giovedì 2 aprile 2015

ARPA PIEMONTE - FUTURO PROSSIMO

Care/i colleghe/i,
vi proponiamo un aggiornamento informativo rispetto alla stringente attualità e secondo il nostro punto di vista, sui seguenti punti:

  • LEGGE REGIONALE
  • STRUTTURE DIPARTIMENTALI
  • IPOTESI SUGLI APPARATI AMMINISTRATIVI CENTRALI
  • IL MILIONE
  • NUOVA RSU

LEGGE REGIONALE

Rimanendo nel novero dei “si dice” e delle ipotesi più o meno autorevolmente suffragate, sembra che il disegno di legge n 92 subirà un’accelerazione, tanto che si parla di approvazione nel corrente mese; a seguire ci dovrebbe essere l'approvazione del nuovo Regolamento di organizzazione. Detto questo....

DIPARTIMENTI

A prescindere dalla realtà che sta nei fatti precorrendo la formalizzazione del cambiamento, l’ipotesi di cui si sente più parlare sembra sia quella della riduzione delle strutture dipartimentali a 3, mentre i laboratori diventeranno 4, come d'altronde confermato nella direttiva della Direzione del 31 marzo e pubblicata su intranet, nella quale vengono dettagliate le attività. 

IPOTESI SUGLI APPARATI AMMINISTRATIVI CENTRALI

Al disegno di legge di cui al punto precedente è legato il varo del nuovo Regolamento di organizzazione dell’ARPA Piemonte, nell'ambito del quale dovrebbe essere delineato il riassetto della struttura amministrativa; voci indicano un possibile radicale sfoltimento delle varie strutture complesse nelle quali è attualmente strutturato l’apparato centrale.
Registriamo da parte dei colleghi un diffuso senso di preoccupazione e di frustrazione a causa delle tante ipotesi che circolano.

Molti temono di perdere la professionalità legata ai molti anni di esperienza in una data area, altri denunciano un forte disagio dovuto a marginalizzazione rispetto agli obiettivi generali, ecc.
Rispetto a tutto ciò possiamo solo dire che cercheremo quanto prima di capire cosa c’è di reale, soprattutto nell'interesse dei tanti colleghi coinvolti, allo scopo di informare ed eventualmente denunciare e arginare storture e aberrazioni.  

Detto questo non possiamo fare a meno di sottolineare due dati certi: la creazione di due Aree sotto la dipendenza della Direzione Generale senza compiti chiari ha creato un’altra sovrastruttura incapace di coadiuvare nelle scelte strategiche; in secondo luogo è evidente l’inadeguatezza della nostra dirigenza quando è coinvolta in ruoli manageriali ed amministrativi.

IL MILIONE

Abbiamo appena letto il bollettino della CISL che accusa le componenti CGIL-FSI-USB di avere, con il loro ostracismo, impedito la ridistribuzione di residui derivanti da risparmi da destinare al Comparto.
 
I risparmi, che devono essere certificati, possono essere ridistribuiti in parte tra i lavoratori secondo i criteri meritocratici previsti dalla Legge Brunetta, a prescindere da qualsiasi altra condizione.
In altre parole:
  1. se i risparmi ci sono (ed è ancora tutto da dimostrare) la Legge prevede una distribuzione pari al 50 % da destinarsi alla contrattazione integrativa;
  2. questo principio esula da qualsiasi altra considerazione sul milione ai dirigenti, che è tutt'altra cosa.
È corretto dire che il milione fortissimamente desiderato dai dirigenti non è materialmente disponibile, tant'è che possiamo affermare con una certa sicurezza che giovedì 26 u.s. l’Amministrazione ha proposto alle rappresentanze sindacali dei dirigenti medesimi la diluizione di quelle somme in un arco temporale medio-lungo (8-10 anni) con una corresponsione di non più del 25% della retribuzione di risultato percepita annualmente e proporzionata al raggiungimento degli obiettivi assegnati.
Tradotto: tutti accampano questioni di diritto rispetto alla vicenda del Milione, ma evidentemente per tutto ciò che è stato detto è prevalso, da parte della Direzione (dobbiamo darne atto) un  principio di cautela, soprattutto in relazione al fatto che lo sfascio in cui versa l’Arpa è certamente attribuibile alle direzioni succedutesi negli anni, che però sono state tante, mentre invece i dirigenti (quelli che sono rimasti) sono sempre gli stessi e, salvo alcune eccezioni, hanno contribuito essi stessi ed in modo significativo a produrre questo risultato. Osiamo credere e pensare che la Direzione abbia riflettuto sui principi enunciati dall'Art. 97 della Costituzione italiana e specificatamente dedicato alla Pubblica Amministrazione là dove, tra le altre cose, si dice:
"I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione".
Sulla base di tale previsione normativa i criteri generali da osservare sono:
  1. economicità;
  2. rapidità;
  3. efficacia;
  4. efficienza;
  5. miglior contemperamento dei vari interessi.
Ora, se a immaginiamo che a partire dal 2014 i dirigenti di ARPA Piemonte hanno  pensato di  avviare una profonda trasformazione dell’assetto dell’Agenzia intesa (secondo loro) a garantire proprio i principi costituzionali su indicati significa che fino ad all'ora detti principi non erano stati rispettati, ovvero che ARPA Piemonte non era stata amministrata secondo “andamento e comportamento del buon padre di famiglia”.
Se così fosse, come possono, questi dirigenti, chiedere “premi” per  più di un milione di euro senza che peraltro siano stati introdotti strumenti di misurazione delle singole performance?

Le opzioni sono due:
l) l’ARPA Piemonte è stata, fino al 2014, diretta (dai dirigenti ) secondo il citato "buon andamento" previsto dall'Art. 97 della Costituzione e quindi non necessita di nessuna riorganizzazione tecnica ed amministrativa e quindi i dirigenti sono stati bravi e meritano i “premi”;
2)  l’ARPA Piemonte non è stata, fino al 2014, diretta (dai dirigenti ) secondo il solito "buon andamento" sempre previsto dall'Art. 97 della Costituzione  e pertanto i premi risultano improponibili.

Forse vale la pena di girare il quesito alla Corte dei Conti, alla quale, prima o poi, potremmo doverci rivolgere “per capire meglio”.

In ultima analisi viene spontaneo chiedersi, in un quadro sociale generale dove i diritti dei lavoratori sono stati profondamente rivisti dal legislatore per tentare di far ripartire il nostro Paese, come sia ancora possibile una distribuzione a pioggia di questi incentivi senza che sia stato creato un reale sistema di misurazione delle “performance” dirigenziali che tenga conto di alcuni strumenti ormai d’uso in ambito privato: il clima di lavoro all'interno delle singole strutture, il coinvolgimento del comparto nei processi di valutazione dell’operato della dirigenza.

A margine ricordiamo che FSI, insieme a CGIL e USB, ha appoggiato l’iniziativa spontanea del personale del comparto di raccolta firme per la petizione con la quale si formulano proposte alternative sulla destinazione di almeno una parte del famoso Milione.

RIUNIONE RSU:
RIORGANIZZAZIONE DEI LABORATORI

Nella prima riunione della RSU (assente la CISL) si è deliberato l’invio alla Direzione della comunicazione con richiesta d’incontro (inviata anche ai lavoratori nei giorni scorsi)  nell'ambito della  quale si è chiesto di andare a discutere i seguenti punti circa la riorganizzazione dei laboratori: mobilità volontaria, percorsi di riqualificazione, orario e carichi di lavoro.

INCOMPATIBILITÀ’

FSI, nella stessa riunione, ha ribadito che intende verificare l’esistenza di incompatibilità tra il ruolo di RSU e la titolarità di determinate posizioni organizzative; l’argomento sarà oggetto di apposita specifica revisione dell’articolo 7 del Regolamento della RSU. 

In ultimo vi proponiamo di leggere sul blog, all'indirizzo sottostante,  il resoconto della Direzione Nazionale FSI relativamente alla bozza della Legge delega per la riforma della Pubblica Amministrazione. Interessanti i primi quattro punti.

http://archiviosindacale.blogspot.it/2015/04/ddl-renzi-madia-riorganizzazione-della.html


Redatto a cura del 
Coordinamento FSI di Arpa Piemonte 

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