Torino 26.01.2015
Nel
cedolino di domani molti colleghi riceveranno uno stipendio decisamente più
alto del solito; sono gli effetti del cosiddetto “bonus Renzi”.
Bisogna
però prestare attenzione al fatto che si tratta di un conteggio che tiene conto
del reddito del medesimo periodo d'imposta nel quale matura il credito, il
calcolo quindi viene effettuato al momento dell'erogazione nel corso dei
singoli periodi di paga e si riproporziona con il procedere dei mesi, per poi
diminuire o quasi annullarsi in occasione della corresponsione di competenze
straordinarie (ad esempio il saldo degli incentivi nella mensilità di giugno).
Come
sapete il bonus viene corrisposto in quote proporzionali per quelle fasce di
reddito che vanno da 24.000
a 26.000 euro annui lordi.
Per
fare un esempio: chi percepisce 24.000 euro prenderà il bonus interamente e via
via a decrescere fino a raggiungere lo 0 a quota 26.000.
Va da
sé che chi nel 2014 ha
percepito, per esempio, un lordo pari a 25.000 euro totali (tabellare e
incentivi) e nello stipendio di gennaio si ritrova, sempre per esempio, un
bonus superiore ai circa 40 euro che dovrebbe ricevere, nel corso dell’anno si
vedrà riproporzionato il bonus fino al raggiungimento della quota totale
spettante, che in questo caso sarà pari alla metà di 960 euro (che è uguale a
80x12:2).
Sotto
vengono riportati 3 esempi con la formula dalla quale si può ricavare l’esatta
entità della spettanza.
ESEMPIO
1
Reddito
complessivo = 24.000
Percentuale
di credito spettante = (26.000-24.000)/2000 = 100% credito spettante in toto,
pari al 100% di 960
ESEMPIO
2
Reddito
complessivo = 26.000
Percentuale
di credito spettante = (26.000-26.000)/ 2000= 0% credito non spettante 0%
di 960.
ESEMPIO
3
Reddito
complessivo = 25.530
Percentuale
di credito spettante = (26.000-25.530)/2000= 23,5% credito spettante per un
importo pari al 23,5% di 960 = 225,60