lunedì 2 maggio 2016

Riforma Madia: non c'è tempo da perdere (per tutelare i nostri salari)

La stampa ha dato notizia proprio il giorno della festa del lavoro dei "nuovi" intendimenti del ministro Madia.

Vi mancava la pagella del Liceo, o meglio, ritenevate che quella valutazione che ogni anno ricevevate stancamente, a fotocopia, dal vostro rispettabilissimo dirigente, fosse una strasfigurazione
della pagella di vostro figlio ? 

La notizia è che le valutazioni, prima o poi (ma oggi i tempi decisionali sembrano essere molto più contratti rispetto al recente passato) incideranno sul nostro salario accessorio. La strada tracciata da Brunetta è continuata dall'attuale Governo anche in virtù di un forte consenso sociale che vede il lavoro pubblico come inefficiente o al più mal organizzato.

Ben presto il nostro salario accessorio risentirà pesantemente delle valutazioni annuali sulla produttività, e comunque sarà interpretata questa riforma, inciderà sicuramente nelle nostre tasche (almeno in quelle del 75% dei dipendenti).

L'altra novità degli intendimenti della Madia è il sostanziale atto di sfiducia negli attuali dirigenti pubblici per cui si accentra di fatto il metodo e il controllo sulle valutazioni. 

In definitiva lo scenario nazionale chiama in causa i principi cardine di un'azione sindacale moderna e coraggiosa quale vuole essere quella del FSI.

Si può ancora rincorrere la chimera del dare tutto a tutti come sostiene gran parte del sindacato dentro e fuori la nostra realtà ?

Si può ancora dedicare tempo ed energia ad evitare di togliere a qualcuno piccoli benefit, secondo noi su basi profondamente discrezionali, quando tra qualche mese o anno una dirigenza - quale che sia (speriamo non più nominata) - sarà chiamata a decidere a chi non dare più gli incentivi di produttività?

In questi giorni come FSI abbiamo avanzato una proposta alla RSU che, pur essendo accolta positivamente da quasi tutte le sigle, ha comunque registrato delle perplessità e dei distinguo su disponibilità di risorse per tutti e modalità di assegnazione. E qui i tempi "nuovi" del decisionismo governativo si scontrano con logiche di sigla e liturgie del passato che rischiano di farci perdere l'ultimo treno per salvaguardare il salario della maggior parte dei lavoratori di Arpa.

In altre realtà, non troppo distanti, il sindacato ha accettato di uscire dalla logica dell'elargizione a pioggia individuando un percorso di negoziazione non facile e non scevro da critiche da parte della platea degli esclusi.

Abbiamo condiviso con tutti i nostri calcoli e le nostre valutazioni perché ci sta a cuore il futuro dei lavoratori.

Ma ci sono forze interne che ci vogliono costringere ad un altro mondo, logiche perverse che sovvertono valori oramai accettati dall'intero mondo del lavoro. E qui vogliamo aggiornarvi sul tavolo tecnico degli incarichi di funzione. 

E' evidente il tentativo - questa volta della controparte, perché l'intera RSU ha condiviso una strategia comune - di venir meno a due principi cardini dell'istituto contrattuale:
- il primo è il tentativo di riduzione quasi allo zero dei criteri oggettivi di valutazione dei candidati (sintetizzata plasticamente dall'affermazione "io sono un dirigente, pagato per decidere non per le tabelline a punti");
-il secondo di arrampicarsi su qualsiasi parete per giustificare incarichi ad personam anche quando le funzioni non sono più oggettivamente individuabili nel nuovo assetto organizzativo.

E' questa una mentalità che non vuole vedere la realtà e il futuro che gli attende: tutelare i pochi diritti acquisiti dei loro prescelti, quando, un domani, saranno chiamati a decisioni ben più diffcili come scontentare la maggioranza dei propri dipendenti. Questo è quanto emerge dalle notizie sul questo pezzo della riforma Madia.
 
FSI  non accetta di percorrere strade oramai impercorribili. Abbiamo proposto nuovi percorsi, rimane da capire chi intende seguirci, ma non attenderemo inermi la catastrofe.

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