Torino, 30 novembre 2014
Come sapete il 1° dicembre si svolge lo sciopero indetto dalla
CISL per tutto il pubblico impiego, mentre il 12 ci sarà quello generale di
CGIL e UIL.
NOI NON ADERIAMO né
ad uno né all’altro, le ragioni generali le spiega benissimo la Segreteria nazionale nel comunicato qui sotto riportato,
che vi invitiamo a leggere e nel quale ci riconosciamo.
Per quel che concerne lo stato di agitazione indetto dalla
RSU a maggioranza, al quale FSI ha aderito, uno sciopero avrebbe anche potuto
starci e per un po’, noi di FSI, ci abbiamo anche pensato a cogliere questa
occasione per aderire personalmente, lasciando libertà di adesione a tutti
coloro che si sentono colpiti, danneggiati e offesi dalla scempio che l’Amministrazione sta
compiendo ai danni dell’Agenzia e soprattutto dei suoi lavoratori.
Ma, c’è un MA troppo grande, che impedisce ai componenti ARPA di FSI di aderire, anche
solo personalmente, ad uno sciopero nel
quale è coinvolta la UIL, la quale non ha votato lo stato di agitazione avallando
e fiancheggiato la Direzione nel suo disegno di smembramento dell’Agenzia.
Ora che il confronto, grazie alle iniziative messe in atto dalla
maggioranza RSU ed alla quale si sono sottratte CISL e UIL, si sta spostando
verso livelli più alti, ovvero la Regione, la UIL aziendale sta cercando di dissimulare le proprie
gravissime responsabilità pronta a riposizionarsi per cercare di limitare i
danni; discorso simile si può fare per la CISL.
Per questi motivi non intendiamo, in questa circostanza, in nessun
modo essere associati a sindacati totalmente asserviti alle logiche di un
potere aziendale scadente e virtualmente decaduto.
Nell’ambito dello stato di agitazione dichiarato dalla maggioranza
RSU a breve metteremo in campo altre iniziative, certamente efficaci, che
avranno il merito di non farci correre il rischio di essere confusi con i
complici di questa riorganizzazione senza capo e senza coda.
redatto a cura del Coordinamento FSI-ARPA PIEMONTE
sabato 29 novembre
2014
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QUANDO LE CINGHIE NON TRASMETTONO PIÙ !
Lunedi prossimo, il 1° dicembre, va in onda lo sciopero delle categorie del pubblico impiego della Cisl e di alcune altre organizzazioni sindacali subalterne (organizzazioni cioè che non si sono mai misurate con uno sciopero indetto autonomamente); il 12 dicembre, invece, c’è lo sciopero generale indetto dalla CGIL e dalla UIL a cui - anche in questo caso – si accodano altre organizzazioni subalterne. Noi non aderiamo a nessuna delle due iniziative !!! Ed il perché è presto detto.
Le due iniziative, lungi dall’essere finalizzate ad un preciso obiettivo
in favore dei lavoratori, hanno una forte connotazione politica di
rivendicazione di un ruolo di interlocuzione privilegiata con il Governo e
con le forze parlamentari che per loro, in questo momento, è venuto meno.
Appoggiare queste iniziative oggi sarebbe quindi come riconoscere una subalternità sindacale, politica ed organizzativa della propria organizzazione nei confronti della triplice e lavorare per ricostruire e riconsegnare alla triplice, su di un piatto d’argento, quella cinghia di trasmissione politica (che oggi invece parrebbe essersi sfilacciata) ed il ruolo di interlocutrici privilegiate che - in ordine sparso e fra uno sgambetto ed una gomitata – CGIL, CISL e UIL rivendicano. Noi, anche se siamo meno forti della triplice, non siamo subalterni ad alcuno e quindi non appoggiamo ne ora, ne mai, delle iniziative che non hanno alcuna utilità vera e diretta per i lavoratori. "Lo sciopero è uno strumento importantissimo ed è un sacrificio per i lavoratori che perdono una giornata di lavoro, quindi va usato avendo questa consapevolezza" … "va usato con obiettivi precisi"… "lo sciopero contro la crisi ho impressione sia uno strumento spuntato" ha detto la leader della Cisl al videoforum di Repubblica Tv, contestando la linea di Cgil e Uil di proclamare lo sciopero generale. Ma lo sciopero per il pubblico impiego di lunedì 1 dicembre della CISL ( che a quanto si legge su alcuni quotidiani sembra aver provocato alcuni mal di pancia all’interno della stessa confederazione) ha lo stesso inconfessato obiettivo. Certo non è da gioire se governo e parlamento restringono i diritti dei lavoratori ed aumentano le tasse, ma non è rafforzando il potere della triplice che si portano risultati ai lavoratori. Ricordiamo che quando il Governo Monti ha smesso di convocare gli autonomi a Palazzo Chigi loro non hanno speso una parola a tale proposito. Tranne che per il fatto che tutti rivendichiamo, oggi, la riapertura dei contratti (ma con la differenza che questa rivendicazione noi la facciamo ininterrottamente dal 2010 e lo sciopero lo abbiamo fatto in tempi non sospetti), abbiamo obiettivi, strategie e progetti diversi: noi vogliamo il bene dei lavoratori, loro il cordone ombelicale che si è strappato. E’ assai differente. Il Segretario Generale |
domenica 30 novembre 2014
FSI – LE DUE RAGIONI DI UN NON SCIOPERO
lunedì 3 novembre 2014
IL VENTO DEL CAMBIAMENTO......CI STA PORTANDO VIA!!!
Come sapete il giorno 30 ottobre è uscita la “newsletter” della Direzione
che aggiorna sullo stato dell’arte in materia di riorganizzazione dei laboratori;
pochi hanno notato che a margine di questa lettera sono pubblicate due
presentazioni, una sullo stato dei laboratori e sulla loro evoluzione secondo le linee previste dal DDG
76 e una sul rendiconto 2013; ma il pezzo forte è costituito dal primo allegato che contiene le
determinazioni del Comitato regionale di indirizzo e la relativa lettera di accompagnamento
della Regione, a firma Valmaggia (assessore all'ambiente) che recependole, di
fatto approva la contrazione del sistema laboratoristico, riducendo però
l’attuazione del programma da tre ad un anno e dando anche preciso mandato
all’Arpa di:
- progettare un laboratorio unico regionale;
- rivedere la struttura organizzativa mediante aggregazione di sedi e funzioni;
- ridurre le sedi dipartimentali.
Chiunque può comprendere come la
situazione stia precipitando in maniera esponenziale rispetto al recente
passato, il passato al quale ci riferiamo è quello della gestione Robotto,
iniziata con i decreti di riorganizzazione del settembre 2013, superati in
corso d’opera e rivisti con il modello proposto con DDG 76/2014, ormai reso
carta straccia dalle richieste della Regione di cui sopra.
Non è una novità, avevamo sempre
denunciato gli sprechi di Arpa e come fosse necessario un uso migliore delle
risorse in luogo delle duplicazioni di funzioni e strutture.
Il continuo cambio di passo da 10
anni a questa parte ci ha portati all’attuale caos organizzativo, detto ciò, di
una cosa dobbiamo onestamente dare atto all’Amministrazione,
ovvero che nonostante tutto è riuscita a tenere i conti in ordine.
La domanda quindi sorge
spontanea: cosa c’è dietro a questo attacco ad Arpa?
La Regione, dall’alto dei
suoi 7/8 miliardi di deficit accumulato in un ventennio di amministrazioni
rosse, blu, con le mutande verdi, viene a fare le pulci all’unico Ente il cui bilancio è in pareggio.
Se anche ci chiudesse totalmente risparmierebbe
“solo” 63 milioni, che rappresentano meno dell’1% del baratro presente.
La risposta ce la diamo da noi stessi: oggi che è scoppiato lo scandalo dei bilanci falsi dell’Ente Regione, Arpa deve svolgere l’ingrato ruolo di foglia di fico di una Regione che si è dimostrata nelle gestioni passate una voragine di sprechi e di malgoverno.
E così i costi sono tutti addossati
ai lavoratori Arpa che dovranno sobbarcarsi trasferimenti, cambi di funzione, e
chissà cos’altro dovremo aspettarci da frasi del tipo “aggregazione delle attuali articolazioni sia sulla base del
territorio di riferimento che delle funzioni svolte”.
Principali responsabili di questa
situazione sono i diversi direttori che si sono succeduti negli anni, che non
hanno saputo creare un’immagine di autorevolezza e terzietà, ma soprattutto di efficienza
organizzativa; l’Ing. Robotto ha completato l’opera, prima proponendo un piano
assurdo ma efficace sul piano della comunicazione per compiacere i referenti
politici precedenti, peggiorandolo con la nuova Giunta per accreditarsi come amministratore oculato e più realista del Re,
ma così facendo ha ineluttabilmente fatto diventare Arpa l’agnello scarificale utile a salvare la
faccia di fronte ad un’opinione pubblica disinformata, nell’interesse di
determinati circoli privilegiati. (non è un caso che negli articoli della
stampa locale Arpa sia stata costantemente citata come Ente che deve fare la
“cura dimagrante”).
Complici di questo disastro sono CISL
e UIL che hanno nei fatti avvallato il delirio nel quale ci siamo imbattuti e
che, con accondiscendente servaggio, hanno dato veste ideologica a questo
atteggiamento evocando immagini suggestive quali “vento del cambiamento” o “il
coraggio di cambiare”.
Adesso queste mosche cocchiere,
sempre pronte a saltare sul carro più utile a trasportarle verso i loro
interessi, saranno contente di questo bel risultato.
Infatti, già si fanno avanti con dichiarazioni di
disponibilità al dialogo per poter spolpare quel poco che è rimasto, formulando frasi sibilline come “risorse da
investire nei fondi contrattuali del salario accessorio”, immaginiamo
riferendosi al “milione” ancora in ballo dei fondi dirigenziali, o di qualche
beneficio a vantaggio dei soliti pochi che si rendono disponibili a quest’azione
di autentico sciacallaggio a spese dei lavoratori onesti e fuori da certe
cricche cortigiane.
Detto questo e visto quanto riportato dalla lettera del Comitato Regionale di Indirizzo che esautora la Direzione, Arpa risulta nei fatti commissariata, noi riteniamo che qualcuno dovrebbe trarne le dovute conseguenze.
A breve verranno pubblicate le
conclusioni e le iniziative della RSU.
NOVITA’:
Da oggi ci potete seguire
su Twitter al nostro account @ControinfArpa
AGGIUNGETECI AI VOSTRI FOLLOWING!!
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