lunedì 22 dicembre 2014

le palle pesanti (appese all'abete)

Le palle appese all’albero sono particolarmente pesanti quest’anno!!!

Facciamo il punto delle situazione: in questi ultimi mesi una parte del sindacato in ARPA ha portato avanti una convinta battaglia di critica e di opposizione al cosiddetto piano di riorganizzazione.

Le nostre (ma non solo le nostre ) motivazioni non sono state una banale presa di posizione a difesa di qualche collega che non vuole trasferirsi da una sede all’altra o che non vuole cambiare mansione.

Il nostro obiettivo è molto più alto, ovvero la tutela di ARPA, contro la dispersione del suo patrimonio professionale e strumentale, contro lo smantellamento dei servizi a favore della Salute pubblica e contro le manovre strumentali della Direzione e di buona parte della classe dirigente di questo Ente che ha ampiamente dimostrato di essere inadeguata in tutte le occasioni in cui si è mossa, badando sostanzialmente alla conservazione del proprio status (leggasi cadreghino).

Basta guardare ai fatti che caratterizzano questa riorganizzazione: come forse saprete, il trasloco di attività da Ivrea e Omegna e le ristrutturazioni di Novara e Vercelli ci costeranno qualcosa come 2 milioni di euro e comporteranno, tra le altre cose, la dismissione dell’unico laboratorio realmente moderno della rete laboratoristica di ARPA, inaugurato solo 14 anni fa e costato all’epoca 10 miliardi di vecchie lire. Inoltre è previsto lo spostamento quotidiano, per almeno tre mesi, del personale da Omegna a Novara e ritorno, con le diseconomie che tutti possono immaginare, nonché un gigantesco piano di formazione per decine di colleghi che si dovranno riqualificare in attività diverse da quelle di provenienza, anche qui con spese consistenti.

Tutto questo avviene a monte di un taglio di finanziamento per il 2015 di 1,5 milioni di euro da parte della Regione; va da sé che l’equazione razionalizzazione uguale risparmio è nulla visto che solo per le due o tre cose che abbiamo citato si spenderanno milioni di euro (che non ci sono).

Qualcuno si è chiesto da dove salteranno fuori questi soldi? Oggi ARPA è un paravento per la Regione che ha sprecato fino all’inverosimile e che per farsi ripianare un debito certificato dalla Corte dei Conti di circa sette miliardi di euro (avete letto bene 7.000.000.000 di euro) ha concentrato la sua attenzione su ARPA, che ha sempre mantenuto un bilancio tutto sommato in ordine, e sulla la sanità dove vengono sfalciati decine di posti letto in tutti gli ospedali della Regione; si tagliano quindi servizi essenziali e si trascurano invece altri centri di spreco (e di inefficienza) in organismi amministrativi satelliti della Regione stessa, per non dire del fatto che il Consiglio regionale, nei giorni scorsi, non ha votato un provvedimento che avrebbe ridotto le retribuzioni dei consiglieri da 10.000 a 7.000 euro mensili.

Per non dire dell’assurdo grattacielo - simbolo tangibile dello spreco stratosferico in cui stiamo annegando - che sta crescendo di fronte al MOI, che costerà alla fine 260 milioni di euro, dei quali 22 solo per la progettazione; in compenso le palazzine che ospitano la nostra sede centrale, dopo neppure 8 anni, stanno letteralmente cadendo a pezzi.

Osserviamo inoltre come esempio emblematico la vicenda dei circa 1700 dipendenti delle provincie piemontesi che rischiano la mobilità ed il successivo licenziamento se entro due anni non troveranno una ricollocazione.
Certamente in qualche modo il caso verrà risolto politicamente, ma questa vicenda è la concreta rappresentazione che le decisioni che la politica prende per un ritorno di immagine immediato, non tengono minimamente conto delle conseguenze, che sono sempre a carico dei lavoratori e della cittadinanza.

Questi sono tutti elementi sui quali ogni collega ha il dovere di riflettere prima di farsi incantare dai fantastici e fantasiosi teoremi di una classe dirigente che si ostina a voler vendere fumo in cambio della (propria) salvezza.

Non sono esentati dalla nostra critica certi sindacati, che non esitiamo a definire venduti, che assolvono alla funzione di truppe di complemento del Potere, quel Potere che assecondano con “marchette ideologiche” al fine di raccogliere le briciole che gli vengono fatte graziosamente cadere dall’alto, svendendo così i destini dell’Ente e dei lavoratori che in buona fede si sono affidati alle loro cure per farsi rappresentare.

Lo diciamo chiaramente, a costo di farci nuovamente additare come i gufi che si oppongono al vento del cambiamento: con un finanziamento ridotto ed una previsione di spesa per il 2015 di diversi milioni di euro (che non abbiamo) il rischio concreto è quello di ritrovarci, tra un anno, a farci auguri di ben altro tenore.

Detto questo comprendiamo che nel periodo che precede le feste natalizie vi sareste aspettati un messaggio di banale buonismo ecumenico; ci dispiace per chi la pensa così, siamo animati da un fortissimo senso etico che non ci consente di fare sconti a nessuno.
L’obiettivo che ci poniamo è quello di lottare per il bene comune contro affaristi, trafficoni e privilegi immeritati….tutto il resto è noia!

Buone feste!

giovedì 11 dicembre 2014

UNA RIUNIONE AL GIORNO LEVA L'ARPA DI TORNO....O FORSE NO!




Facciamo il punto della situazione di queste giornate piuttosto frenetiche:
il 4 dicembre la Direzione al gran completo ci ha ricevuti per un aggiornamento sul programma di riorganizzazione dell’Agenzia.

Vi risparmiamo i dettagli di questa ennesima “rappresentazione” che avrete già letto in altri resoconti; la valutazione che ci limitiamo a fare è che tutto ciò che hanno pianificato è un non senso totale, a cominciare dalle previsioni di spesa per mantenere in piedi due laboratori a Vercelli (Radiazioni e Fitofarmaci), sede destinata a non essere più struttura dipartimentale, dove quantificano una spesa che va da 700.000 ad 1.130.000 di euro.

Quanto a Novara, che dovrebbe essere la sede dipartimentale ospitante il laboratorio di ambito, colpisce il fatto che per coprire gli organici necessari al nuovo fabbisogno in quella sede si ricorrerà esclusivamente alla mobilità volontaria; abbiamo chiesto cosa avrebbero fatto se non ci fossero state sufficienti adesioni, ma la risposta non è pervenuta, o quanto meno noi non l’abbiamo capita….

Abbiamo sollevato dubbi anche rispetto alla cronologia degli interventi, nel senso che sarebbe stato meglio, nell’ordine, aspettare la ratifica (imminente) della Legge regionale che modifica i principi organizzativi di Arpa, stilare un nuovo Regolamento e poi intervenire sull’organizzazione: ci è stato detto che spostare cose, persone e attività corrisponde ad una necessità impellente di risparmio e che tutto ciò prescinde dal Regolamento, che una volta riscritto (nel 2015) definirà l’ossatura complessiva dell’Agenzia, compresa la ridefinizione delle strutture amministrative centrali, a cui il D.G. ha dedicato un breve accenno.

L’abbiamo già detto e lo ripetiamo: al di là di tutte le considerazioni di merito, questo piano costa un sacco di soldi, particolarmente nella versione accelerata indicata dal Comitato Regionale di Indirizzo.


Quanto costi nella realtà abbiamo capito che non lo sa nessuno, ma a fronte di ipotetici e non quantificati risparmi futuri, Arpa oggi non si può permettere di spendere soldi che non ha (anche alla luce dell’ennesima riduzione del finanziamento regionale). La testardaggine di chi questi interventi li vuole fare comunque e a prescindere da ogni osservazione ci porterà, temiamo presto, a dover affrontare risparmi e decisioni dolorose sulla pelle di tutti  ANCHE DI CHI OGGI NON SI SENTE COINVOLTO. 

Nel pomeriggio stesso è arrivata alle OO.SS. ed alla RSU la convocazione per il giorno dopo (il 5) presso la Vice- Presidenza della Regione dove le delegazioni sono state ricevute dal Vice Presidente Reschigna e dall’Assessore all’Ambiente Valmaggia.
In quella sede, ascoltando il discorso di Reschigna e quello successivo di Valmaggia ci siamo resi conto che la parte politica ragiona per approssimazione, gli si dice che con questo piano si risparmia e loro, che devono dimostrare che si razionalizza e si risparmia, si prendono il “pacchetto” confezionato dalla nostra Direzione.

Gli interventi della RSU (a maggioranza CGIL, FSI e USB) hanno chiarito alla parte politica che le approssimazioni non portano da nessuna parte, in altre parole non si può anteporre l’azione ad un piano ragionato in termini complessivi e razionali; e quindi, in ultima analisi riteniamo si debba riscrivere l’organizzazione, tagliando gli sprechi e tante figure di Responsabile di SC superflue, studiare attentamente un piano di riordino che, salvaguardando specificità dell’Ente e valorizzandone le potenzialità, elimini i doppioni e snellisca la linea di comando.            

Sono stati questi principi che hanno animato il dibattito sviluppato tra la delegazione di FSI ed il Vice-Presidente Reschigna, che ha avuto la cortesia di accoglierci in un incontro a noi riservato e svoltosi  il 9 dicembre, del quale vi abbiamo dato conto con il comunicato del giorno 10 della Segreteria Regionale FSI.


In particolare, il Vice-Presidente ci ha evidenziato come le criticità maggiori dal punto di vista finanziario ricadranno sulle casse regionali nel corso dei prossimi due anni e come la Regione abbia la necessità di una riduzione di spesa immediata, contemperando tale esigenza con la  precisa volontà  politica di non ridurre i servizi ai cittadini ivi compresa la tutela dell’ambiente.

Abbiamo fatto notare al Vice Presidente, che ci ha ascoltati con MOLTA ATTENZIONE, che invece la strada intrapresa NON porterà ai risparmi immediati auspicati e come, conseguentemente, occorra fermare il piano prima che sia troppo tardi.     Per la Regione, per Arpa, per NOI.

 

ULTIMA ORA


Intanto sono stati sospesi sia la visita del DG a Novara prevista per ieri, che quella di una commissione tecnica al VCO prevista per oggi, 11 dicembre, ed incaricata di valutare le azioni di liquidazione e trasferimento delle attività a Novara;  sembra anche che la Direzione sia stata convocata in Regione nei prossimi giorni per ulteriori chiarimenti.
Seguiremo gli sviluppi e vi aggiorneremo puntualmente.

FSI a colloquio con Aldo Reschigna Vice Presidente Regione Piemonte

Oggi, 9 dicembre,  una delegazione di FSI ha avuto un importante incontro in Regione con il Vicepresidente Aldo Reschigna, in merito al piano di riorganizzazione di Arpa.
Nel corso della riunione abbiamo espresso al Vicepresidente le nostre osservazioni al piano, chiedendo espressamente di sospenderne l'attuazione prevista, lo ricordiamo, a partire dal 7 gennaio 2015.
Il Vicepresidente ha condiviso molte delle nostre osservazioni, e ci ha garantito una risposta entro una settimana.
Nei prossimi giorni predisporremo un resoconto dettagliato dell'incontro odierno, oltre al tavolo tecnico di informazione tenuto il 4/12 dalla Direzione con RSU e OO.SS., e all'incontro avuto in Regione venerdì 5/12 da RSU e OO.SS con il Vicepresidente stesso e l'Assessore all'Ambiente Valmaggia .
A seguire il comunicato della Sgreteria Regionale FSI

coordinamento Arpa
    FSI-USAE

domenica 30 novembre 2014

FSI – LE DUE RAGIONI DI UN NON SCIOPERO

Torino, 30 novembre 2014

Come sapete il 1° dicembre si svolge lo sciopero indetto dalla CISL per tutto il pubblico impiego, mentre il 12 ci sarà quello generale di CGIL e UIL.

NOI NON ADERIAMO né  ad uno né all’altro, le ragioni generali le spiega benissimo la Segreteria nazionale nel comunicato qui sotto riportato, che vi invitiamo a leggere e nel quale ci  riconosciamo.

Per quel che concerne lo stato di agitazione indetto dalla RSU a maggioranza, al quale FSI ha aderito, uno sciopero avrebbe anche potuto starci e per un po’, noi di FSI, ci abbiamo anche pensato a cogliere questa occasione per aderire personalmente, lasciando libertà di adesione a tutti coloro che si sentono colpiti, danneggiati e offesi dalla scempio che l’Amministrazione sta compiendo ai danni dell’Agenzia e soprattutto dei suoi lavoratori.

Ma, c’è un MA troppo grande, che impedisce  ai componenti ARPA di FSI di aderire, anche solo personalmente, ad uno  sciopero nel quale è coinvolta la UIL, la quale non ha votato lo stato di agitazione avallando e fiancheggiato la Direzione nel suo disegno di smembramento dell’Agenzia.

Ora che il confronto, grazie alle iniziative messe in atto dalla maggioranza RSU ed alla quale si sono sottratte CISL e UIL, si sta spostando verso livelli più alti, ovvero la Regione, la UIL aziendale sta cercando di dissimulare le proprie gravissime responsabilità pronta a riposizionarsi per cercare di limitare i danni; discorso simile si può fare per la CISL.

Per questi motivi non intendiamo, in questa circostanza, in nessun modo essere associati a sindacati totalmente asserviti alle logiche di un potere aziendale scadente e virtualmente decaduto.

Nell’ambito dello stato di agitazione dichiarato dalla maggioranza RSU a breve metteremo in campo altre iniziative, certamente efficaci, che avranno il merito di non farci correre il rischio di essere confusi con i complici di questa riorganizzazione senza capo e senza coda.    

redatto a cura del Coordinamento FSI-ARPA PIEMONTE



sabato 29 novembre 2014
QUANDO LE CINGHIE NON TRASMETTONO PIÙ !


Lunedi prossimo, il 1° dicembre, va in onda lo sciopero delle categorie del pubblico impiego della Cisl e di alcune altre organizzazioni sindacali subalterne (organizzazioni cioè che non si sono mai misurate con uno sciopero indetto autonomamente); il 12 dicembre, invece, c’è lo sciopero generale indetto dalla CGIL e dalla UIL a cui - anche in questo caso – si accodano altre organizzazioni subalterne.

Noi non aderiamo a nessuna delle due iniziative !!!
Ed il perché è presto detto.
Le due iniziative, lungi dall’essere finalizzate ad un preciso obiettivo in favore dei lavoratori, hanno una forte connotazione politica di rivendicazione di un ruolo di interlocuzione privilegiata con il Governo e con le forze parlamentari che per loro, in questo momento, è venuto meno.

Appoggiare queste iniziative oggi sarebbe quindi come riconoscere una subalternità sindacale, politica ed organizzativa della propria organizzazione nei confronti della triplice e lavorare per ricostruire e riconsegnare alla triplice, su di un piatto d’argento, quella cinghia di trasmissione politica (che oggi invece parrebbe essersi sfilacciata) ed il ruolo di interlocutrici privilegiate che - in ordine sparso e fra uno sgambetto ed una gomitata – CGIL, CISL e UIL rivendicano.

Noi, anche se siamo meno forti della triplice, non siamo subalterni ad alcuno e quindi non appoggiamo ne ora, ne mai, delle iniziative che non hanno alcuna utilità vera e diretta per i lavoratori.

"Lo sciopero è uno strumento importantissimo ed è un sacrificio per i lavoratori che perdono una giornata di lavoro, quindi va usato avendo questa consapevolezza" … "va usato con obiettivi precisi"… "lo sciopero contro la crisi ho impressione sia uno strumento spuntato" ha detto la leader della Cisl al videoforum di Repubblica Tv, contestando la linea di Cgil e Uil di proclamare lo sciopero generale. Ma lo sciopero per il pubblico impiego di lunedì 1 dicembre della CISL ( che a quanto si legge su alcuni quotidiani sembra aver provocato alcuni mal di pancia all’interno della stessa confederazione) ha lo stesso inconfessato obiettivo.

Certo non è da gioire se governo e parlamento restringono i diritti dei lavoratori ed aumentano le tasse, ma non è rafforzando il potere della triplice che si portano risultati ai lavoratori. Ricordiamo che quando il Governo Monti ha smesso di convocare gli autonomi a Palazzo Chigi loro non hanno speso una parola a tale proposito.

Tranne che per il fatto che tutti rivendichiamo, oggi, la riapertura dei contratti (ma con la differenza che questa rivendicazione noi la facciamo ininterrottamente dal 2010 e lo sciopero lo abbiamo fatto in tempi non sospetti), abbiamo obiettivi, strategie e progetti diversi: noi vogliamo il bene dei lavoratori, loro il cordone ombelicale che si è strappato. E’ assai differente.

Il Segretario Generale

lunedì 3 novembre 2014

IL VENTO DEL CAMBIAMENTO......CI STA PORTANDO VIA!!!



Come sapete il giorno 30  ottobre è uscita la “newsletter” della Direzione che aggiorna sullo stato dell’arte in materia di riorganizzazione dei laboratori; pochi hanno notato che a margine di questa lettera sono pubblicate due presentazioni, una sullo stato dei laboratori e sulla loro  evoluzione secondo le linee previste dal DDG 76 e una sul rendiconto 2013; ma il pezzo forte è costituito dal primo allegato che contiene le determinazioni del Comitato regionale di indirizzo e la relativa lettera di accompagnamento della Regione, a firma Valmaggia (assessore all'ambiente) che recependole, di fatto approva la contrazione del sistema laboratoristico, riducendo però l’attuazione del programma da tre ad un anno e dando anche preciso mandato all’Arpa di:

  1. progettare un laboratorio unico regionale;
  2. rivedere la struttura organizzativa mediante aggregazione di sedi e funzioni;
  3. ridurre le sedi dipartimentali.


Chiunque può comprendere come la situazione stia precipitando in maniera esponenziale rispetto al recente passato, il passato al quale ci riferiamo è quello della gestione Robotto, iniziata con i decreti di riorganizzazione del settembre 2013, superati in corso d’opera e rivisti con il modello proposto con DDG 76/2014, ormai reso carta straccia dalle richieste della Regione di cui sopra.


Non è una novità, avevamo sempre denunciato gli sprechi di Arpa e come fosse necessario un uso migliore delle risorse in luogo delle duplicazioni di funzioni e strutture.
Il continuo cambio di passo da 10 anni a questa parte ci ha portati all’attuale caos organizzativo, detto ciò, di una cosa  dobbiamo onestamente dare atto all’Amministrazione, ovvero che nonostante tutto è riuscita a tenere i conti in ordine.

La domanda quindi sorge spontanea: cosa c’è dietro a questo attacco ad Arpa?

La Regione, dall’alto dei suoi 7/8 miliardi di deficit accumulato in un ventennio di amministrazioni rosse, blu, con le mutande verdi, viene a fare le pulci all’unico Ente il cui bilancio è in pareggio.
Se anche ci chiudesse totalmente risparmierebbe “solo” 63 milioni, che rappresentano meno dell’1% del baratro presente.

La risposta ce la diamo da noi stessi: oggi che è scoppiato lo scandalo dei bilanci falsi dell’Ente Regione, Arpa deve svolgere l’ingrato ruolo di foglia di fico di una Regione che si è dimostrata nelle gestioni passate una voragine di sprechi e di malgoverno.


E così i costi sono tutti addossati ai lavoratori Arpa che dovranno sobbarcarsi trasferimenti, cambi di funzione, e chissà cos’altro dovremo aspettarci da frasi del tipo “aggregazione delle attuali articolazioni sia sulla base del territorio di riferimento che delle funzioni svolte”.

Principali responsabili di questa situazione sono i diversi direttori che si sono succeduti negli anni, che non hanno saputo creare un’immagine di autorevolezza e terzietà, ma soprattutto di efficienza organizzativa; l’Ing. Robotto ha completato l’opera, prima proponendo un piano assurdo ma efficace sul piano della comunicazione per compiacere i referenti politici precedenti, peggiorandolo con la nuova Giunta per accreditarsi come amministratore oculato e più realista del Re, ma così facendo ha ineluttabilmente fatto diventare Arpa l’agnello scarificale utile a salvare la faccia di fronte ad un’opinione pubblica disinformata, nell’interesse di determinati circoli privilegiati. (non è un caso che negli articoli della stampa locale Arpa sia stata costantemente citata come Ente che deve fare la “cura dimagrante”).

Complici di questo disastro sono CISL e UIL che hanno nei fatti avvallato il delirio nel quale ci siamo imbattuti e che, con accondiscendente servaggio, hanno dato veste ideologica a questo atteggiamento evocando immagini suggestive quali “vento del cambiamento” o “il coraggio di cambiare”. 

Adesso queste mosche cocchiere, sempre pronte a saltare sul carro più utile a trasportarle verso i loro interessi, saranno contente di questo bel risultato.
Infatti, già si fanno avanti con dichiarazioni di disponibilità al dialogo per poter spolpare quel poco che è rimasto,  formulando frasi sibilline come “risorse da investire nei fondi contrattuali del salario accessorio”, immaginiamo riferendosi al “milione” ancora in ballo dei fondi dirigenziali, o di qualche beneficio a vantaggio dei soliti pochi che si rendono disponibili a quest’azione di autentico sciacallaggio a spese dei lavoratori onesti e fuori da certe cricche cortigiane.

Detto questo e visto quanto riportato dalla  lettera del Comitato Regionale di Indirizzo che esautora la Direzione, Arpa risulta nei fatti commissariata, noi riteniamo che qualcuno dovrebbe trarne le dovute conseguenze.


A breve verranno pubblicate le conclusioni e le iniziative della RSU.



NOVITA’:

Da oggi ci potete seguire su Twitter al nostro account @ControinfArpa

AGGIUNGETECI AI VOSTRI FOLLOWING!!

mercoledì 29 ottobre 2014

SOLIDARIETA' AI LAVORATORI DELLE ACCIAIERIE DI TERNI

Piena solidarietà ai lavoratori delle acciaierie di Terni, che oggi a Roma mentre manifestavano per difendere il loro posto di lavoro sono stati barbaramente e vigliaccamente manganellati dalla polizia.




martedì 28 ottobre 2014

Info flash FSI - Assessore all’Ambiente Valmaggia: “Il problema non è tagliare ma il rischio di chiudere baracca!”



Questa mattina,  alcuni componenti della RSU e colleghi di Arpa hanno presidiato l’ingresso del Centro Congressi della Regione in C.so Stati Uniti dove si stava svolgendo un congresso in occasione del ventesimo anniversario dell’alluvione in Piemonte del 1994.
Nel corso della mattinata abbiamo avuto un breve scambio di battute con l’Assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia, il quale, cortesemente, ha accettato di interloquire con la rappresentanza dei lavoratori presenti.

I toni usati dall’Assessore sono stati catastrofici, citiamo testualmente: “Il problema non è tagliare, la situazione finanziaria è tale che rischiamo di chiudere la baracca”.

I lavoratori presenti hanno fatto notare all’Assessore che Arpa non può essere considerata la soluzione dei problemi finanziari della Regione, poiché i bilanci dell’Agenzia sono sempre stati tenuti sotto controllo e, come spiegato nel comunicato stampa di ieri Arpa, negli anni,  non ha fatto altro che ridurre i propri costi, contraendo al minimo le attività istituzionali dell’Ente a tutela dell’Ambiente e dei cittadini.

Accettando il volantino con il comunicato stampa della RSU, l’Assessore ha confermato di essere a conoscenza della richiesta di incontro inviata alla V Commissione ed ha verbalmente garantito la propria disponibilità al confronto.  

mercoledì 22 ottobre 2014

LA REVISIONE DELLA RETE DEI LABORATORI: SUPERATA DAGLI EVENTI!

Pubblichiamo sul blog FSI aziendale la mail della RSU e la relativa lettera con la quale la medesima RSU chiede (a maggioranza) di essere ascoltata dalla V° Commissione regionale competente in materia di Ambiente.
Accompagniamo tale pubblicazione con una nostra integrazione a commento che ci sembra doverosa, soprattutto in ordine al fatto che le notizie che riguardano il dissesto finanziario della nostra Regione si inseguono con articoli di stampa che escono con frequenza quasi quotidiana e che vedono ARPA sempre più citata come esempio della cura dimagrante da fare negli enti strumentali; questa insistenza nel citare l’Agenzia fa pensare che si voglia quasi far dimenticare la pletora di sprechi fuori controllo in altri carrozzoni che esistono sotto forma di società o consorzi privatistici, da sempre terra di conquista di politici trombati o clienti dei medesimi in cerca di incarichi ben remunerati e senza troppi controlli.
Alla luce di quanto avviene sembra  persino anacronistica e superata (come ampiamente previsto in tempi non sospetti) la tematica del riordino (o smantellamento) della rete laboratoristica, cercheremo di spiegare perché -

Il comunicato e la relativa richiesta di audizione da parte della Regione della RSU di Arpa Piemonte (in calce a questo commento) è stato concordato a maggioranza, ovvero, per fare nomi e cognomi, con il voto positivo di 3 sigle su 5 che formano l’attuale RSU aziendale: CGIL, FSI e USB.

Le altre componenti non aderiscono alle iniziative della maggioranza della RSU,  preferendo motivare la propria posizione di accondiscendenza  con pittoresche metafore, che in questa sede vi risparmieremo.

A qualcuno non sarà sfuggito, tra i tanti articoli apparsi nei giorni scorsi, quello pubblicato dalla Stampa di domenica 19 settembre, là dove si dice senza mezzi termini che Arpa “conta 1039 dipendenti ed è candidata ad una robusta cura dimagrante”.

A questo proposito non possiamo dimenticare la pretesa dell’Amministrazione che tre anni fa rivendicava la necessità di aumentare gli organici dirigenziali di ben 51 unità – tre anni fa, non un secolo fa! (vedi links sottostanti) pubblicati a gennaio 2012:

 http://archiviosindacale.blogspot.it/2012/01/piano-di-riposizionamento.html
 http://archiviosindacale.blogspot.it/2012/01/precisazioni-sulla-lettera-aperta-del.html



Va da sé che il problema travalica i confini di Arpa poiché il dissesto finanziario riguarda tutto l’Ente Regione al quale è stato certificato dalla Corte dei Conti un disavanzo che può addirittura salire a 7,5 miliardi di Euro, una cifra stratosferica se paragonata alle poche centinaia di milioni di Euro messe a bilancio (in modo fraudolento) dalla Giunta precedente.

Per voce di Carlo Cottarelli, l’ormai ex Commissario di Governo alla Revisione della Spesa, la Regione Piemonte è una delle più indebitate  non certo perché abbia brillato fino ad ora sugli investimenti nello stato sociale o per aver realizzato opere pubbliche con particolare efficienza e celerità: cantieri aperti e lasciati incompiuti per anni, una Sanità pubblica allo sfascio, progetti su grandi opere clamorosamente sbagliati e progetti faraonici al posto di soluzioni semplici e poco dispendiose sono la cifra che ha caratterizzato l’Amministrazione regionale di questi ultimi 20 anni, con responsabilità assolutamente bi-partisan tra destra e sinistra.
Completano il quadro gli sprechi dovuti ai rimborsi facili che coinvolgono ecumenicamente tutto il panorama politico locale.


Un esempio concreto di spreco regionale? Parlavamo di progetti faraonici, ad esempio il “meraviglioso” monumento di proporzioni falliche, che a vista d’occhio sta crescendo davanti alle nostre finestre. (Per i non torinesi il grattacielo della Regione al Lingotto che, una volta terminato, sarà nientepopodimenoche l’edificio più alto d’Italia!)




È bene sapere che solo il progetto è costato qualcosa come 22 milioni;  facendo un rapido conto della serva,  i 22 milioni della parcella dell’architetto incaricato (l’archistar Fuksas, noto tra i torinesi per aver realizzato l’edificio più brutto ed inutile della città) corrispondono ad oltre 6 mensilità di stipendi, comprensivi di irperf trattenuta alla fonte e contributi previdenziali, di TUTTI i 1000 dipendenti Arpa, comparto e dirigenza.
Segnaliamo, inoltre, che il progettista ha citato per danni la Regione, per aver variato senza il suo consenso il progetto (quello da 22 milioni) modificandovi la struttura portante – senza peraltro apportare alcun risparmio – da un avveniristico acciaio ad un molto meno affascinante cemento armato (e la Procura ha aperto in merito una indagine, ipotizzando che dietro questa strana operazione vi sia lo zampino di qualche ditta fornitrice “amica di”).


Oggi il Direttore generale di Arpa, dopo aver messo in atto una strategia di smantellamento sistematico della rete analitica di Arpa, prima perché glielo chiedeva Cota e ora perché gli serve per accreditarsi come amministratore virtuoso con Chiamparino, ha indossato la maschera patetica di colui che “mette in guardia da tagli indiscriminati” tuonando “guai a tagliare le analisi e il controllo del territorio” (intervista nelle pagine locali del Verbano-Cusio -Ossola della Stampa del 16 ottobre scorso).   

Ridicolo e tragico al tempo stesso!  



Guardiamo nel giardino nel vicino

 
Mentre noi qui ci siamo fatti gingillare da fiumi di parole sulle varie ipotesi di riorganizzazione senza che, scientemente o meno, ci rendessimo conto  che stavamo andando a schiantarci (infatti in altri articoli si parla senza mezzi termini di chiusure di dipartimenti e sedi decentrate, di declassamento di strutture da complesse a semplici) in Arpa Toscana (come in altre consorelle), archiviata già da tempo la fase della riorganizzazione,  Amministrazione e RSU si siedono intorno ad un tavolo per discutere e condividere ipotesi di revisione della legge regionale, alla luce della proposta di riforma di legge di revisione del Sistema Nazionale della Protezione Ambientale (attualmente in discussione nelle competenti commissioni  parlamentari).
Questo fornisce, nel caso ce ne fosse bisogno, l’idea del tempo perso nella nostra Arpa.

Se siete interessati potete leggere l’articolo a questo link: 
 http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/210-14/210-14-verso-la-riforma-delle-agenzie-ambientali

COMUNICATO DELLA RSU DI ARPA PIEMONTE

Il DDG n° 76 approvato il 22 settembre 2014 non realizza una nuova rete laboratoristica, smantella quella attuale. Al termine di una serie di incontri con le organizzazioni sindacali e la RSU, il risultato chiaro è che il piano dei Laboratori non si regge su dati concreti e che, alle condizioni definite, non è realizzabile
I tavoli tecnici hanno potuto confermare l’assenza di progetto, l’approssimazionel’uso distorto dei dati e delle informazioni, nonché la pochezza tecnica di chi lo ha predisposto. Siamo di fronte ad un vuoto progettuale grave, all’assenza completa di informazioni tecniche a supporto delle scelte operate, solo poche e scarne illustrazioni di fogli Excel incompleti, con dati non omogenei, tesi solo a “magnificare” il modello a discapito di altre alternative possibili. Il “progetto” di maggio (corretto a luglio) si è sgretolato incontro dopo incontro sotto le nostre critiche che ne hanno evidenziato limiti e criticità. La stessa Amministrazione ha ammesso dubbi ed incertezze che avrebbero dovuto portare ad una riflessione ulteriore. Riflessione che non è avvenuta. Ha quindi scelto (come era già facilmente prevedibile, visto il copione di questi incontri tecnici) di approvare “qualcosa”, accompagnandolo da tanti “se” e “ma” in modo da renderne la sua attuazione un percorso ad ostacoli. Della serie, partiamo, poi vediamo cosa succedeE’ già successo con i decreti del settembre 2013 ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: per i laboratori (D.D.G. 86) ben 3 ritrattazioni in 7 mesi, per tutto il resto inattuazione e disfunzioni!

L’ipotesi scelta dalla Direzione a settembre non è nessuna delle tante illustrate tra maggio e luglio. Restano però sostanzialmente confermate tutte le chiusure previste a maggio. Le ipotesi per le sedi di laboratorio che chiudono sono tutte ancora da verificare. E’ importante che tutti i Lavoratori di ARPA Piemonte sappiano che questo piano non è credibile, ma è comunqueestremamente pericoloso. Aspettare il fallimento del piano è altrettanto pericoloso. E’ importante che tutti i Lavoratori siano consapevoli del fatto che quel piano è in grado di rendere inefficiente quello che dei Laboratori funziona ancora: la nostra professionalità
La vera novità degli incontri è stata la proposta della RSUUna proposta per coniugare una maggiore efficienza del sistema laboratoristico alla tutela della professionalità degli operatori. Una proposta che minimizza le chiusure, ridistribuendo il flusso dei campioni, puntando su laboratori integrati e laboratori specialistici. Una proposta che non drena ingenti risorse per la ristrutturazione dei Laboratori ma usa le risorse strumentali e professionali disponibili per rilanciare le attività dell’Agenzia e per risolvere le “criticità” su cui la Direzione Generale non sa cosa dire.
Per noi è necessario rilanciare la capacità analitica puntando sulle specializzazioni esistenti e sulle sinergie già in pratica all’interno dei territori sovra provinciali, razionalizzando e investendo sul parco strumentale,  per una rete laboratoristica più efficiente, flessibile e al passo con gli aggiornamenti normativi. 
Bisogna dare certezze al personale che da troppo tempo lavora senza riferimenti organizzativi chiari, mentre si continuano a fare scelte basate soltanto sulla continuità lavorativa o meno del proprio dirigente di struttura.
Bisogna valutare oggettivamente i costi per gli adeguamenti strutturali e la gestione degli appalti, nel rispetto dei lavoratori delle cooperative e nell’intervento su storture che, non da oggi, rappresentano una diseconomia (vedi appalto manutenzione strumenti).
Una proposta, quella della RSU, che cerca di dare risposte positive a queste necessità. 
Noi partiamo dalla nostra proposta per far sapere a tutti, anche fuori dall’Arpa Piemonte, che altre scelte sono possibili. Da subito, perché cambiare per noi è necessario, ma bisogna farlo senza buttare all’aria il nostro lavoro, la nostra professionalità, la nostra Agenzia.
RSU Arpa Piemonte
(approvato a maggioranza)


Spett.le V Commissione del Consiglio regionale del Piemonte 
c.a. presidente Silvana Accossato



Oggetto: richiesta di audizione

Il 22 settembre 2014 è stato pubblicato il Decreto del Diretttor Generale di ARPA Piemonte n° 76 con il quale si dà avvio alla riorganizzazione dei Laboratori di ARPA Piemonte. Durante gl incontri tecnici che hanno preceduto l'approvazione del piano sono emerse numerose criticità tuttora non risolte, in parte segnalate nello stesso Decreto, oltre all'assenza di qualsiasi piano industriale di rilancio delle attività analitiche. Il rischio concreto è che si avvii oggi un complessivo processo riorganizzativo con pesanti ricadute in termini di costi e di personale con il solo risultato certo di penalizzare ulteriormente la funzionalità dell'Agenzia.
Chiediamo quindi cortesemente di essere convocati e ascoltati dalla V Commissione permanente del Consiglio regionale del Piemonte perché riteniamo doveroso portare a conoscenza le nostre contrarietà e le nostre riserve a quanto prospettato dalla Direzione Generale di ARPA Piemonte, nonché illustrare una proposta di riorganizzazione dei Laboratori che come RSU abbiamo approvato (a maggioranza) e che riteniamo sia in grado di coniugare esigenze di economicità e di efficienza, con il mantenimento di livelli analitici adeguati.

In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.

Per comunicazioni si prega di scrivere al seguente indirizzo rsu@arpa.piemonte.it 

la RSU di ARPA Piemonte
(approvato a maggioranza)


giovedì 16 ottobre 2014

Legge di stabilità 2015 - Tutte le novità in pillole

Legge di stabilità 2015. Tutte le novità in pillole.


Nessun aumento di tasse e spinta alla lotta all’evasione. Arriva la manovra per la crescita, tutta espansiva, lievitata fino a 36 miliardi. Coperta, tra l’altro, con 15 miliardi di spending review, 11 miliardi di spazio sul deficit, 3,6 miliardi dalle rendite, 3,8 dalla lotta all’evasione, 600 milioni dalla banda larga, 1 miliardo dalle slot machine e 1 dalla riprogrammazione. Una legge di stabilità che conterrà il trasferimento del Tfr in busta paga per aumentare l’effetto bonus da 80 euro (confermato ma che si trasforma in detrazione) per rilanciare i consumi. E tutta orientata sulla ripresa anche dell’occupazione, attraverso un drastico intervento sull’Irap (da cui viene cancellata la componente lavoro) e da un intervento anche in favore delle partite Iva con redditi bassi, da incentivi per chi vuole assumere, che non dovrà pagare per i primi tre anni i contributi. Corposo anche il pacchetto contro l’evasione. 6,9 miliardi andranno a coprire le spese indifferibili (come le missioni di pace)

- “80 EURO” BONUS DIVENTA DETRAZIONE, NON CAMBIA PLATEA: gli “80 euro” diventano stabili (servono ancora 7 miliardi di coperture) ma “cambiano pelle”, diventando una detrazione, non più un bonus aggiuntivo (quindi una minore entrata, non una maggiore uscita in linea con la Ue). Non cambia invece la platea. 
- 500 MLN PER SCONTI ALLE FAMIGLIE: per sostenere le famiglie con figli arriva invece un sostegno fino al terzo anno di età. Per i nuclei numerosi in arrivo anche l’esenzione dei ticket, con la riforma che sarà pronta entro fine anno. 
- 300 MLN PER RICERCA E SVILUPPO: in arrivo risorse per mezzo miliardo per il credito d’imposta sugli investimenti in ricerca e sviluppo (per le imprese possibili anche anche il “patent box”, cioè un meccanismo di sostegno ai brevetti, con agevolazioni sui guadagni). 
- IRAP GIÙ PER 5 MLD: in arrivo un nuovo, sostanzioso, intervento sull’Irap, da cui sarà eliminata la componente lavoro (per 5 miliardi), che si aggiunge al taglio del 10% del 2014. 
- CAMBIA FISCO FORFAIT PER I MINIMI, CON 800 MLN: Per sostenere anche 900mila partite Iva, si anticipata parte del decreto sul riordino del regime dei minimi, previsto nella delega fiscale. Addio quindi al fisco forfait o al cosiddetto forfettone. La novità che introduce grandi semplificazioni di adempimenti. È questo il capitolo sul quale arriva un alleggerimento da 800 milioni di euro. 
- ZERO CONTRIBUTI NEOASSUNTI , 1,9 MLD: le imprese che assumono potranno godere anche dello sgravio sui contributi a loro carico, azzerati per tre anni sui neoassunti, misura per cui saranno stanziati quasi due miliardi 
- NUOVO SUSSIDIO UNIVERSALE UNA DOTE 1,5 MLD : per sostenere i nuovi ammortizzatori sociali previsti dal Jobs Act il governo stanzia 1,5 miliardi aggiuntivi. 
- SPAZIO INVESTIMENTI PER I COMUNI PER 1 MLD: la manovra dovrebbe contenere anche un miliardo per allentare il patto di Stabilità interno. I Comuni chiedono però che venga rinviato anche per loro l’obbligo del pareggio di bilancio al 2017. 
- SPESE PER I TRIBUNALI A CARICO DELLO STATO: con la legge di stabilità si stanziano 250 milioni di euro per le spese per i tribunali che non saranno più a carico dei Comuni ma dello Stato 
- “BUONA SCUOLA”, 1 MLD PER I PRECARI: nel menù della legge di stabilità anche le risorse per la stabilizzazione dei precari. 
- TFR: la misura per rendere disponibile direttamente in busta paga il trattamento di fine rapporto sarà introdotta con la legge di stabilità, e ha ricevuto anche l’ok delle banche. Sarà sostenuta con un fondo di garanzia da 100 milioni 
- AGGRAVIO PER FONDI PENSIONE E FONDAZIONI: arriva un aggravio da 1,2 miliardi che si aggiungono ai 2,4 di aumento di tassazione delle rendite l’anno scorso, a carico di fondazioni bancarie e fondi pensione 
- 900 MLN DA REVERSE CHARGE: si allarga l’utilizzo del reverse charge contro la lotta all’evasione dell’Iva secondo le regole autorizzate dalla Ue (non per la grande distribuzione) che porterà nelle casse dello Stato 900 milioni di euro. 
- CAMBIANO CONTROLLI, AG.ENTRATE AIUTA AUTO-CORREZIONE: Cambiano verso i controlli fiscali, con l’obiettivo di aiutare il contribuente all’auto-correzione e concentrare il contrasto su frodi e contribuenti meno collaborativi. Di fatto l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione nuovi flussi di dati per aiutare il contribuente ad assolvere correttamente «a monte» i suoi obblighi fiscali e consentirgli, eventualmente, una volta presentata la dichiarazione, anche di correggere in autonomia la propria posizione. 
- ARRIVA RAVVEDIMENTO LUNGHISSIMO: Il ravvedimento operoso, che attualmente prevede la riduzione delle sanzioni a 1/8 del minimo solo entro un anno, allarga le sue porte fino a coprire i termini dell’accertamento con sanzioni minime via via rimodulate in funzione dei tempi con cui il cittadino sana l’errore. Sanzioni ancora più ridotte se la regolarizzazione, anche sui versamenti, avviene entro 90 giorni. 
- IVA, ARRIVANO SEMPLIFICAZIONI ADEMPIMENTI: dal 2016 viene cancellato l’obbligo della dichiarazione unificata e viene fissato a febbraio il termine per presentare la dichiarazione Iva. Passa alla storia anche la comunicazione dati Iva: una semplificazione che consentirà di tagliare, ogni anno, circa 3.300.000 comunicazioni. 
- RISORSE PER ROMA CAPITALE E EXPO: nella legge di stabilità sono stanziati 150 milioni di euro per Roma Capitale e per Milano per l’Expo. 

Capitolo Spending Review

 

Ecco le proposte dei Ministeri per i risparmi da Spending Review sulla spesa pubblica, con cui finanziare la Legge di Stabilità 2015: maggiore contributo da Istruzione e Lavoro, la parola passa all'Economia.

Lavoro

Risparmi per 2,2 miliardi, derivanti da varie misure come il cambiamento dei requisiti per l’accesso a prestazioni sociali (integrazioni al minimo della pensione o gli assegni sociali), decontribuzione sulla contrattazione aziendale, risparmi su fonti di spesa sovrastimate nel bilancio INPS come le pensioni anticipate dei lavoratori esposti ad attività usuranti, le pensioni d’annata o le decontribuzioni ai datori di lavoro che hanno conferito il TTF alla previdenza complementare.

 

Istruzione

Risparmi per un 1 miliardo, in parti uguali da Scuola, Università e Ricerca. Alcune misure: niente più membri esterni agli esami di maturità, razionalizzazione spese di pulizia, stretta sui consumi intermedi degli atenei.

 

Difesa

Risparmi per circa 510 milioni, principalmente dalla vendita di 1.200 alloggi assegnati ai militari, e da risparmi su forniture, riordino delle carriere, differimento del reclutamento.

 

Economia

Risparmi per 450 milioni derivanti da taglio agli aggi dei CAF (centri di assistenza fiscale), riduzione oneri agli intermediari della riscossione, versamento del Canone RAI, risparmi sul sistema informatico di ristrutturazione degli immobili.

 

Salute

Risparmi per 35 milioni frutto di convenzioni per i pronto soccorso negli aeroporti. Ma altri fondi potrebbero arrivare dal fondo sanitario per le Regioni.

 

Altri Ministeri

Sviluppo Economico contribuisce con 170 milioni, con misure come il taglio dei fondi per il programma aree urbane; Interni con 200 milioni (tagli a indennità e risparmi sui Vigili del fuoco); Trasporti con 110 milioni (risparmi su ENAC e Autotrasporto); Giustizia con 100 milioni (risparmi sulle spese per le intercettazioni); Politiche Agricole con 70 milioni (intervento sugli sconti del gasolio agricolo); Esteri con 30 milioni (meno contributi obbligatori ad organismi internazionali come l’ONU); Ambiente con 20 milioni (risparmi sul fondo per i cambiamenti climatici).

mercoledì 1 ottobre 2014

NON FARTI CADERE LE BRACCIA



Torino, 01.10.2014


E nel nome del progresso
il dibattito sia aperto,
parleranno tutti quanti,
dotti medici e sapienti.

Tutti intorno al capezzale
di un malato molto grave
anzi già qualcuno ha detto
che il malato è quasi morto.

NON FARTI CADERE LE BRACCIA

Come tutti voi sapete il decreto 76 del 22 settembre ha posto la parola fine a questa ennesima commedia dei tavoli tecnici tra Amministrazione ed organizzazioni sindacali sulla riorganizzazione dei laboratori, dove nel ruolo di  “deus ex machina” si è prodotto con la consueta capacità affabulatoria il nostro onnipresente Direttore amministrativo, con il contorno alquanto decorativo (visto il ruolo da comparse a molti di essi riservato) di vari “esperti” piuttosto silenti.

Comprimari della rappresentazione, attivi e clamorosamente espliciti nell’appoggiare la Direzione con teoremi di straordinaria fantasia, abbiamo potuto ammirare le sorprendenti giravolte di CISL e UIL che si sono prodotte in uno straordinario “coro” di incondizionato consenso a quanto la Direzione ci somministrerà in termini di chiusura, contrazione di servizi e riposizionamento di personale, confermando il loro ruolo geneticamente intrinseco di “collaboratori del fenomeno produttivo” di antica memoria.
       
Fuor di metafora è gravissimo ciò a cui abbiamo assistito e che ha rappresentato la chiosa finale, che a dire il vero avevamo previsto, al  compimento di una decennale politica di sistematica predazione delle risorse di questo Ente attraverso gli innumerevoli interventi riorganizzativi che hanno portato a dissipare il patrimonio di efficienza e autorevolezza di ARPA.

I dettagli del provvedimento li potete vedere nella sintesi proposta dalla stessa Direzione nella newsletter del 23 settembre. Per quanto ci riguarda possiamo solo dire che i tavoli si sono svolti secondo uno schema piuttosto consolidato, ovvero si andava senza sapere in anticipo ciò di cui  nello specifico si sarebbe discusso; discussioni che come potrete vedere sono state sostanzialmente fini a se stesse, visti gli esiti finali.

Prova del fatto che la Direzione recitava un copione già scritto fino all’ultima riga è e l’aver bellamente ignorato la proposta prima CGIL poi RSU (recepita a maggioranza) che puntava ad un modello che, razionalizzando attività e risorse lasciava invariata l’ossatura territoriale.

A riprova del fatto che in questo quadro l’Amministrazione si è mossa  per teoremi concettuali, non suffragati da un’autentica analisi costi-benefici, sono i cambi in corso d’opera sul destino di Alessandria che prima doveva essere un semplice laboratorio di analisi primarie ma, dopo una serie di interventi da parte della politica locale e di alcuni organi d’informazione, si è riconquistata la dignità di sede laboratoristica integrata (con attività specialistiche).

Altro discorso riguarda il nord-est dove il laboratorio d’ambito è ipotizzato o a Vercelli o a Novara, là dove in un caso gli enti locali metterebbero a diposizione nuovi locali, che però richiedono un alto costo di allestimento, mentre a Novara (ipotesi privilegiata) non ci sono gli spazi sufficienti ad ospitare le attività che dovrebbero essere lì conferite.

È da sottolineare in modo particolare il ruolo delle singole componenti sindacali nell’ambito di questa vicenda: la UIL (il cui conflitto di interessi sta assumendo contorni sempre più imbarazzanti) si è assunta la  grave responsabilità di aver preventivamente frantumato il fronte sindacale per motivi che ai meno ingenui appaiono subito chiari; ha costruito un teorema ideologico sulla legittimità di rappresentatività della RSU con complicate argomentazioni para-giuridiche per incunearsi tra le parti tentando di giocare il ruolo di ago decisivo della bilancia.
Progetto fallito, visto che in democrazia i numeri hanno ancora un senso e non possono essere opinabili.

La CISL, dove tutta una serie di segnali provenienti dal proprio interno negli ultimi mesi lasciano intravvedere contorcimenti e contraddizioni non trascurabili, ha prodotto un comunicato che palesa quasi senza mezzi termini interessi smaccatamente corporativi che vanno nella direzione opposta al principio generale della difesa dei lavoratori e di una reale efficienza dell’organizzazione del lavoro.

Come dicevamo è chiaro che costoro difendono interessi che non sono di carattere generale ma si restringono ad un ambito “particolare”.
Ci dispiace criticare organizzazioni sindacali che, pur da posizioni diverse dalle nostre, dovrebbero avere come suprema finalità la cura dell’interesse comune di tutti i lavoratori nella legittima aspirazione alla tutela del lavoro e della propria dignità.

Immaginiamo che questi sindacati avranno considerato il riverbero che tali scelte potranno avere in termini di perdita di consenso da parte di quei simpatizzanti o iscritti, magari coinvolti in prima persona nei processi di riorganizzazione. 

Sulla stessa identica linea si sono trovate le rappresentanze sindacali dei dirigenti, di tutte le sigle,  le quali facevano a gara a chi incensava meglio la meravigliosa creatura partorita dalle geniali (e ben remunerate) menti che si aggirano nelle immediate vicinanze della Direzione.
Noi, che come è noto siamo “demagogici e pretestuosi”, ci chiediamo se ora i dirigenti passeranno all’incasso per questo appoggio incondizionato alla politica della Direzione (vi ricordiamo che è il ancora in ballo la ripartizione del famigerato “milione”….)   

In ultimo, non è da trascurare il fatto che la maggioranza di RSU nelle sue componenti interne rappresentate da CGIL, FSI e USB abbiano mantenuto una sostanziale unitarietà di intenti e di visione del percorso che è sembrato giusto proporre in alternativa a ciò che è scaturito dal provvedimento conclusivo della Direzione (DDG 76).


Il monito che infine sentiamo assolutamente di voler fare è che tutto ciò non è altro che l’inizio di un processo di smantellamento sistematico dell’Agenzia e delle sue funzioni.
FSI non verrà meno all’impegno di denunciare in  tutti gli ambiti possibili e necessari la palese assurdità di tutto questo.
A questo proposito è utile riproporre a tutti lavoratori i passaggi dell’intervista all’assessore regionale al bilancio Aldo Reschigna, apparsa il 15 luglio scorso su Repubblica, là dove anticipava gli interventi sui laboratori, lasciando presagire che questi interventi rappresentano solo l’inizio di un più vasto processo riorganizzavo:
   
 Si è detto della riduzione delle Atc, ma la riorganizzazione si estende anche ad altri centri di costo, non è così?
"La riduzione delle Atc dovrebbe produrre un risparmio di 1 milione all'anno. La stessa cosa intendiamo fare con gli uffici decentrati regionali riorganizzati in tre aree vaste. E stiamo pensando ad un riordino dell'Arpa. Cominciando ad esempio con l'accorpamento dei laboratori. Sono otto, possono scendere. ….".






C’è una danza molto bella                                            
tra Arlecchino e Pulcinella
si riempiono di calci
si spaccano le ossa
Mangiafuoco sta alla cassa




redatto a cura del Coordinamento FSI-ARPA PIEMONTE

lunedì 15 settembre 2014

info FSI 15 settembre - riorganizzazione laboratori - tavolo del 12 settembre

Gentili colleghi,
lo scorso 8 settembre vi avevamo aggiornati sullo svolgimento del terzo tavolo tecnico sull'ipotesi di riorganizzazione della rete laboratoristica; come vi avevamo anticipato, venerdì 12 si è tenuto il quarto incontro, che secondo il calendario previsto dal DG avrebbe dovuto essere quello conclusivo e che invece avrà una coda mercoledì 17.

Ci limitiamo pertanto, con questa comunicazione, a fornirvi un aggiornamento "flash", rimandando considerazioni più approfondite alla conclusione dell'intero iter.

Venerdì l'AFT ha, finalmente ed esclusivamente a seguito delle insistenze di parte sindacale, preso in considerazione ipotesi alternative alla chiusura tout-court delle sedi "predestinate". Si tratta, al momento, di valutazioni parziali che potrebbero portare, qualora adottate, alla conservazione in alcune sedi di parte delle attività attualmente svolte dal laboratorio, ove possibile senza effettuare investimenti su apparecchiature e/o locali e puntando in ogni caso alla riduzione dei costi attualmente sostenuti.
Fermo restando che, a nostro avviso, sarebbe stato indispensabile effettuare il percorso inverso, assumendo le decisioni al termine del processo e non calandole come scelte aprioristiche, valutiamo positivamente questa prima ed apparentemente parziale apertura.

Nel corso dell'incontro, la rappresentanza FP-CGIL comparto ha presentato una propria prima ipotesi di riorganizzazione.
Abbiamo valutato positivamente tale proposta che, riteniamo, non punta alla chiusura "a prescindere" ma va nella direzione di una riorganizzazione delle attività secondo il cosiddetto "modello Emilia Romagna".
Come componente FSI abbiamo dato un parere favorevole all'adozione da parte della RSU della proposta, che ha ottenuto una valutazione positiva anche da parte della componente USB.

Su tale ipotesi si sono avute anche alcune timide aperture, seppure con molti "distinguo", da parte di alcuni rappresentanti sindacali della dirigenza.

Una chiusura totale, con argomentazioni a nostro giudizio assolutamente pretestuose, si è invece avuta da parte della UIL (comparto e dirigenza). Non è affar nostro ipotizzare quali siano le motivazioni che portino tale sigla ad identificarsi totalmente nell'operato dell'AFT ed a scagliarsi con veemenza contro chiunque (siano indifferentemente le altre sigle sindacali o la Direzione) prenda le distanze dai modelli proposti; quello che è chiaro è che abbiamo idee decisamente agli antipodi su quale debba essere il ruolo di un sindacato.

L'incontro di mercoledì 17 sarà quello conclusivo ed in tale sede verranno verbalizzate le posizioni delle parti, e la relazione che verrà successivamente prodotta dal DA porterà il giorno 22 all'assunzione del decreto conclusivo da parte del DG.

Come sempre, vi aggiorneremo.

 coordinamento Arpa
    FSI-USAE