venerdì 31 maggio 2013

incentivi agli ex tempi determinati

Care colleghe e colleghi,


 
Approfitto dell’occasione per commentare alcune voci circolate sul nostro conto a proposito della vicenda “produttività al personale ex tempo determinato”;  è stato detto che la nostra Organizzazione avrebbe assunto nei confronti della vicenda un atteggiamento ambiguo e non così netto a favore del riconoscimento dei mancati introiti del personale che a vario titolo aveva ricoperto incarichi a tempo determinato dal 2002 al 2009.

Premettendo che la nostra azione fino dalle origini della vicenda (2009) è sempre stata improntata ad informare e a chiarire punti e prospettive secondo noi insufficientemente approfonditi da altri in una vicenda che, come abbiamo avuto modo di dire nel nostro comunicato del 10 maggio, mette su piani di contrapposizione, da una parte i lavoratori assunti a T.I. a partire dal 2008 (ex T.D, ex co.co.co) e che si sentono defraudati del mancato percepimento per quei periodi del salario accessorio e dall’altra tutti coloro che stanno subendo dal 2010 e fino a tutto il 2014 il blocco delle retribuzioni, riconosciamo che abbiamo assunto una posizione di osservatori, proprio a causa dell’assoluta delicatezza del problema, senza sposare platealmente o strumentalmente nessuna causa.
A questo proposito è doveroso ricordare la genesi della vicenda, scaturita dalla decisone di una collega che, nel 2009, in perfetta e assoluta solitudine, ha promosso una causa contro l’Amministrazione guadagnandoci, alla fine di un procedimento durato circa 3 anni e con due gradi di giudizio, considerate anche le spese legali e giudiziarie che ha dovuto sborsare, il 50 %  scarso dell’atteso.
Oggi l’Amministrazione propone il 70 % a tutta la platea dei potenziali pretendenti chiedendo il via libera ad impegnare (nel caso di almeno un 90% di adesioni) una cifra pari ad un milione di euro: ribadiamo la nostra indipendenza di giudizio  e la nostra posizione di osservatori, per ora neutrali, in una materia estremamente “divisiva” invitando però i lavoratori, tutti i lavoratori, alla luce di queste brevi premesse ad un’attenta ed oggettiva riflessione su questa vicenda, niente affatto chiara ne tantomeno scontata nei suoi contorni giuridici e contrattuali.
A questo proposito e, a corredo di queste brevi considerazioni, invito, chi fosse interessato e non lo avesse ancora fatto, a leggere l’Art. 6 del D.lgs 368/2001 e l’accordo sindacale interno formalizzato con DDG n. 2/2010 ai paragrafi “produttività tempi determinati” e “produttività neo assunti 2002-2009”.

Io ed il collega Carlo Maggiore siamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento
cari saluti
michele

ANALISI DELLE CRITICITÀ ORGANIZZATIVE

ANALISI DELLE CRITICITÀ ORGANIZZATIVE
DELL’AGENZIA: OSSERVAZIONI DI FSI

Abbiamo inoltrato ieri il documento che era stato consegnato alle organizzazioni sindacali nella riunione dell’8 maggio scorso alle quali l’Amministrazione chiedeva di elaborare proprie considerazioni sui punti proposti.

Noi, in collaborazione con colleghi a vario titolo interessati agli argomenti del documento (che in questa occasione ringraziamo) abbiamo formulato  delle osservazioni che non hanno la pretesa di essere esaustive ne tantomeno di toccare tutti gli argomenti trattati, prediligendo aspetti che, a nostro avviso, risultano prioritari rispetto ad altri (come d’altronde avevamo anticipato nel nostro comunicato del 10 maggio).

Per inciso abbiamo letto il (ri)tentativo, più o meno larvato, di riproporre il teorema secondo il quale per far funzionare ARPA ci vogliono più dirigenti.

Abbiamo inoltre evidenziato sostanziali incongruenze in materia di mobilità e telelavoro.

Cercando di non annoiarvi troppo vi proponiamo la lettura integrale dei punti che abbiamo analizzato e quindi commentato.

Il testo in nero è quello originale proposto dalla Direzione, in rosso le integrazioni oggetto delle nostre osservazioni.




Lo strumento dei coordinamenti di cui all'art 24 del Regolamento di organizzazione non ha ancora interessato temi di carattere amministrativo.
In realtà con l’assegnazione di posizioni organizzative ai Nuclei Operativi Geografici (NOG) i dipartimenti sono stati dotati di figure amministrative di coordinamento, poi non si può trascurare il fatto che l'AFA è dotata di ben 3 dirigenti, cos'altro serve?

La funzione organizzazione non è identificabile nell'attuale organigramma nonché nelle declaratorie delle relative strutture.  Questa osservazione costituisce esplicito richiamo alle disposizioni dell'art. 20 del Regolamento di organizzazione del 2005?


         
Mancanza di riferimenti organizzativi per la gestione delle relazioni con il sistema agenziale nazionale e alla diffusione dei prodotti dal medesimo elaborati. Tutta l'esperienza accumulata (e le risorse investite) in tutti questi anni nell'ambito di Assoarpa non ha prodotto frutti? Citiamo dallo Statuto dell'Associazione  le finalità dichiarate: realizzazione di elevati livelli di integrazione e di sviluppo delle politiche delle Agenzie associate, nelle materie inerenti le relazioni istituzionali e sociali, le attività oggetto del mandato istituzionale delle Agenzie, i sistemi di finanziamento delle attività, l’organizzazione del lavoro, lo sviluppo delle risorse umane, la gestione dei rapporti di lavoro e delle connesse relazioni sindacali.

Assenza di un riferimento organizzativo strutturato di risposta alle esigenze di interfaccia con il sistema sanitario regionale (assessorato, aziende, IZS). Ma non esiste un incarico dirigenziale che ha il compito di mantenere i rapporti con il SSN?

Assenza di un sistema di gestione della sicurezza. La soluzione è adottare la normativa OHSAS 18001

Eccessiva variabilità organizzativa interna delle strutture in assenza di modelli di massima prestabiliti. AFA?

Il processo di riduzione della dirigenza non è ancora accompagnato da iniziative volte a creare le condizioni per un suo progressivo reintegro. Sono poi presenti solo 3 dirigenti di ruolo  amministrativi, condizione di sproporzione rispetto alle dimensioni complessive dell’Agenzia.
Non bisogna guardare la qualifica contrattuale, ma l’attività svolta.
I Dirigenti assegnati a Strutture semplici o complesse che dipendono dal Direttore Amministrativo, svolgono mansioni prettamente amministrative e sono sicuramente più di tre, si veda a questo proposito l’organigramma: http://www.arpa.piemonte.it/intranet/strutture

Il regolamento di mobilità non tiene in considerazione le esigenze organizzative essendo stato concepito in epoca di non blocco totale del turn-over.
Nel caso della mobilità ordinaria (non legata al potere organizzatorio) è prassi comune la negazione del nulla osta per due anni, senza che vi sia una verifica seria delle motivazioni addotte
il regolamento per il telelavoro presenta, relativamente al telelavoro a domicilio, requisiti eccessivamente stringenti che lo rendono utilizzabile in pochissimi casi di condizioni di elevato disagio. Molte funzioni di carattere amministrativo potrebbero essere svolte in remoto senza creare alcun problema. E' inoltre previsto il nulla-osta del responsabile di SC che ne ostacola ulteriormente l'applicabilità riconducendola ad un ambito discrezionale

Mancanza di uno staff direzionale alle dirette dipendenze della stessa. Abbiamo eliminato, per risparmiare, la figura del direttore tecnico per surrogare con altre figure non meglio identificate per caratteristiche e funzioni; insistiamo su di un utilizzo pieno e corretto delle aree funzionali

Presenza all’interno dei Dipartimenti provinciali di Strutture semplici molto eterogenee sotto il profilo della dimensione. In assenza di un vincolo sul numero di unità (min-max) che possono afferire ad un dirigente si sono consolidate situazioni di fatto, frutto di adattamento delle funzioni con le risorse in concreto disponibili e con le esigenze operative.  Si attui in modo organico ed efficiente il regolamento sulla mobilità.
Presso la sede centrale sono presenti due strutture semplici composte da soli due dipendenti (1 dirigente responsabile + 1 comparto)

Eccessivo ricorso alla esternalizzazione dei servizi di  manutenzione ordinaria relativi alle reti di monitoraggio e all'assistenza tecnica sulla strumentazione. Sono necessari approfondimenti sulle ipotesi di ridimensionamento delle esternalizzazioni, oltre alle fattispecie citate

Non è  chiaramente definito il ruolo delle Aree funzionali nei processi trasversali.
L'area funzionale amministrativa, contrariamente alla sua rappresentazione in organigramma, non esercita alcuna funzione di coordinamento sulle strutture prettamente amministrative.
Nell'area tecnica è inserita la SS Sistema Qualità, funzione prettamente di competenza dello staff della Direzione
  


Insufficiente chiarezza del ruolo, funzione e rapporti gerarchici dell'UPG nell'organizzazione dell'Agenzia. Il ruolo dell'UPG, finché rimane tale, è chiaramente definito dal codice di procedura penale (art. 56). Non è chiaro da cosa scaturisca tale criticità.


L’attuale intelaiatura degli incarichi di funzione talvolta non risponde alle esigenze organizzative.
In alcuni casi, l'incarico di funzione ha seguito la persona anziché essere legato alle reali esigenze

Di massima, i titolari di posizione organizzativa delle Strutture amministrative esercitano funzioni in concreto maggiormente incisive sotto il profilo gestionale rispetto a quelle dei titolari di incarico di funzione delle altre Strutture, generando situazioni di oggettiva sperequazione.
Il Regolamento per l’assegnazione delle Posizioni Organizzative è assolutamente inutile, visto che produce un elenco che non può essere ri-utilizzato in caso di rinuncia del vincitore: sarebbe più veloce e corretto che il Dirigente di SC (cui è attribuito il budget) decida con un proprio atto a chi assegnare l’incarico. Qualora dovesse rimanere l’attuale impostazione con bando,  sarebbe necessario introdurre una valutazione di idoneità effettuata dal dirigente responsabile della SC in cui è bandita la PO, propedeutica alla valutazione dei titoli (a cura dell’ufficio personale) e alla valutazione del curriculum (a cura del dirigente stesso). Il risultato finale dovrà essere una graduatoria e non un elenco.

Nelle strutture carenti di personale con qualifica dirigenziale i titolari di incarico di funzione esercitano di fatto funzioni di maggior peso sotto il profilo gestionale rispetto alle altre.
Occorrerebbe assegnare ai dirigenti con solo incarico di alta specializzazione, la responsabilità di tali Strutture  e del relativo personale.
Vi sono alcune strutture di dimensioni medie o grandi prive di responsabile e di dirigenti.
Andrebbe riconsiderata la effettiva necessità di figure dirigenziali nelle strutture, valutando se in alcuni casi le funzioni effettivamente svolte dai dirigenti possano essere attribuite a personale di categoria D/Ds (consentendo quindi lo spostamento dei dirigenti ove effettivamente carenti).Alcuni incarichi della dirigenza sembrano rispondere più a esigenze di premialità piuttosto che ad effettive specializzazioni, nondimeno alcuni incarichi di posizione organizzativa e/o di coordinamento sembrano essere ritagliati sulle persone più che sulle funzioni effettivamente da ricoprire.

La scheda di valutazione del comparto è assolutamente obsoleta e da rimodulare in base alle reali attività svolte in base al profilo di appartenenza.
Non è identificato un criterio omogeneo di valutazione tra le diverse strutture.
Inoltre deve essere ribadito che la scheda deve essere finalizzata al solo pagamento dell’incentivazione.




Redatto a cura del
Coordinamento FSI – USAE
   Arpa Piemonte

lunedì 20 maggio 2013

info FSI su riunione del 15 maggio 2013



Il giorno 15 maggio abbiamo partecipato al tavolo tecnico, convocato dall'Amministrazione per trattare il punto  dell'O.d.G. relativo alla revisione della spesa di funzionamento di Arpa, che per motivi di tempo non era stato affrontato nell'incontro del 8 maggio.

 

Il Direttore Amministrativo, prima di affrontare quanto in oggetto, ci ha aggiornato in merito a questi due argomenti:

a) finanziamento di Arpa: nel BURP della scorsa settimana è stata pubblicata la legge finanziaria regionale, che stanzia 67 milioni per il finanziamento di Arpa;  importo che, pur in riduzione rispetto al finanziamento dell'anno passato, è comunque superiore di un milione rispetto a quanto era stato ipotizzato come fabbisogno minimo, consentendoci quindi di contenere il taglio operato sugli investimenti;

b) il giorno 13/5 si è svolto un incontro tra Direzione di Arpa e Consiglio Regionale (di cui la Direzione renderà  disponibili sul sito istituzionale le slide ed il verbale). In tale sede è stata esaminata l'attività di Arpa, anche rispetto all'ormai decaduto piano di riposizionamento; è stata inoltre presa in esame la consistenza di personale di Arpa. Il DA ci ha rappresentato una sensazione tutto sommato positiva, anche in relazione alla congiuntura generale; inoltre al momento, pur essendo Arpa ente strumentale della Regione, non parrebbe essere coinvolta  nei processi di spending review regionale in materia di personale.

Ovviamente novità in negativo potrebbero venire dal piano di rientro della Regione dal disavanzo sanitario, ma al momento non parrebbero esserci ricadute per Arpa.

In sostanza sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) in qualche modo mutato in positivo l'atteggiamento della Regione verso il nostro ente.

 

Dopo queste premesse piuttosto rassicuranti, il DA ci ha illustrato quanto si sta operando in materia di contenimento dei costi.

I filoni sono schematicamente riassumibili in:

a)   interventi sulla dotazione immobiliare (es. trasferimento sede di Biella, razionalizzazione delle varie sedi operative di Alessandria);

b)   ottimizzazione delle procedure di acquisto, mediante sistematico utilizzo delle procedure Consip, Mepa (ovviamente ove non si tratti di acquisire servizi o prodotti specifici) ;

c)    "interventi" sui servizi ausiliari esternalizzati (lavaggio vetreria, servizi di facchinaggio e reception, ecc.);

d)   interventi sulla gestione delle reti di monitoraggio, con un ripensamento rispetto alle esasperate esternalizzazioni operate in passato (e sulle quali la posizione dei dipendenti e delle organizzazioni sindacali era stata fortemente critica).

 

In merito a questi interventi di riduzione dei costi, il DA ha chiaramente specificato di agire nell'ambito della legge sul contenimento della spesa da parte delle pubbliche amministrazioni (che  devono cercare di ridurre i costi a parità di servizio offerto al cittadino), ma di farlo nell'ottica "del buon padre di famiglia" e non perché costretto da richieste mirate da parte della regione.

Gli interventi sindacali hanno sottolineato come purtroppo ogni azione mirata alla riduzione dei costi di servizi esternalizzati, seppure inevitabile,  non potrà che essere subita e pagata dalle fasce più deboli, vale a dire, nello specifico, i colleghi dipendenti delle cooperative che ogni giorno ci affiancano nelle attività. A fronte, è stato anche sottolineato, di una non sempre esemplare capacità gestionale da parte dei dirigenti apicali.

 

Il DA ha inoltre fatto più volte riferimento alla dotazione organica di Arpa, che addirittura potrebbe consentire qualche assunzione mirata (tutto da verificare poi se questo sarebbe possibile tramite concorso o tramite mobilità dagli enti regionali, IPLA ecc.). Questo aspetto è stato accolto con un certo scetticismo da parte sindacale; da parte nostra non vorremmo che questi discorsi fossero preparatori a ennesime proposte di assunzione di nuove figure dirigenziali di cui, francamente, continuiamo a non sentire la mancanza.

 

Al termine, abbiamo chiesto se avessero un fondamento le voci secondo cui Arpa starebbe per intervenire sull'orario di servizio in analogia con quanto già disposto da altri enti quali la Provincia (orario ridotto il venerdì con conseguente aumento nelle altre giornate, al fine di operare un risparmio sui ticket restaurant); il DA ha assolutamente smentito la fondatezza di tali voci.

 

La riunione si è chiusa con l'impegno da parte della Direzione di continuare, su questi temi, nel confronto dialettico con le organizzazioni sindacali.

    

Redatto a cura del

Coordinamento FSI – USAE

   Arpa Piemonte

venerdì 17 maggio 2013

info FSI su riunione del 15 maggio 2013

Ciao a tutti,

vi inoltro, in allegato, il resoconto FSI sul tavolo tecnico tenuto mercoledì 15 maggio tra Direzione e Organizzazioni sindacali su:

"Revisione della spesa di funzionamento dell'Arpa Piemonte"


Carlo

 

 coordinamento Arpa
    FSI-USAE

 

seguiteci anche su:

http://archiviosindacale.blogspot.com/
  

Questo messaggio è inviato ad una lista di corrispondenti a scopo informativo e divulgativo delle iniziative sindacali del Coordinamento FSI-ARPA Piemonte.

Nel caso non fossi più interessato a ricevere i nostri messaggi è sufficiente segnalarlo scrivendo o telefonando al mittente del presente messaggio, oppure scrivendo al seguente indirizzo: fsiarpapiemonte@gmail.com




venerdì 10 maggio 2013

analisi delle criticità - produttivtà ex tempi determinati


RESOCONTO INCONTRO DEL 8 MAGGIO 2013

 

L’incontro prevedeva come ordine del giorno i seguenti punti:

1.   attività di analisi delle criticità organizzative dell’Agenzia;

2.   revisione della spesa di funzionamento;

3.   produttività personale a tempo determinato.

 

Sono stati trattati, per motivi di tempo, il 1° ed il 3° (il secondo verrà trattato nell’ambito di un tavolo tecnico appositamente convocato per il giorno 15 p.v.)

 

produttività personale a tempo determinato

 

Cominciamo con il descrivere le risultanze del dibattito che si è sviluppato intorno al 3° punto.

L’Amministrazione ci ha anticipato la proposta che formulerà agli interessati per tentare di comporre la controversia che, lo ricordiamo,  la contrappone ai colleghi ex tempi determinati e a tempo indeterminato assunti a partire dal 2002, che non avevano percepito le quote di salario accessorio per i periodi corrispondenti.

Il fondo accantonato a suo tempo, compreso l’incremento, ammonta a circa €1.500.000.

 

La proposta dell’Amministrazione si riassume in questo modo: riconoscimento mediante transazione tra Amministrazione ed ogni singolo lavoratore interessato del 70% di quanto dovuto alle varie fattispecie di potenziali interessati alla produttività; il 50% della produttività per i periodi di prova.  (le quote sono al netto di quanto già percepito in virtù dell’accordo 27.11.2009).

 

Nella proposta dell’Amministrazione si è quantificato che un’adesione inferiore al 90% dei potenziali interessati si tradurrebbe in un nulla di fatto e di conseguenza chi lo riterrebbe dovrebbe promuovere causa legale individuale.

 

La questione è molto complessa, sia perché non esiste al momento una giurisprudenza consolidata in materia (in questo senso, la vertenza della collega che ha avviato la questione potrebbe in un certo senso costituire una sentenza-pilota), sia perché i singoli casi sono molto diversificati tra loro.

Da non dimenticare, infine, che una sentenza per un singolo caso non può essere giuridicamente estesa ad altri casi, anche se analoghi.  La conseguenza di tutto ciò è che in mancanza di una transazione che coinvolgesse quasi la totalità  dei colleghi, ogni dipendente dovrebbe ricorrere ad una causa individuale, senza alcuna garanzia di ottenere un risultato omogeneo.

 

Riteniamo indispensabile inquadrare la proposta dell’Amministrazione all’interno dei casi limite:

 

a)  se la transazione non andasse a buon fine, e nessuno dei circa 300 colleghi interessati decidesse di ricorrere per vie legali (o ai ricorrenti in sede di sentenza non venisse riconosciuto il diritto) , il fondo verrebbe ripartito tra gli altri circa 700 colleghi, con un “saldo” pari a circa una mensilità;

 

b)  qualora l’Amministrazione decidesse di derimere la questione riconoscendo il 100% di quanto dovuto alle varie fattispecie di potenziali interessati alla produttività, il fondo sarebbe insufficiente e pertanto a tutti i circa 700 altri colleghi che hanno percepito la produttività negli anni in oggetto potrebbe venire richiesto di restituire una parte di quanto a suo tempo ricevuto.

 

Con la proposta dell’Amministrazione, stando ai calcoli prospettati, l’impegno per compensare una platea di oltre 300 lavoratori – ricordiamo a vario titolo, da pochi euro fino a punte di 15.000 - impegnerebbe circa 1 milione, l’altro mezzo milione verrebbe distribuito alla restante globalità del personale, che percepirebbe pertanto una somma ipotizzabile in circa 400 euro netti.

 

Fermo restando, come già detto, che in ogni caso la questione è assolutamente soggettiva e, per usare un termine in voga in questo periodo , estremamente “divisiva” visti gli interessi contrapposti, assumeremo come sigla posizioni specifiche allorquando si dovrà andare a definizione. Per ora rileviamo solo che il punto di vista sindacale sulla proposta non è omogeneo.

 

Sull’argomento, visto l’esito finale della riunione, le parti hanno deciso di aggiornarsi  al mese prossimo.

 

 

attività di analisi delle criticità organizzative dell’Agenzia

 

Riguardo al primo punto all’ordine del giorno il Direttore generale ha presentato ed illustrato un documento di sintesi (denominato Analisi organizzativa: azioni di sviluppo e criticità riscontrate) elaborato da un gruppo di studio composto dai dirigenti di SC e dai componenti dell’Ufficio di Direzione, che, nelle intenzioni, identifica le attuali criticità (ne sono state elencate ben 45) che limitano una corretta gestione delle funzioni di Arpa.

È stato detto e più volte ribadito che questa operazione non rappresenta l’ennesimo rimaneggiamento del Regolamento di Organizzazione ma punterebbe a razionalizzare le attività per un migliore utilizzo delle risorse strumentali e umane.

Il documento è articolato in 6 aree così denominate:

a)  visione e sviluppo dell’Agenzia: azioni di consolidamento dell’identità ed i potenziamento dell’azione

b)  Inattuazione regolamentare

c)   Carenze organizzative

d)  Frammentazione organizzativa

e)  Inefficienza/inefficacia organizzativa

f)      Indeterminatezza organizzativa.

 

È stato chiesto ai sindacati di dare il loro contributo.

Al di là degli eufemismi e da una prima lettura del documento si comprende che l’operazione che si sta facendo cerca la condivisione delle parti sindacali per “far meglio digerire” scelte che necessariamente implicheranno revisioni strutturali dell’Ente. Non sono ancora delineante le soluzioni,  ma alcune si possono intuire.

Su alcuni aspetti noi porteremo le nostre considerazioni anche e soprattutto per far emergere alcune contraddizioni o anacronismi che riteniamo di avere rilevato.