martedì 21 aprile 2015

#carodirigentestaisenzaproblemi


#carodirigentestaisenzaproblemi

Temporali e brusco calo di temperature segnalavano i nostri colleghi del meteo. E ci hanno visto giusto. Chi ha aperto il giornale in questo weekend, e ancora oggi, ha provato un brivido lungo tutta la schiena.

Repubblica titolava così domenica “Amianto, il silenzio dell’Arpa”. L’ennesima vicenda che testimonia quantomeno l’inadeguatezza dell’attuale dirigenza a relazionarsi con soggetti esterni. A memoria citiamo la recente diatriba con il noto mensile Wired che sempre sul tema dell’amianto ha realizzato un’inchiesta nazionale con una grande area bianca sul Piemonte a causa della nostra mancata fornitura dei dati richiesti con regolare richiesta di accesso agli atti. Una storia che ha avuto il suo seguito con un’interpellanza in Consiglio Regionale. 

E come dimenticare le ville vendute con l’aria certificata dell’autunno scorso ?

Questa non è una direzione autorevole semmai autoritaria. E questo tratto distintivo si sta sempre più diffondendo sia nelle relazioni sindacali sia tra i nostri dirigenti. Una chiusura a riccio che certifica il cinismo, l’incompetenza e l’inadeguatezza dei nostri.

Partiamo dal famoso milione di euro. E’ sempre notizia di domenica che l’ammontare delle retribuzioni di “risultato” dei dirigenti della pubblica amministrazione (in generale) ammonti a 800 milioni di euro. E’ un valore che è otto volte superiore ai risparmi millantati dal taglio delle province. Nessun dirigente pubblico ha mai visto negato tale parte del salario che tecnicamente avrà una ragione per definirsi “accessorio”. Quali scogli debbano superare per ottenerlo non è per noi uno scoop giornalistico perché sappiamo bene gli obiettivi come vengono decisi. Ogni anno è il momento della pagella per noi, ma non per loro, che sono cresciuti in un mondo autoreferenziale e che non conosce le difficoltà quotidiane dei lavoratori.

Ma che volete, i nostri dirigenti in effetti sono molto bravi: risolvono qualsiasi richiesta dei loro collaboratori, creano un clima di collaborazione nei loro team, premiano i più meritevoli, sono sempre tesi al raggiungimento del loro obiettivo.

Bene, bravi, ci siete riusciti: l’obiettivo di sfasciare l’ARPA Piemonte è raggiunto! Vi meritate un premio ulteriore che vi giungerà con quasi cinquecento facce indignate di noi dipendenti.

Ad ognuno i suoi tavoli. Mentre qualcuno si prepara a banchettare con i soldi del premio a noi tocca denunciare cosa accade ai cosiddetti tavoli tecnici.

Sui tavoli tecnici tra FSI e le altre componenti sindacali presenti in RSU si è aperto un dibattito sull’opportunità o meno di partecipare; le proposte che vengono formulate in merito ad orario ed alla mobilità di lavoro, in relazione alla riorganizzazione, sembrano  improntate alla più totale improvvisazione e, come abbiamo denunciato più volte, non tengono conto di una visone complessiva del problema “razionalizzazione di ARPA”.

Su questo vi invitiamo a ripercorrere la storia dei “tavoli tecnici” dal 2013 ad oggi, puntualmente riassunta nei nostri resoconti. Abbiamo sempre partecipato, pur non condividendo il metodo, per garantire a tutti l’informazione; ora, a fronte di una logica di assoggettamento che intende utilizzare il sindacato come una specie di certificatore di decisioni prese altrove, diciamo basta!

Avrete forse presente una celebre frase attribuita a Joseph Göbbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”.  Ecco, al netto di inutili e talvolta demenziali discussioni,  i cd. “tavoli tecnici” fondamentalmente a questo  servono: a poter consentire al DG di far passare il messaggio che il piano di ristrutturazione sia stato condiviso con le organizzazioni sindacali. Leggete i comunicati della direzione da qualche mese a questa parte, e troverete ripetuto come in un mantra questo concetto.

Lo diciamo chiaro a tutti: 
         
NOI, CON LORO, NON ABBIAMO CONDIVISO NULLA!

Come FSI abbiamo iniziato a far capir loro il concetto, rifiutandoci di sottoscrivere un protocollo che vincola e condiziona la partecipazione sindacale ai tavoli con un pasticciato accordo extra contrattuale (accordo che, lo diciamo con delusione ma senza sorpresa, è invece stato puntualmente siglato dalle organizzazioni confederali).


Per il futuro FSI si riterrà libera di prendere parte o meno ai “finti” tavoli tecnici, ma fintantoché il metodo sarà questo, lo farà sempre e solo in veste di osservatore, poiché  

SIAMO SFIBRATI!!!!



qui potrete accedere ad articoli e trasmissione citati nel testo


LINK
report

repubblica


wired

giovedì 2 aprile 2015

ARPA PIEMONTE - FUTURO PROSSIMO

Care/i colleghe/i,
vi proponiamo un aggiornamento informativo rispetto alla stringente attualità e secondo il nostro punto di vista, sui seguenti punti:

  • LEGGE REGIONALE
  • STRUTTURE DIPARTIMENTALI
  • IPOTESI SUGLI APPARATI AMMINISTRATIVI CENTRALI
  • IL MILIONE
  • NUOVA RSU

LEGGE REGIONALE

Rimanendo nel novero dei “si dice” e delle ipotesi più o meno autorevolmente suffragate, sembra che il disegno di legge n 92 subirà un’accelerazione, tanto che si parla di approvazione nel corrente mese; a seguire ci dovrebbe essere l'approvazione del nuovo Regolamento di organizzazione. Detto questo....

DIPARTIMENTI

A prescindere dalla realtà che sta nei fatti precorrendo la formalizzazione del cambiamento, l’ipotesi di cui si sente più parlare sembra sia quella della riduzione delle strutture dipartimentali a 3, mentre i laboratori diventeranno 4, come d'altronde confermato nella direttiva della Direzione del 31 marzo e pubblicata su intranet, nella quale vengono dettagliate le attività. 

IPOTESI SUGLI APPARATI AMMINISTRATIVI CENTRALI

Al disegno di legge di cui al punto precedente è legato il varo del nuovo Regolamento di organizzazione dell’ARPA Piemonte, nell'ambito del quale dovrebbe essere delineato il riassetto della struttura amministrativa; voci indicano un possibile radicale sfoltimento delle varie strutture complesse nelle quali è attualmente strutturato l’apparato centrale.
Registriamo da parte dei colleghi un diffuso senso di preoccupazione e di frustrazione a causa delle tante ipotesi che circolano.

Molti temono di perdere la professionalità legata ai molti anni di esperienza in una data area, altri denunciano un forte disagio dovuto a marginalizzazione rispetto agli obiettivi generali, ecc.
Rispetto a tutto ciò possiamo solo dire che cercheremo quanto prima di capire cosa c’è di reale, soprattutto nell'interesse dei tanti colleghi coinvolti, allo scopo di informare ed eventualmente denunciare e arginare storture e aberrazioni.  

Detto questo non possiamo fare a meno di sottolineare due dati certi: la creazione di due Aree sotto la dipendenza della Direzione Generale senza compiti chiari ha creato un’altra sovrastruttura incapace di coadiuvare nelle scelte strategiche; in secondo luogo è evidente l’inadeguatezza della nostra dirigenza quando è coinvolta in ruoli manageriali ed amministrativi.

IL MILIONE

Abbiamo appena letto il bollettino della CISL che accusa le componenti CGIL-FSI-USB di avere, con il loro ostracismo, impedito la ridistribuzione di residui derivanti da risparmi da destinare al Comparto.
 
I risparmi, che devono essere certificati, possono essere ridistribuiti in parte tra i lavoratori secondo i criteri meritocratici previsti dalla Legge Brunetta, a prescindere da qualsiasi altra condizione.
In altre parole:
  1. se i risparmi ci sono (ed è ancora tutto da dimostrare) la Legge prevede una distribuzione pari al 50 % da destinarsi alla contrattazione integrativa;
  2. questo principio esula da qualsiasi altra considerazione sul milione ai dirigenti, che è tutt'altra cosa.
È corretto dire che il milione fortissimamente desiderato dai dirigenti non è materialmente disponibile, tant'è che possiamo affermare con una certa sicurezza che giovedì 26 u.s. l’Amministrazione ha proposto alle rappresentanze sindacali dei dirigenti medesimi la diluizione di quelle somme in un arco temporale medio-lungo (8-10 anni) con una corresponsione di non più del 25% della retribuzione di risultato percepita annualmente e proporzionata al raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Tradotto: tutti accampano questioni di diritto rispetto alla vicenda del Milione, ma evidentemente per tutto ciò che è stato detto è prevalso, da parte della Direzione (dobbiamo darne atto) un  principio di cautela, soprattutto in relazione al fatto che lo sfascio in cui versa l’Arpa è certamente attribuibile alle direzioni succedutesi negli anni, che però sono state tante, mentre invece i dirigenti (quelli che sono rimasti) sono sempre gli stessi e, salvo alcune eccezioni, hanno contribuito essi stessi ed in modo significativo a produrre questo risultato. Osiamo credere e pensare che la Direzione abbia riflettuto sui principi enunciati dall'Art. 97 della Costituzione italiana e specificatamente dedicato alla Pubblica Amministrazione là dove, tra le altre cose, si dice:
"I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione".
Sulla base di tale previsione normativa i criteri generali da osservare sono:
  1. economicità;
  2. rapidità;
  3. efficacia;
  4. efficienza;
  5. miglior contemperamento dei vari interessi.
Ora, se a immaginiamo che a partire dal 2014 i dirigenti di ARPA Piemonte hanno  pensato di  avviare una profonda trasformazione dell’assetto dell’Agenzia intesa (secondo loro) a garantire proprio i principi costituzionali su indicati significa che fino ad all'ora detti principi non erano stati rispettati, ovvero che ARPA Piemonte non era stata amministrata secondo “andamento e comportamento del buon padre di famiglia”.
Se così fosse, come possono, questi dirigenti, chiedere “premi” per  più di un milione di euro senza che peraltro siano stati introdotti strumenti di misurazione delle singole performance?

Le opzioni sono due:
l) l’ARPA Piemonte è stata, fino al 2014, diretta (dai dirigenti ) secondo il citato "buon andamento" previsto dall'Art. 97 della Costituzione e quindi non necessita di nessuna riorganizzazione tecnica ed amministrativa e quindi i dirigenti sono stati bravi e meritano i “premi”;
2)  l’ARPA Piemonte non è stata, fino al 2014, diretta (dai dirigenti ) secondo il solito "buon andamento" sempre previsto dall'Art. 97 della Costituzione  e pertanto i premi risultano improponibili.

Forse vale la pena di girare il quesito alla Corte dei Conti, alla quale, prima o poi, potremmo doverci rivolgere “per capire meglio”.

In ultima analisi viene spontaneo chiedersi, in un quadro sociale generale dove i diritti dei lavoratori sono stati profondamente rivisti dal legislatore per tentare di far ripartire il nostro Paese, come sia ancora possibile una distribuzione a pioggia di questi incentivi senza che sia stato creato un reale sistema di misurazione delle “performance” dirigenziali che tenga conto di alcuni strumenti ormai d’uso in ambito privato: il clima di lavoro all'interno delle singole strutture, il coinvolgimento del comparto nei processi di valutazione dell’operato della dirigenza.

A margine ricordiamo che FSI, insieme a CGIL e USB, ha appoggiato l’iniziativa spontanea del personale del comparto di raccolta firme per la petizione con la quale si formulano proposte alternative sulla destinazione di almeno una parte del famoso Milione.

RIUNIONE RSU:
RIORGANIZZAZIONE DEI LABORATORI

Nella prima riunione della RSU (assente la CISL) si è deliberato l’invio alla Direzione della comunicazione con richiesta d’incontro (inviata anche ai lavoratori nei giorni scorsi)  nell'ambito della  quale si è chiesto di andare a discutere i seguenti punti circa la riorganizzazione dei laboratori: mobilità volontaria, percorsi di riqualificazione, orario e carichi di lavoro.

INCOMPATIBILITÀ’

FSI, nella stessa riunione, ha ribadito che intende verificare l’esistenza di incompatibilità tra il ruolo di RSU e la titolarità di determinate posizioni organizzative; l’argomento sarà oggetto di apposita specifica revisione dell’articolo 7 del Regolamento della RSU. 

In ultimo vi proponiamo di leggere sul blog, all'indirizzo sottostante,  il resoconto della Direzione Nazionale FSI relativamente alla bozza della Legge delega per la riforma della Pubblica Amministrazione. Interessanti i primi quattro punti.

http://archiviosindacale.blogspot.it/2015/04/ddl-renzi-madia-riorganizzazione-della.html


Redatto a cura del 
Coordinamento FSI di Arpa Piemonte 

DDL RENZI-MADIA -RIORGANIZZAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE- PRIMO SI AL SENATO

Dopo l'ultima votazione di ieri della Commissione sull'articolo 10 del Ddl, quello che delega il Governo a riorganizzare la Pubblica Amministrazione ed a varare una complessa riforma proprio della dirigenza, il testo della delega Pa approda in aula al Senato per il primo sì in una versione ampiamente rivisitata dalla Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Un testo che ha anche rafforzato i poteri del premier (a cominciare da quelli di controllo sulle agenzie fiscali e sulle nomine delle società pubbliche) ed  ha aperto la strada alla riduzione da 5 a 4 dei Corpi di polizia e ha stabilito che la responsabilità gestionale per l'attività amministrativa sarà esclusivamente a carico dei dirigenti pubblici.
Il disegno di legge contiene 11 deleghe al Governo, tre delle quali per compilare altrettanti testi unici di aggiornamento delle norme che regolano le società partecipate, i servizi pubblici locali e il pubblico impiego.
Sul pubblico impiego è stato anche approvato un emendamento con cui si delega il Governo a prevedere «tipologie di lavoro flessibile compatibili con il rapporto di lavoro con la Pa» (i co. co. co. saranno cancellati nel 2017).
La discussione sul Ddl di riforma della Pubblica amministrazione, con la relazione del relatore Giorgio Pagliari (Pd) proseguirà in Aula mercoledì prossimo, 8 aprile. Il sì al testo di Palazzo Madama, ma siamo solo alla prima lettura, arriverà quindi dopo Pasqua. 
A seguire i nuovi contenuti in sintesi:
MODELLO DI DIRIGENZA AUTONOMA DALLA POLITICA
Dirigenti pubblici unici responsabili dell'attività di gestione. Via libera dalla commissione Affari costituzionali del Senato all'emendamento del relatore Giorgio Pagliari (Pd) alla delega sulla riforma della pubblica amministrazione che sancisce il «rafforzamento del principio di separazione tra indirizzo politico-amministrativo e gestione e del conseguente regime di responsabilità dei dirigenti attraverso l'esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo-contabile per l'attività gestionale».
La misura, nelle intenzioni di maggioranza e Governo, punta a rafforzare «una dirigenza autonoma e indipendente dalla politica», ha spiegato la ministra per la Pa, Marianna Madia :«Il dirigente deve avere la libertà di dire all'amministratore che non si presta all'attività di gestione se non la ritiene legittima»
PA, DIRIGENTI LICENZIABILI: SENZA INCARICO DECADONO.
I dirigenti privi di incarico vengono collocati in disponibilità e passato un certo periodo, da definire, decadono dal ruolo unico. Il punto, che in sostanza rende licenziabile il dirigente, ha avuto l'ok della commissione Affari Costituzionali del Senato.
RUOLO UNICO DIRIGENTI
La dirigenza sarà articolata in ruoli unificati, con piena mobilità. La riforma prevede anche l'eliminazione della distinzione in due fasce. Inoltre, viene stabilito, gli incarichi dirigenziali avranno una durata di tre anni, rinnovabili una sola volta senza ripassare per un bando e una selezione. Oltre al concorso per diventare dirigenti a tempo indeterminato sarà necessario anche superare un altro esame, dopo i primi anni di servizio.
NIENTE PIÙ AUTOMATISMI PER CARRIERE DIRIGENTI
Un emendamento del relatore alla delega Pa sancisce il «superamento degli automatismi nel percorso di carriera», che dipenderà dalla «valutazione», ovvero dal merito Viene ribadita la definizione di limiti assoluti per il trattamento economico complessivo.
SEGRETARI COMUNALI ABOLITI  
Previsto il mantenimento della funzione relativa al controllo di legalità, ma superando la figura del segretario comunale e provinciale, che confluirà nel ruolo unico della dirigenza pubblica. Ci sarà però una fase ponte, per cui in sede di prima applicazione, per tre anni, le funzioni in questione verranno affidate ai dirigenti del ruolo unico provenienti dall'albo dei segretari comunali.
VALUTAZIONE DEI DIPENDENTI PUBBLICI E TEMPI CERTI PER L'AZIONE DISCIPLINARE
La commissione ha anche approvato un emendamento che punta ad «accelerare, rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l'esercizio dell'azione disciplinare». La norma prevede anche la «semplificazione delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici, di riconoscimento del merito e di premialità, nonché dei relativi soggetti e delle relative procedure; sviluppo di sistemi distinti per la misurazione dei risultati raggiunti dall'organizzazione e dei risultati raggiunti dai singoli dipendenti; potenziamento dei processi di valutazione indipendente, del livello di efficienza e qualità dei servizi e delle attività delle pubbliche amministrazioni e degli impatti da queste prodotti, anche mediante il ricorso a standard di riferimento e confronti; riduzione degli adempimenti in materia di programmazione anche attraverso una maggiore integrazione con il ciclo di bilancio; coordinamento della disciplina in materia di valutazione e controlli interni; previsione di forme di semplificazione specifiche per i diversi settori della pubblica amministrazione».
ASSENZE MALATTIA: POLO UNICO ALL'INPS
Con un altro emendamento varato in commissione, è stato infine approvato il "polo fiscale unico" per le assenze malattia: sono attribuite all'Inps le «competenze» e le «risorse» anche per le visite fiscali dei lavoratori pubblici.
TAGLIO DELLE CAMERE DI COMMERCIO
Ieri la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato l'emendamento che sancisce la riduzione delle Camere di Commercio da 105 a 60.  La proposta di modifica approvata, presentata dal relatore Giorgio Pagliari (Pd), prevede la «riduzione» delle Camere di commercio «mediante accorpamento». La soglia dimensionale minima dovrà essere di 80.000 imprese iscritte nel registro.
NORMA "TAGLIA-DECRETI"
Con un altro emendamento, sempre proposto dal relatore, si è introdotto nel testo del ddl l'articolo 15 bis, che delega il Governo a modificare e abrogare le disposizioni di legge che prevedono l'adozione di provvedimenti attuativi. L'obiettivo è duplice: semplificare il sistema normativo e i procedimenti amministrativi e dare «maggiore impulso al processo di attuazione delle leggi». In pratica l'Esecutivo, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro per le Riforme, potrà eliminare una o più disposizioni legislative «che prevedano provvedimenti non legislativi di attuazione, entrate in vigore dopo il 31 dicembre 2011». La sforbiciata tocca decreti ministeriali, dpcm e regolamenti, mentre restano esclusi i decreti legislativi.
RIORDIONO DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI
È stato inoltre approvato l'emendamento che dà il via libera al riordino dei servizi pubblici locali. Tra le novità la previsione di incentivi agli enti locali che accorpano le attività e che «privatizzano, o meglio cedono il controllo a privati», ha spiegato la senatrice Pd Linda Lanzillotta, commentando una modifica a sua firma. Si apre anche a una ricognizione per eliminare regimi di esclusività non giustificati e contrari alla concorrenza.
CORPO FORESTALE DELLO STATO ACCORPATO CON LA POLIZIA
Il Corpo forestale dello Stato conta complessivamente su circa 8.000 unità e circa 1.000 stazioni dislocate nelle zone rurali e montane, con Comandi provinciali e regionali in 15 Regioni, per un totale di oltre 1.200 strutture. Il Corpo, come molte altre amministrazioni dello Stato, sconta una dislocazione territoriale del personale molto disomogenea, con esuberi nel centro sud e carenze al nord, con effetti anche sulla distribuzione territoriale che vede fortemente penalizzate le stazioni, che registrano una media di personale assegnato inferiore alle 2 unità. L'ultima legge di riordino del Corpo è la n. 36/2004, e la competenza su compiti e obiettivi del Corpo è affidata al ministero dell'Ambiente. La legge 4/2011 ha previsto la costituzione delle Sezioni di Polizia giudiziaria del CFS presso Procure e Tribunali, una novità che impegna circa 300 Forestali con effetti negativi sull'organico, che oggi ha una scopertura media del 15 per cento.
TRASPARENZA, DIRITTO DI ACCESSO AMPIO PER I PARLAMENTARI
Un'altra novità riguarda il diritto di accesso agli atti amministrativi. Un emendamento del relatore approvato dalla commissione prevede la delega al governo per la definizione dei diritti dei membri delle Camere, in connessione con lo svolgimento dei loro compiti istituzionali, ad accedere, ovvero a prendere visione ed ad avere copie, ai documenti amministrativi (una formula generica che indica un vastissimo insieme di provvedimenti)