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TAVOLO TECNICO….ULTIME NOTIZIE!
NUCLEI TEMATICI
Lo sappiamo, ne avete le scatole piene di resoconti e
commenti sui tavoli tecnici che si sono conclusi con l’ultima seduta svoltasi
il 28 novembre; non rinunciamo comunque a darvi una nostra visione, volutamente tardiva, dei fatti.
Abbiamo sin dall’inizio ribadito e rivendicato il nostro dissenso rispetto al metodo; come
sapete, da un certo punto in poi, poiché tutto questo ci sembrava semplicemente
una perdita di tempo non abbiamo più contribuito alla discussione, limitandoci
ad acquisire informazioni.
Che questa operazione sia irrazionale non lo diciamo
solo noi: più o meno, anche le altre
organizzazioni presenti al Tavolo hanno espresso dubbi sulla transitorietà di
questo processo che ci farà vivere in un interregno che durerà almeno fino alla
fine del 2014.
Abbiamo preferito non avallare questo rimescolamento
di carte, e questo è anche il motivo per il quale, pur condividendone le
conclusioni, non abbiamo sottoscritto il comunicato unitario della RSU uscito
lo scorso 25 novembre.
I nodi che intravvediamo sono principalmente legati
alla creazione dei cosiddetti nuclei tematici sui quali, onestamente, non ci
sentiamo di esprimere giudizi aprioristici, se non fosse per il fatto che a coordinare
questi nuclei verranno chiamate figure direttive del comparto dotate di
posizione organizzativa o indennità di coordinamento.
Queste le
nostre considerazioni finali:
La strutturazione in Nuclei tematici prevede che
questi vengano organizzati con dei referenti al vertice che, assumendo
responsabilità di tipo gestionale e dotati di specifiche attribuzioni in
materia di sicurezza (preposto), organizzazione del lavoro, supporto nella
valutazione del personale, supporto nella gestione del lavoro, costituiranno
una variante non trascurabile nei rapporti tra i componenti del gruppo di
lavoro.
Siamo convinti che si creeranno dinamiche di
conflitto, non possiamo non chiederci quanto potranno contribuire a migliorare
un clima interno già deteriorato di suo, visto che le P.O. erano, sono e
saranno figure scelte esclusivamente con potere discrezionale dal dirigente il
quale, scaricando buona parte delle proprie responsabilità su questi “caporali”
(pagati nella maggior parte dei casi 3.000 euro lordi all’anno) si scrollerà di
dosso il lavoro più fastidioso, che è quello appunto di organizzare, pensare
alla sicurezza e valutare i colleghi.
Altro aspetto non trascurabile è quello secondo il
quale colleghi dotati di posizione gerarchica ed esperienza superiori
si troverebbero ad essere potenzialmente diretti da altri, investiti della P.O., quindi di una qualità
ottenuta a volte con meriti discutibili, innescando ulteriori situazioni di
conflitto.
Diamo i numeri: la Direzione ha ricevuto richiesta di
costituzione di 140 nuclei tematici e l’attivazione di 80 posizioni
organizzative (quelle in scadenza sono 77) mentre i coordinamenti fissi o
variabili, singoli o doppi dovrebbero essere una novantina; quindi a conti
fatti ci sarebbero una trentina di “funzioni” in più. Il perché non è così
chiaro; con la nostra critica non intendiamo
mettere in discussione l’istituto della
P.O. in quanto tale, né ostacolare in alcun modo le legittime
aspirazioni individuali, chiediamo però che queste siano contestuali al tessuto
organizzativo e non, come dicevamo prima, guadagnate solo o soprattutto per
meriti vassallatici nei confronti del proprio capo e reiterate nel tempo in una
sorta di perenne e molto spesso ingiustificato vitalizio.
Detto in altre parole, quello che ci sembra decisamente
anacronistico in tutta questa operazione è che, anziché creare prima un nuovo
modello di organizzazione e a seguito di questa scelta valutare dove e di quali
“figure cuscinetto” ci sia bisogno, si sia invece scelto il percorso inverso:
“abbiamo queste P.O e/o questi coordinatori, quindi gli dobbiamo creare il
nucleo intorno”. A nostro giudizio, per seguire le solite logiche, si sta
perdendo l’occasione per dare finalmente a questo povero ente tormentato un
assetto organizzativo razionale e stabile.
Su questo argomento registriamo che nei giorni scorsi
su intranet è apparsa la notizia che la pubblicazione dei bandi per le P.O.
hanno subito una battuta di arresto. Auspicheremmo che la causa fosse un
ripensamento generale, ma siamo certi non sia così.
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DECRETO DI COSTITUZIONE DELLA STRUTTURA TECNICA
PERMANENTE
Nella valanga che ci ha investito nelle ultime
settimane di decreti, revisione di decreti, circolari, linee guida e
quant’altro, ha attirato la nostra attenzione il DDG n. 115 con il quale viene
costituita la Struttura tecnica permanente che dovrebbe funzionare da tramite
tra ufficio di Direzione e l’Organismo Indipendente di valutazione per l’attuazione di quanto previsto dal
decreto “Brunetta” (D.lgs 150/2009) in materia di valutazione della performance
e della relativa applicazione del sistema di incentivazione che tutti conoscono
con la formula “25-50-25%”.
Nella riunione del 28 u.s. abbiamo chiesto
chiarimenti in tal senso, sapendo che esiste un accordo del 2 febbraio 2011 tra
Governo e OO.SS. (ratificato con D.lgs 141/2011) che sospende gli effetti della
“Brunetta” in funzione del fatto che le retribuzioni sono bloccate dal mancato
rinnovo dei contratti (almeno fino alla fine del 2014….!).
Ci è stato risposto che il sistema di valutazione va
adeguato ai dettami legislativi, ma che gli effetti sul sistema incentivante
previsto dal decreto Brunetta sono sospesi per le ragioni di cui sopra, meno
che per i dirigenti.
Resta il fatto che la decurtazione teorica degli
incentivi può essere operata solo in caso di valutazione sotto la soglia della
sufficienza (com’è sempre avvenuto fino ad ora).
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MUSEO
DELL’AMBIENTE: CONSIDERAZIONI SULLE NOTIZIE APPARSE IN CRONACA IN QUESTI GIORNI
È solo di qualche giorno fa la notizia riportata
sulle pagine cittadine di Torino dei principali quotidiani di un rimpallo di
accuse tra il Direttore (ormai divenuto ex) del suddetto museo, Carlo Degiacomi
e l’assessore all’Ambiente del Comune di Torino Enzo Lavolta.
Senza entrare nel merito segnaliamo semplicemente che
i due si sono rinfacciati vicendevolmente il fatto di aver favorito assunzioni
di personale “consigliato” dall’alto, nonché il conferimento di incarichi di
consulenza a persone di famiglia.
Come dicevamo l’esito di questo battibecco sono state
le dimissioni/licenziamento di Degiacomi.
La cosa non ci stupisce, la cronaca ci ha purtroppo
abituati a notizie di questo tipo, e ciò che in un paese normale dovrebbe
costituire un’eccezione, ormai, da noi, in quasi tutte le ramificazioni della
Pubblica Amministrazione sembra essere assunta come prassi consolidata.
Il nesso con ARPA sta nel fatto che in questi anni, e
anche recentissimamente, sono stati conferiti a quest’Associazione parecchie
decine di migliaia di euro di finanziamento per la fornitura di “servizi a
carattere divulgativo” (Arpa è anche socio del Museo e per questo versa
annualmente una quota associativa).
Nessuno mette in discussione l’utilità ed il lustro
dei progetti messi in piedi con questa o con altre entità; forse, e su questo
citiamo un nostro collega, solitamente bene informato, “sarebbe opportuno che Arpa
sospendesse il cospicuo finanziamento al Museo finché non saranno date garanzie
solide di trasparenza gestionale”.
Noi aggiungiamo che, in alternativa, si potrebbero
individuare soluzioni interne per indirizzare meglio le risorse per il
raggiungimento, magari anche più efficace, di determinati obiettivi
divulgativi.
Ma noi, si sa, siamo demagogici e pretestuosi
scollegati dalla realtà, quindi questo appello lo rivolgiamo a qualche entità
extra terrestre, le uniche in grado di cambiare il corso delle cose.
INTERVISTA AL DIRETTORE GENERALE DI ARPA PUGLIA
Sul blog, subito sotto questo post, trovate la
riproduzione integrale di un’intervista al Direttore di Arpa Puglia, apparso su
di un settimanale qualche giorno fa dal titolo “Vietato indagare sui veleni”.
5 dicembre 2013
Redatto a cura del
Coordinamento FSI – USAE
Arpa Piemonte
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