giovedì 5 dicembre 2013

ULTIMO TAVOLO TECNICO….ULTIME NOTIZIE!



ULTIMO TAVOLO TECNICO….ULTIME NOTIZIE!

NUCLEI TEMATICI

Lo sappiamo, ne avete le scatole piene di resoconti e commenti sui tavoli tecnici che si sono conclusi con l’ultima seduta svoltasi il 28 novembre; non rinunciamo comunque a darvi una nostra  visione, volutamente tardiva, dei fatti.

Abbiamo sin dall’inizio ribadito e rivendicato  il nostro dissenso rispetto al metodo; come sapete, da un certo punto in poi, poiché tutto questo ci sembrava semplicemente una perdita di tempo non abbiamo più contribuito alla discussione, limitandoci ad acquisire informazioni.

Che questa operazione sia irrazionale non lo diciamo solo noi: più o meno,  anche le altre organizzazioni presenti al Tavolo hanno espresso dubbi sulla transitorietà di questo processo che ci farà vivere in un interregno che durerà almeno fino alla fine del 2014.

Abbiamo preferito non avallare questo rimescolamento di carte, e questo è anche il motivo per il quale, pur condividendone le conclusioni, non abbiamo sottoscritto il comunicato unitario della RSU uscito lo scorso 25 novembre.

I nodi che intravvediamo sono principalmente legati alla creazione dei cosiddetti nuclei tematici sui quali, onestamente, non ci sentiamo di esprimere giudizi aprioristici, se non fosse per il fatto che a coordinare questi nuclei verranno chiamate figure direttive del comparto dotate di posizione organizzativa o indennità di coordinamento.

Queste le nostre considerazioni finali:

La strutturazione in Nuclei tematici prevede che questi vengano organizzati con dei referenti al vertice che, assumendo responsabilità di tipo gestionale e dotati di specifiche attribuzioni in materia di sicurezza (preposto), organizzazione del lavoro, supporto nella valutazione del personale, supporto nella gestione del lavoro, costituiranno una variante non trascurabile nei rapporti tra i componenti del gruppo di lavoro.

Siamo convinti che si creeranno dinamiche di conflitto, non possiamo non chiederci quanto potranno contribuire a migliorare un clima interno già deteriorato di suo, visto che le P.O. erano, sono e saranno figure scelte esclusivamente con potere discrezionale dal dirigente il quale, scaricando buona parte delle proprie responsabilità su questi “caporali” (pagati nella maggior parte dei casi 3.000 euro lordi all’anno) si scrollerà di dosso il lavoro più fastidioso, che è quello appunto di organizzare, pensare alla sicurezza e valutare i colleghi.

Altro aspetto non trascurabile è quello secondo il quale colleghi dotati di posizione gerarchica ed esperienza superiori si troverebbero ad essere potenzialmente diretti da altri,  investiti della P.O., quindi di una qualità ottenuta a volte con meriti discutibili, innescando ulteriori situazioni di conflitto.

Diamo i numeri: la Direzione ha ricevuto richiesta di costituzione di 140 nuclei tematici e l’attivazione di 80 posizioni organizzative (quelle in scadenza sono 77) mentre i coordinamenti fissi o variabili, singoli o doppi dovrebbero essere una novantina; quindi a conti fatti ci sarebbero una trentina di “funzioni” in più. Il perché non è così chiaro; con la nostra critica non intendiamo  mettere in discussione l’istituto della  P.O. in quanto tale, né ostacolare in alcun modo le legittime aspirazioni individuali, chiediamo però che queste siano contestuali al tessuto organizzativo e non, come dicevamo prima, guadagnate solo o soprattutto per meriti vassallatici nei confronti del proprio capo e reiterate nel tempo in una sorta di perenne e molto spesso ingiustificato vitalizio.

Detto in altre parole, quello che ci sembra decisamente anacronistico in tutta questa operazione è che, anziché creare prima un nuovo modello di organizzazione e a seguito di questa scelta valutare dove e di quali “figure cuscinetto” ci sia bisogno, si sia invece scelto il percorso inverso: “abbiamo queste P.O e/o questi coordinatori, quindi gli dobbiamo creare il nucleo intorno”. A nostro giudizio, per seguire le solite logiche, si sta perdendo l’occasione per dare finalmente a questo povero ente tormentato un assetto organizzativo razionale e stabile.

Su questo argomento registriamo che nei giorni scorsi su intranet è apparsa la notizia che la pubblicazione dei bandi per le P.O. hanno subito una battuta di arresto. Auspicheremmo che la causa fosse un ripensamento generale, ma siamo certi non sia così.

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DECRETO DI COSTITUZIONE DELLA STRUTTURA TECNICA PERMANENTE

Nella valanga che ci ha investito nelle ultime settimane di decreti, revisione di decreti, circolari, linee guida e quant’altro, ha attirato la nostra attenzione il DDG n. 115 con il quale viene costituita la Struttura tecnica permanente che dovrebbe funzionare da tramite tra ufficio di Direzione e l’Organismo Indipendente di valutazione  per l’attuazione di quanto previsto dal decreto “Brunetta” (D.lgs 150/2009) in materia di valutazione della performance e della relativa applicazione del sistema di incentivazione che tutti conoscono con la formula “25-50-25%”.  
Nella riunione del 28 u.s. abbiamo chiesto chiarimenti in tal senso, sapendo che esiste un accordo del 2 febbraio 2011 tra Governo e OO.SS. (ratificato con D.lgs 141/2011) che sospende gli effetti della “Brunetta” in funzione del fatto che le retribuzioni sono bloccate dal mancato rinnovo dei contratti (almeno fino alla fine del 2014….!).
Ci è stato risposto che il sistema di valutazione va adeguato ai dettami legislativi, ma che gli effetti sul sistema incentivante previsto dal decreto Brunetta sono sospesi per le ragioni di cui sopra, meno che per i dirigenti.
Resta il fatto che la decurtazione teorica degli incentivi può essere operata solo in caso di valutazione sotto la soglia della sufficienza (com’è sempre avvenuto fino ad ora). 


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MUSEO DELL’AMBIENTE: CONSIDERAZIONI SULLE NOTIZIE APPARSE IN CRONACA IN QUESTI GIORNI

È solo di qualche giorno fa la notizia riportata sulle pagine cittadine di Torino dei principali quotidiani di un rimpallo di accuse tra il Direttore (ormai divenuto ex) del suddetto museo, Carlo Degiacomi e l’assessore all’Ambiente del Comune di Torino Enzo Lavolta.

Senza entrare nel merito segnaliamo semplicemente che i due si sono rinfacciati vicendevolmente il fatto di aver favorito assunzioni di personale “consigliato” dall’alto, nonché il conferimento di incarichi di consulenza a persone di famiglia.
Come dicevamo l’esito di questo battibecco sono state le dimissioni/licenziamento di Degiacomi.

La cosa non ci stupisce, la cronaca ci ha purtroppo abituati a notizie di questo tipo, e ciò che in un paese normale dovrebbe costituire un’eccezione, ormai, da noi, in quasi tutte le ramificazioni della Pubblica Amministrazione sembra essere assunta come prassi consolidata.

Il nesso con ARPA sta nel fatto che in questi anni, e anche recentissimamente, sono stati conferiti a quest’Associazione parecchie decine di migliaia di euro di finanziamento per la fornitura di “servizi a carattere divulgativo” (Arpa è anche socio del Museo e per questo versa annualmente una quota associativa).

Nessuno mette in discussione l’utilità ed il lustro dei progetti messi in piedi con questa o con altre entità; forse, e su questo citiamo un nostro collega, solitamente bene informato, “sarebbe opportuno che Arpa sospendesse il cospicuo finanziamento al Museo finché non saranno date garanzie solide di trasparenza gestionale”.

Noi aggiungiamo che, in alternativa, si potrebbero individuare soluzioni interne per indirizzare meglio le risorse per il raggiungimento, magari anche più efficace, di determinati obiettivi divulgativi.

Ma noi, si sa, siamo demagogici e pretestuosi scollegati dalla realtà, quindi questo appello lo rivolgiamo a qualche entità extra terrestre, le uniche in grado di cambiare il corso delle cose.  



INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DI ARPA PUGLIA


Sul blog, subito sotto questo post, trovate la riproduzione integrale di un’intervista al Direttore di Arpa Puglia, apparso su di un settimanale qualche giorno fa dal titolo “Vietato indagare sui veleni”.



5 dicembre 2013


Redatto a cura del
Coordinamento FSI – USAE
   Arpa Piemonte

vietato indagare sui veleni