare esigenze di economicità e di efficienza, con il mantenimento di livelli analitici adeguati.
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.
la RSU di ARPA Piemonte
(approvato a maggioranza)