RESOCONTO INCONTRO DEL 8 MAGGIO 2013
L’incontro prevedeva come ordine del giorno i
seguenti punti:
1.
attività di analisi delle criticità organizzative dell’Agenzia;
2.
revisione della spesa di funzionamento;
3.
produttività personale a tempo determinato.
Sono stati trattati, per motivi di tempo, il 1° ed
il 3° (il secondo verrà trattato nell’ambito di un tavolo tecnico appositamente
convocato per il giorno 15 p.v.)
produttività personale a tempo
determinato
Cominciamo con il descrivere le risultanze del
dibattito che si è sviluppato intorno al 3° punto.
L’Amministrazione ci ha anticipato la proposta che
formulerà agli interessati per tentare di comporre la controversia che, lo
ricordiamo, la contrappone ai colleghi
ex tempi determinati e a tempo indeterminato assunti a partire dal 2002, che
non avevano percepito le quote di salario accessorio per i periodi
corrispondenti.
Il fondo accantonato a suo tempo, compreso
l’incremento, ammonta a circa €1.500.000.
La proposta dell’Amministrazione si riassume in
questo modo: riconoscimento mediante transazione tra Amministrazione ed ogni singolo
lavoratore interessato del 70% di quanto dovuto alle varie fattispecie di
potenziali interessati alla produttività; il 50% della produttività per i
periodi di prova. (le quote sono al
netto di quanto già percepito in virtù dell’accordo 27.11.2009).
Nella proposta dell’Amministrazione si è
quantificato che un’adesione inferiore al 90% dei potenziali interessati si tradurrebbe
in un nulla di fatto e di conseguenza chi lo riterrebbe dovrebbe promuovere
causa legale individuale.
La questione è molto complessa, sia perché non
esiste al momento una giurisprudenza consolidata in materia (in questo senso,
la vertenza della collega che ha avviato la questione potrebbe in un certo
senso costituire una sentenza-pilota), sia perché i singoli casi sono molto
diversificati tra loro.
Da non dimenticare, infine, che una sentenza per un
singolo caso non può essere giuridicamente estesa ad altri casi, anche se
analoghi. La conseguenza di tutto ciò è
che in mancanza di una transazione che coinvolgesse quasi la totalità dei colleghi, ogni dipendente dovrebbe
ricorrere ad una causa individuale, senza alcuna garanzia di ottenere un risultato
omogeneo.
Riteniamo indispensabile inquadrare la proposta
dell’Amministrazione all’interno dei casi limite:
a)
se la transazione non andasse a buon fine, e nessuno dei circa 300 colleghi
interessati decidesse di ricorrere per vie legali (o ai ricorrenti in sede di
sentenza non venisse riconosciuto il diritto) , il fondo verrebbe ripartito tra
gli altri circa 700 colleghi, con un “saldo” pari a circa una mensilità;
b)
qualora l’Amministrazione decidesse di derimere la questione
riconoscendo il 100% di quanto dovuto alle varie fattispecie di potenziali
interessati alla produttività, il fondo sarebbe insufficiente e pertanto a tutti
i circa 700 altri colleghi che hanno percepito la produttività negli anni in
oggetto potrebbe venire richiesto di restituire una parte di quanto a suo tempo
ricevuto.
Con la proposta dell’Amministrazione, stando ai
calcoli prospettati, l’impegno per compensare una platea di oltre 300
lavoratori – ricordiamo a vario titolo, da pochi euro fino a punte di 15.000 -
impegnerebbe circa 1 milione, l’altro mezzo milione verrebbe distribuito alla
restante globalità del personale, che percepirebbe pertanto una somma
ipotizzabile in circa 400 euro netti.
Fermo restando, come già detto, che in ogni caso la
questione è assolutamente soggettiva e, per usare un termine in voga in questo
periodo , estremamente “divisiva” visti gli interessi contrapposti, assumeremo come
sigla posizioni specifiche allorquando si dovrà andare a definizione. Per ora
rileviamo solo che il punto di vista sindacale sulla proposta non è omogeneo.
Sull’argomento, visto l’esito finale della riunione,
le parti hanno deciso di aggiornarsi al
mese prossimo.
attività di analisi delle criticità
organizzative dell’Agenzia
Riguardo al primo punto all’ordine del giorno il Direttore
generale ha presentato ed illustrato un documento di sintesi (denominato
Analisi organizzativa: azioni di sviluppo e criticità riscontrate) elaborato da
un gruppo di studio composto dai dirigenti di SC e dai componenti dell’Ufficio
di Direzione, che, nelle intenzioni, identifica le attuali criticità (ne sono
state elencate ben 45) che limitano una corretta gestione delle funzioni di
Arpa.
È stato detto e più volte ribadito che questa
operazione non rappresenta l’ennesimo rimaneggiamento del Regolamento di
Organizzazione ma punterebbe a razionalizzare le attività per un migliore
utilizzo delle risorse strumentali e umane.
Il documento è articolato in 6 aree così
denominate:
a) visione e sviluppo
dell’Agenzia: azioni di consolidamento dell’identità ed i potenziamento
dell’azione
b) Inattuazione regolamentare
c) Carenze organizzative
d) Frammentazione organizzativa
e) Inefficienza/inefficacia
organizzativa
f) Indeterminatezza organizzativa.
È stato chiesto ai sindacati di dare il loro
contributo.
Al di là degli eufemismi e da una prima lettura del
documento si comprende che l’operazione che si sta facendo cerca la
condivisione delle parti sindacali per “far meglio digerire” scelte che necessariamente
implicheranno revisioni strutturali dell’Ente. Non sono ancora delineante le
soluzioni, ma alcune si possono intuire.
Su alcuni aspetti noi porteremo le nostre
considerazioni anche e soprattutto per far emergere alcune contraddizioni o anacronismi
che riteniamo di avere rilevato.
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