Come sapete il giorno 30 ottobre è uscita la “newsletter” della Direzione
che aggiorna sullo stato dell’arte in materia di riorganizzazione dei laboratori;
pochi hanno notato che a margine di questa lettera sono pubblicate due
presentazioni, una sullo stato dei laboratori e sulla loro evoluzione secondo le linee previste dal DDG
76 e una sul rendiconto 2013; ma il pezzo forte è costituito dal primo allegato che contiene le
determinazioni del Comitato regionale di indirizzo e la relativa lettera di accompagnamento
della Regione, a firma Valmaggia (assessore all'ambiente) che recependole, di
fatto approva la contrazione del sistema laboratoristico, riducendo però
l’attuazione del programma da tre ad un anno e dando anche preciso mandato
all’Arpa di:
- progettare un laboratorio unico regionale;
- rivedere la struttura organizzativa mediante aggregazione di sedi e funzioni;
- ridurre le sedi dipartimentali.
Chiunque può comprendere come la
situazione stia precipitando in maniera esponenziale rispetto al recente
passato, il passato al quale ci riferiamo è quello della gestione Robotto,
iniziata con i decreti di riorganizzazione del settembre 2013, superati in
corso d’opera e rivisti con il modello proposto con DDG 76/2014, ormai reso
carta straccia dalle richieste della Regione di cui sopra.
Non è una novità, avevamo sempre
denunciato gli sprechi di Arpa e come fosse necessario un uso migliore delle
risorse in luogo delle duplicazioni di funzioni e strutture.
Il continuo cambio di passo da 10
anni a questa parte ci ha portati all’attuale caos organizzativo, detto ciò, di
una cosa dobbiamo onestamente dare atto all’Amministrazione,
ovvero che nonostante tutto è riuscita a tenere i conti in ordine.
La domanda quindi sorge
spontanea: cosa c’è dietro a questo attacco ad Arpa?
La Regione, dall’alto dei
suoi 7/8 miliardi di deficit accumulato in un ventennio di amministrazioni
rosse, blu, con le mutande verdi, viene a fare le pulci all’unico Ente il cui bilancio è in pareggio.
Se anche ci chiudesse totalmente risparmierebbe
“solo” 63 milioni, che rappresentano meno dell’1% del baratro presente.
La risposta ce la diamo da noi stessi: oggi che è scoppiato lo scandalo dei bilanci falsi dell’Ente Regione, Arpa deve svolgere l’ingrato ruolo di foglia di fico di una Regione che si è dimostrata nelle gestioni passate una voragine di sprechi e di malgoverno.
E così i costi sono tutti addossati
ai lavoratori Arpa che dovranno sobbarcarsi trasferimenti, cambi di funzione, e
chissà cos’altro dovremo aspettarci da frasi del tipo “aggregazione delle attuali articolazioni sia sulla base del
territorio di riferimento che delle funzioni svolte”.
Principali responsabili di questa
situazione sono i diversi direttori che si sono succeduti negli anni, che non
hanno saputo creare un’immagine di autorevolezza e terzietà, ma soprattutto di efficienza
organizzativa; l’Ing. Robotto ha completato l’opera, prima proponendo un piano
assurdo ma efficace sul piano della comunicazione per compiacere i referenti
politici precedenti, peggiorandolo con la nuova Giunta per accreditarsi come amministratore oculato e più realista del Re,
ma così facendo ha ineluttabilmente fatto diventare Arpa l’agnello scarificale utile a salvare la
faccia di fronte ad un’opinione pubblica disinformata, nell’interesse di
determinati circoli privilegiati. (non è un caso che negli articoli della
stampa locale Arpa sia stata costantemente citata come Ente che deve fare la
“cura dimagrante”).
Complici di questo disastro sono CISL
e UIL che hanno nei fatti avvallato il delirio nel quale ci siamo imbattuti e
che, con accondiscendente servaggio, hanno dato veste ideologica a questo
atteggiamento evocando immagini suggestive quali “vento del cambiamento” o “il
coraggio di cambiare”.
Adesso queste mosche cocchiere,
sempre pronte a saltare sul carro più utile a trasportarle verso i loro
interessi, saranno contente di questo bel risultato.
Infatti, già si fanno avanti con dichiarazioni di
disponibilità al dialogo per poter spolpare quel poco che è rimasto, formulando frasi sibilline come “risorse da
investire nei fondi contrattuali del salario accessorio”, immaginiamo
riferendosi al “milione” ancora in ballo dei fondi dirigenziali, o di qualche
beneficio a vantaggio dei soliti pochi che si rendono disponibili a quest’azione
di autentico sciacallaggio a spese dei lavoratori onesti e fuori da certe
cricche cortigiane.
Detto questo e visto quanto riportato dalla lettera del Comitato Regionale di Indirizzo che esautora la Direzione, Arpa risulta nei fatti commissariata, noi riteniamo che qualcuno dovrebbe trarne le dovute conseguenze.
A breve verranno pubblicate le
conclusioni e le iniziative della RSU.
NOVITA’:
Da oggi ci potete seguire
su Twitter al nostro account @ControinfArpa
AGGIUNGETECI AI VOSTRI FOLLOWING!!
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