lunedì 3 novembre 2014

IL VENTO DEL CAMBIAMENTO......CI STA PORTANDO VIA!!!



Come sapete il giorno 30  ottobre è uscita la “newsletter” della Direzione che aggiorna sullo stato dell’arte in materia di riorganizzazione dei laboratori; pochi hanno notato che a margine di questa lettera sono pubblicate due presentazioni, una sullo stato dei laboratori e sulla loro  evoluzione secondo le linee previste dal DDG 76 e una sul rendiconto 2013; ma il pezzo forte è costituito dal primo allegato che contiene le determinazioni del Comitato regionale di indirizzo e la relativa lettera di accompagnamento della Regione, a firma Valmaggia (assessore all'ambiente) che recependole, di fatto approva la contrazione del sistema laboratoristico, riducendo però l’attuazione del programma da tre ad un anno e dando anche preciso mandato all’Arpa di:

  1. progettare un laboratorio unico regionale;
  2. rivedere la struttura organizzativa mediante aggregazione di sedi e funzioni;
  3. ridurre le sedi dipartimentali.


Chiunque può comprendere come la situazione stia precipitando in maniera esponenziale rispetto al recente passato, il passato al quale ci riferiamo è quello della gestione Robotto, iniziata con i decreti di riorganizzazione del settembre 2013, superati in corso d’opera e rivisti con il modello proposto con DDG 76/2014, ormai reso carta straccia dalle richieste della Regione di cui sopra.


Non è una novità, avevamo sempre denunciato gli sprechi di Arpa e come fosse necessario un uso migliore delle risorse in luogo delle duplicazioni di funzioni e strutture.
Il continuo cambio di passo da 10 anni a questa parte ci ha portati all’attuale caos organizzativo, detto ciò, di una cosa  dobbiamo onestamente dare atto all’Amministrazione, ovvero che nonostante tutto è riuscita a tenere i conti in ordine.

La domanda quindi sorge spontanea: cosa c’è dietro a questo attacco ad Arpa?

La Regione, dall’alto dei suoi 7/8 miliardi di deficit accumulato in un ventennio di amministrazioni rosse, blu, con le mutande verdi, viene a fare le pulci all’unico Ente il cui bilancio è in pareggio.
Se anche ci chiudesse totalmente risparmierebbe “solo” 63 milioni, che rappresentano meno dell’1% del baratro presente.

La risposta ce la diamo da noi stessi: oggi che è scoppiato lo scandalo dei bilanci falsi dell’Ente Regione, Arpa deve svolgere l’ingrato ruolo di foglia di fico di una Regione che si è dimostrata nelle gestioni passate una voragine di sprechi e di malgoverno.


E così i costi sono tutti addossati ai lavoratori Arpa che dovranno sobbarcarsi trasferimenti, cambi di funzione, e chissà cos’altro dovremo aspettarci da frasi del tipo “aggregazione delle attuali articolazioni sia sulla base del territorio di riferimento che delle funzioni svolte”.

Principali responsabili di questa situazione sono i diversi direttori che si sono succeduti negli anni, che non hanno saputo creare un’immagine di autorevolezza e terzietà, ma soprattutto di efficienza organizzativa; l’Ing. Robotto ha completato l’opera, prima proponendo un piano assurdo ma efficace sul piano della comunicazione per compiacere i referenti politici precedenti, peggiorandolo con la nuova Giunta per accreditarsi come amministratore oculato e più realista del Re, ma così facendo ha ineluttabilmente fatto diventare Arpa l’agnello scarificale utile a salvare la faccia di fronte ad un’opinione pubblica disinformata, nell’interesse di determinati circoli privilegiati. (non è un caso che negli articoli della stampa locale Arpa sia stata costantemente citata come Ente che deve fare la “cura dimagrante”).

Complici di questo disastro sono CISL e UIL che hanno nei fatti avvallato il delirio nel quale ci siamo imbattuti e che, con accondiscendente servaggio, hanno dato veste ideologica a questo atteggiamento evocando immagini suggestive quali “vento del cambiamento” o “il coraggio di cambiare”. 

Adesso queste mosche cocchiere, sempre pronte a saltare sul carro più utile a trasportarle verso i loro interessi, saranno contente di questo bel risultato.
Infatti, già si fanno avanti con dichiarazioni di disponibilità al dialogo per poter spolpare quel poco che è rimasto,  formulando frasi sibilline come “risorse da investire nei fondi contrattuali del salario accessorio”, immaginiamo riferendosi al “milione” ancora in ballo dei fondi dirigenziali, o di qualche beneficio a vantaggio dei soliti pochi che si rendono disponibili a quest’azione di autentico sciacallaggio a spese dei lavoratori onesti e fuori da certe cricche cortigiane.

Detto questo e visto quanto riportato dalla  lettera del Comitato Regionale di Indirizzo che esautora la Direzione, Arpa risulta nei fatti commissariata, noi riteniamo che qualcuno dovrebbe trarne le dovute conseguenze.


A breve verranno pubblicate le conclusioni e le iniziative della RSU.



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