Le Posizioni Organizzative e l’esposto della RSU alla Corte dei Conti: il nostro punto di vista
Veniamo alla vicenda che tanto
scompiglio e scandalo ha seminato tra le belle teste pensanti fuori e dentro la
Direzione.
Premettiamo che la RSU non si è mai opposta alla selezione delle
P.O. che avrebbe dovuto avvenire in successione alla scadenza del 30 settembre ,
bensì al "rinnovo
incondizionato" che gli stessi firmatari criticano; la RSU invece proponeva la
ragionevole sospensione delle PO fino al nuovo assetto organizzativo, oppure un
allineamento delle PO all'attuale stato transitorio che ha visto la chiusura di
svariate strutture.
Va chiarito che le PO si sono
fatte promotrici di un documento
sottoscritto da 68 titolari di funzione di forte critica all’operato della RSU
(che alleghiamo) con il quale accusano la RSU stessa
di rappresentare in modo parziale i lavoratori, discriminando unicamente la
categoria delle PO.
Un po’ di storia:
Le posizioni organizzative attualmente
in vigore erano state nominate a partire dal 1° gennaio 2014 e avrebbero
dovuto, secondo l’atto di conferimento, avere
una durata pari a 18 mesi rinnovabili.
Nel corso degli ultimi anni, come
tutti sapete, l’Amministrazione ha proceduto a ridimensionare fortemente l’assetto
organizzativo ed operativo dell’Agenzia, tanto da arrivare all’attuale situazione
di 12 SC e Aree. In tutto questo non va dimenticato che nel giro di 7-8 anni, a
causa del mancato turn-over, la consistenza numerica dei dipendenti si è
ridotta di circa 400 unità.
Ora, forse a non tutti è noto che
la RSU in modo
quasi unitario (nel senso che aderivano tutte le sigle sindacali con l’esclusione
del rappresentante dell’USB, sul cui operato torneremo più avanti) aveva sottoscritto una richiesta all’Amministrazione
con la quale chiedeva già dal 13 ottobre di sospendere le Posizioni
organizzative, prorogate per la quinta volta rispetto a quel primo atto di
assegnazione e senza che vi fosse, in questa ultima proroga, l’ombra di una
data di scadenza, atto che assimila le PO ad essere destinatarie di un
vitalizio più che di un incarico assegnato per specifici obiettivi e/o
funzioni.
Dopo la nota del 13 ottobre, alla
quale l’Amministrazione non rispondeva, il 21 ottobre la RSU decideva di reiterare la richiesta minacciando di presentare
segnalazione alla Corte dei Conti sull’ipotesi di danno erariale: silenzio
assoluto dalla controparte.
Il 10 novembre, dopo una convocazione
dell’Amministrazione datata 4 novembre ad un tavolo di informazione “sull’evoluzione
dl quadro normativo” e nell’ambito della quale viene dichiarato che il riscontro
alle nostre richieste sarebbe stato fornito “con separata nota” la RSU decideva di agire, anche
per rispetto del proprio ruolo e provvedeva ad inviare la segnalazione alla Corte
dei Conti sulle ipotesi menzionate, comunicandolo contestualmente all’Amministrazione,
contestando, tra le altre cose: il comportamento che la Direzione adotta da
tempo rispetto alle relazioni sindacali
sia da ritenersi destituito delle più elementari regole di rispetto che
sovrintendono al regolare confronto sindacale fra le parti.
Nella medesima occasione RSU richiamava
una serie di questioni alle quali l’Amministrazione era rimasta sorda in tutti
i mesi precedenti: Il 2 maggio veniva
presentata richiesta di stralcio della situazione delle lavoratrici provenienti
dall’ex laboratorio di La
Loggia che erano risultate assegnatarie di nuova collocazione
a seguito dell’ultimo bando di mobilità.
La medesima richiesta veniva reiterata a giugno con il stesso risultato,
vale a dire nulla.
Precedentemente, medesima sorte
era stata riservata alla revisione del Regolamento sul tempo parziale che aveva
impegnato RSU e Amministrazione in una lunga ed estenuante serie di incontri,
svoltisi tra l’aprile del 2015 ed il marzo di quest’anno, dai quali era
scaturita una bozza all’apparenza condivisa, ma che non aveva avuto alcun
seguito ai fini della ratifica.
In tale bozza si prevedeva per il
titolare di P.O. la possibilità di utilizzare il part-time, si cita nel seguito
"ART.16 Dipendenti titolari di
incarichi di funzione di posizione organizzativa o di coordinamento. L’orario
di lavoro settimanale dei dipendenti titolari di incarico di posizione
organizzativa o di coordinamento può essere ridotto fino ad un massimo del 50% della
prestazione lavorativa prevista dal CCNL".
Il nulla che è seguito è sempre
da ascriversi al vuoto pneumatico di questa Direzione sempre pronta
a pavoneggiarsi su questioni di scarsa
rilevanza (citiamo a titolo esemplificativo, le iniziative della appena
trascorsa estate “soft - green” tutta a base di purificanti abluzioni lacustri, dotte
elucubrazioni sulle terrificanti erbette del Po e corroboranti competizioni a
chi pedala di più) salvo concretizzarsi nel nulla più assoluto rispetto a decisioni
di sostanza, a parte far distrarre le controparti con tavoli tecnici tanto estenuanti quanto
inutili, non sapendo, o peggio, non volendo andare oltre.
Infine, sempre dal documento del
13 ottobre, la RSU
chiedeva la convocazione di un tavolo nel
quale oltre che discutere di PO, mobilità e tempo parziale vengano connesse le
seguenti tematiche:
revisione sul criterio di utilizzo dei fondi;
chiarimenti in ordine al conguaglio incentivi di cui al punto 4
dell’accordo stipulato il 30.12.2015
Come si può vedere la
segnalazione alla Corte dei Conti è stato l’ultimo atto di una serie di
inadempienze dell’Amministrazione che hanno nei fatti obbligato la RSU a prendere questa decisione.
Le PO lamentano di essere
discriminate: noi abbiamo solo chiesto che l’Amministrazione si muovesse nei
binari della legalità, come dicevamo all’inizio; non abbiamo mai chiesto di
revocare le PO come istituto, poiché riconosciamo a molte di queste figure il
fatto che si sobbarchino, per un compenso minimo, responsabilità che molti dirigenti
non vogliono o non sono in grado di prendersi.
Nel contempo va anche onestamente
riconosciuto che molte figure di coordinamento esistono solo sulla carta poiché
prive di struttura, di obiettivi che ne giustifichino l’esistenza, visto
l’attuale quadro organizzativo dell’Agenzia
Se a tutto ciò aggiungiamo che l’Amministrazione,
per arginare il fenomeno delle valutazioni scandalose della selezione delle PO
del 2013 aveva impegnato RSU in una lunga serie di tavoli tecnici per arrivare
ad individuare criteri più oggettivi di selezione e che dopo aver raggiunto un accordo sulla bozza, a questo non
era stato dato alcun seguito, il quadro è completo, o quasi….. ….in uno di questi
tavoli tenutosi la scorsa estate il Direttore amministrativo aveva anche
teorizzato la necessità di aumentare il numero di PO dalle 78 attuali a
84....che dire, tutto ha un limite! (avevamo
scritto di questo nel nostro post intitolato “decrescita felice” (http://archiviosindacale.blogspot.it/2016/07/il-concetto-di-decrescita-felice.html)
Se, come veniamo accusati,
avessimo avuto un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della categoria avremmo
avanzato la richiesta, come accade in alcune aziende sanitarie piemontesi, di abrogare
in toto l’istituito, stornando i risparmi
a favore di una progressione orizzontale per quanto più personale possibile.
Non è superfluo ricordare che sulle PO, dal 2005, anno di prima
istituzione sono stati investiti circa 3 milioni di euro in un’Agenzia che in
quell’anno presentava un quadro di oltre
100 dirigenti e ben 120 figure di coordinamento.
Che qualcuno ora si lamenti che
gli possa venir tolto qualcosa che ha assunto nei fatti la connotazione di un
vitalizio, a fronte del fatto che le retribuzione della maggioranza dei
lavoratori non hanno avuto incrementi se non nel 2009 quando molti, a fronte di
una media di 12-14 anni di servizio all’ARPA Piemonte, hanno potuto godere dell’unica fascia percepita in tutta la carriera, è francamente anacronistico e dovrebbe consigliare
un minimo di cautela e pudore nel presentare certe recriminazioni.
Le attuali PO, inoltre, dimenticano
o non conoscono l'umiliazione dei colleghi che l’avevano perduta o che gli era
stata negata pur meritandola; e, non augurandoglielo, occorre ricordargli che
potrebbe accadere a chiunque, anche a loro.
FSI si era spesa anche per quei
candidati alle selezioni del 2013 di assegnazione delle P.O. che avevano subito
la gogna virtuale di una valutazione negativa da parte del dirigente di SC
nonostante la valutazione annuale positiva del proprio dirigente di SS con
conseguente inevitabile danno della propria visibilità nonché professionalità.
In ultimo, sempre seguendo le argomentazioni
delle PO, bisogna aggiungere che non si riscontrano casi in cui il dirigente abbia espresso una
valutazione negativa da compromettere l'indennità di funzione (che, ribadiamo,
non è un vitalizio ma un incarico fiduciario che in caso valutazione negativa
faticherebbe a proseguire in quanto tale) .
Anche su questo FSI aveva protestato
per i casi di titolarità di funzione non rinnovate nonostante la valutazione
annuale positiva del dirigente.
Estremi che si toccano, ovvero la quadratura del cerchio
Accennavamo prima alla singolare
posizione dell’unico componente USB in RSU, il quale non solo sistematicamente
da un po’ di tempo a questa parte vota contro qualsiasi iniziativa della RSU,
lanciando strali di ogni genere all’indirizzo di RSU e OO.SS. asservite a suo
dire alle logiche della Direzione; proprio costui, nella riunione con la direzione del 23 u.s. ha sentito il
bisogno di dissociarsi pubblicamente dalla decisone unitaria della RSU di
presentare il citato esposto alla Corte dei Conti, usando argomentazioni capziose
e intimidatorie nei confronti delle altre componenti sindacali, che hanno prodotto
la fondata sensazione agli increduli presenti
che i due estremi stessero di fatto suonando la medesima musica.
Robotto, nelle riunione del 23, ha avuto un
atteggiamento che ne ha mostrato, finalmente, il vero volto autoritario di chi
non avendo altre frecce nella propria faretra e riposti per un attimo i
consueti sorrisi e modi amicali che solitamente sfodera con chiunque, si è
presentato con fare minaccioso e aggressivo nei confronti dei sindacalisti che
hanno avuto l’ardire, finalmente, di fare qualcosa che gli è risultato
spiacevole.
Tornando alle contorsioni del
noto “rivoluzionario del Cusio”, va detto che in precedenza, in sede di
riunione RSU aveva espresso condivisione
sulle iniziative da intraprendere, purché da parte RSU venisse richiesta
l’istituzione di una commissione paritetica sull’attribuzione degli incarichi,
una sorta di improbabile tavolo in cui i sindacati avrebbero dovuto decidere
unitamente alla Direzione come spartire le PO.
Sulle prospettive dell’attuale
RSU rimandiamo al paragrafo successivo.
Chiudiamo con la seguente
riflessione:
Si assiste in questi giorni a
minacce, nemmeno troppo velate, su possibili scenari tragici che scaturirebbero
dalla segnalazione alla Corte dei Conti.
Non sappiamo quale vaso di
Pandora la RSU
abbia scoperchiato; o per meglio dire, noi non lo sappiamo, ma qualcuno sì,
l’unica cosa macroscopicamente evidente è che queste minacce si manifestano più
o meno utilizzando gli stessi termini, indipendentemente da chi parla o dallo
strumento utilizzato, sia da una parte che dall’altra della barricata.
FSI e RSU: resistiamo
Intanto alcune precisazioni rispetto
alla RSU attualmente in carica di cui deve essere “chiaro e forte” il messaggio
che intendiamo mandare. Questa RSU, salvo fatti imprevedibili, durerà fino alla
sua scadenza naturale, ovvero febbraio 2018, a Grugliasco a Omegna e anche in qualche
piano alto di via Pio VII° si mettano pure comodi e attendano con pazienza.
La RSU per quanto monca, composta da 14 dei 18
elementi di cui dovrebbero essere formata dimostra di potere funzionare, e ha
dimostrato di raggiungere livelli di unitarietà
assolutamente inediti.
La titolarità e la
rappresentatività non è in discussione poiché non siamo noi ad aver deciso di
abbandonare la RSU
nel 2015 e, fino a prova contraria, la nostra elezione è pienamente legittimata;
quanto alle altre considerazioni di carattere politico le archiviamo come mere
elucubrazioni a carattere strumentale e quindi le rispediamo così come sono al
mittente.
Quanto alle vicende interne a
FSI, alle quali avevamo accennato nelle settimane scorse, senza entrare ulteriormente
nel merito di vicende che interessano relativamente i nostri lettori e che
hanno prodotto un momento di incertezza e di sbandamento anche tra gli estensori
d questo bollettino, vi comunichiamo che in ogni caso il Coordinamento FSI di
ARPA, pur nelle difficoltà contingenti del momento, intende proseguire la propria
azione unicamente per senso di responsabilità e a favore dei lavoratori, che in
diverse occasioni hanno manifestato vicinanza e solidarietà a questa componente.
Intendiamo quindi, contrariamente
alle aspettative di qualcuno, rientrare nel pieno delle nostre attribuzioni; la
nostra azione sarà come sempre caratterizzata da indipendenza e attenzione
verso i problemi della maggioranza dei lavoratori.
Questa e l’occasione per ringraziare ancora tutti.
Quel che c’è di vero sulla cosiddetta firma del contratto avvenuta ieri
Estratto
dal comunicato stampa delle Direzione nazionale FSI di ieri sera
Con un atto di arroganza che va al di là del
buon senso ed è al di fuori da ogni procedura democratica la Ministra per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione,
Marianna Madia, dopo aver sentito tutte le organizzazioni sindacali, ha deciso
di incontrare la sola triplice per siglare, NON IL CONTRATTO (quello, in base
alla legge non lo possono fare solo con la triplice) MA BENSÌ UN ACCORDO,
CHIARAMENTE PRE-ELETTORALE, in vista del referendum del prossimo 4 dicembre, in
cui si svendono i lavoratori, il loro diritto ad una giusta retribuzione e la
possibilità di recuperare - almeno parzialmente - il potere di acquisto delle
buste paga svalutate artificialmente con un blocco legislativo delle
retribuzioni che è stato attuato, se non con il consenso, quanto meno con il
corresponsabile silenzio della Triplice.
LA
TRIPLICE HA SIGLATO UN ACCORDO PRE-ELETTORALE CHE
CONDIZIONERÀ TUTTI, MA NON RAPPRESENTA TUTTI.
Come tutti sanno la legge di bilancio del 2017
non ha stanziato le somme necessarie a coprire gli 85 euro lordi di cui si
parla; non ci sono quindi le risorse e le coperture finanziarie per
sottoscrivere i contratti che dovranno attendere la legge di bilancio del 2018
che sarà varata a fine 2017. Poi nel 2018, se tutto andrà bene, i lavoratori
delle pubbliche amministrazioni avranno una mancia di 85 euro medie pro capite.
In questo periodo si stanno rinnovando i
contratti del lavoro privato con aumenti simili, ma quelle categorie del lavoro
privato che oggi rinnovano il contratto ad 80-90 euro hanno già avuto gli
aumenti di due rinnovi relativi ai trienni 2010-2012 prima ( circa 100 € ) e
2013- 2015 poi ( circa 130 €); sei anni di benefici contrattuali nei quali i
lavoratori delle pubbliche amministrazioni avevano lo stipendio bloccato; il
medesimo stipendio che hanno oggi e che forse l’anno prossimo si vedranno
aumentato con la mancia elettorale concordata oggi.
DOPO QUESTA MANCETTA CGIL, CISL E UIL DOVREBBERO
VERGOGNARSI, E DOVREBBERO ANDARE A NASCONDERSI !!!
Proprio loro, che ad ogni alito di vento, in ogni
occasione, si sciacquano la bocca con parole come DEMOCRAZIA, RISPETTO,
PARTECIPAZIONE, hanno chiesto ed ottenuto dalla Ministra di attuare una politica
maleducata ed arrogante e di fare CARNE DI PORCO della democrazia sindacale e
della cortesia istituzionale!
Questa arroganza merita di essere portata alla
conoscenza di tutti i lavoratori affinché gli stessi possano decidere con
coscienza di causa a chi attribuire la responsabilità della loro progressiva
perdita di potere di acquisto e della loro lenta ma inesorabile discesa verso
la povertà.
01 dicembre 2016