Gentili colleghe, cari colleghi,
come
forse già saprete nell’ultimo mese ci sono state due convocazioni da
parte della Direzione con all’ordine del giorno la discussione sul
cosiddetto Decreto Madia sulla riorganizzazione della Pubblica
Amministrazione (D.lgs 75/2017).
Il
tema centrale di questi due incontri è stato quello delle
stabilizzazioni dei precari; sul tema avrete già letto i comunicati
delle altre OO.SS. che parlano di numeri e tempistiche, quindi non starò
a scendere in dettagli già illustrati, limitandomi ad accennare in
estrema sintesi al citato D.lgs 75, il quale faceva una distinzione tra
coloro che rientravano nel Comma 1 dell’art. 20 e tutti gli
altri che invece rientravano nel comma 2 dello stessa articolo, ovvero,
compatibilmente con risorse e fabbisogno del personale, i primi subito
assumibili (cinque) gli altri (per ora undici) con requisiti meno
stringenti (titolari di forme di lavoro flessibile non necessariamente a
T.D.) potevano accedere alla stabilizzazione mediante procedura concorsuale pubblica per non più del 50% dei posti messi a concorso.
Successivamente, con una circolare emanata dalla medesima Ministra (la 7 del 23/11/2017)
ribaltando le decisioni del suo stesso decreto ha fatto transitare i
precari che rientravano nel comma 2 (con requisiti più deboli) tra
quelli ricompresi nel comma 1 (con requisiti più forti). Quindi, con tre
anni di servizio al 31.12 di quest’anno, anche in forme flessibili,
possono accedere alla stabilizzazione diretta, avendo come unico
scoglio, l’attesa dell’adozione formale dell’atto che sancisca il
fabbisogno del personale nel triennio 2018-2020.
Sul
tema non c'è molto altro da dire, primo perché, come dicevo, le altre
OO.SS. sono molto faconde di informazioni, al punto tale che Confederali
da una parte e USB dall’altra si scornano e sgomitano facendo a gara a
chi è più bravo a chi la dice prima, più grossa e più bella…noi (io)
preferiamo distinguerci poiché nei mesi che hanno preceduto questi due
incontri abbiamo, quasi in solitudine, ad eccezione di una favorevole
presa di posizione da parte di alcuni colleghi della CISL, evidenziato
la necessità di prendere in considerazione un altro aspetto del decreto
Madia, ovvero l’art. 22 comma 15 che prevede la
possibilità di fare (finalmente) qualche progressione verticale;
argomento sul quale molti hanno fatto e continuano a fare orecchie da
mercante, forse perché poco utile alla rincorsa al consenso, visti i
numeri esigui di coloro che potenzialmente potrebbero accedere a questa
opportunità.
I
numeri sono questi: la legge prevede la possibilità di fare
progressioni per un 20% di personale di cui al piano dei fabbisogni nel
triennio 2018-2020, che secondo una stima indicata dal Dott. Porta
potrebbe oscillare tra le 7 e le 10 unità di coloro che sono in
possesso dei requisiti previsti, ovvero il titolo di studio per
accedere alla categoria superiore a quella di appartenenza (diploma di
scuola superiore per acceder alla cat. C, laurea per accedere alla cat.
D).
Va
detto che all’ultima riunione del 19 u.s. ho chiesto se hanno un’idea
di quali potranno essere le aree interessate alle progressioni, ricevendo
come risposta che non lo sanno ancora, anche se posso dirvi che
l’Amministrazione sta già provvedendo alla verifica dei curricula,
quindi, nell’interesse dei potenziali destinatari il mio consiglio è,
nel caso non l’abbiate ancora fatto, di aggiornarlo e trasmetterlo
tenendo conto di tutti gli elementi di merito di seguito illustrati e
che almeno teoricamente potrebbero fare la differenza in una prova
comparativa.
In
maniera ancora un po’ fumosa il decreto Madia dice in fatto di
requisiti e di procedure selettive che le stesse avverranno anche per
titoli “considerando la valutazione positiva conseguita dal dipendente
per almeno tre anni, l’attività svolta e i risultati conseguiti, nonché” importantissimo “l’eventuale superamento di precedenti procedure selettive”.
Compatibilmente
con gli eventi futuri seguiremo con attenzione quanto in argomento si
dirà, detto questo mi commiato augurandovi di trascorrere serenamente
le prossime festività, ma, soprattutto augurando ad ognuno di voi di
vedere realizzate in qualche misura le vostre legittime speranze ed
ambizioni in ambito lavorativo e personale.