….ed è proprio
uno scherzo, o meglio una pantomima quella che è andata in scena l’8 febbraio
durante l’incontro con l’Amministrazione e richiesto dall’attuale maggioranza Rsu
(Cgil, Cisl E Uil) in merito al bando di
mobilità interna 1/2016 di prossima uscita.
Ecco i fatti.
Come tutti sanno
il processo di riorganizzazione dell’Arpa ha previsto la chiusura dei
laboratori di Omegna, Vercelli, La
Loggia e Asti e la concentrazione di tutte le attività
laboratoristiche a Novara, Grugliasco, Alessandria e Cuneo.
Tutti ricorderete
le aspre critiche sul Piano di Riorganizzazione piovute sull’Amministrazione negli
ultimi anni da parte di alcuni sindacati (Cgil, USB e FSI).
Ora, poiché nelle
sedi dismesse non ci sono più i laboratori ma ci sono i tecnici mentre nelle
nuove sedi ci sono i laboratori ma non i tecnici
nasce ovviamente l’esigenza di spostare questi ultimi nelle nuove sedi
laboratoristiche.
L’amministrazione
ha ribadito in diverse occasioni che non sarebbe ricorsa alla mobilità d’ufficio e quindi nessuno dei
lavoratori dei laboratori chiusi sarebbe in via teorica obbligato a lasciare la
propria sede di lavoro qualora optasse verso
la possibilità di riconvertirsi in altre attività dipartimentali, proprio come
successo ai colleghi di Ivrea.
Unica eccezione
sono i lavoratori di la Loggia
la cui sede verrà chiusa con uno spostamento inevitabile del personale.
L’8 maggio del
2015 l’Amministrazione bandisce una “ricerca di professionalità” e lo fa ai
sensi della determina 761 che stabilisce di concedere un contributo economico
agli aderenti al bando in relazione alla distanza dall’abitazione al nuovo
luogo di lavoro
Il 30 settembre
2015 nell’atto n. 115 del Direttore generale,
che stabilisce i criteri di accesso al “cofinanziamento dei titoli di viaggio”, vengono fissate le varie modalità
di accesso al beneficio, ossia coloro che acquistano un abbonamento ai trasporti
pubblici vengono cofinanziati in misure variabili che vanno da un minimo del 25
ad un massimo del 60%, mentre coloro che aderiscono al bando di mobilità dalle sedi
di lavoro in chiusura verso le nuove strutture di laboratorio possono accedere ad un finanziamento
privilegiato del 90%, per due anni e senza neanche il comprovato acquisto di un
titolo di viaggio.
Per inciso, in
passato tale misura in casi assimilabili non era stata prevista; salta agli occhi
come questa soluzione sia dunque foriera di macroscopiche sperequazioni! (vedasi
la chiusura del laboratorio di Torino e lo spostamento a Grugliasco dei
lavoratori, così come il trasferimento di tutti gli uffici non dipartimentali
nella nuova sede di via Pio VII) .
Basterebbe già
questo per definire paradossale ed illecita tale decisione ma, come se non
bastasse, a fronte del nuovo bando di mobilità trasmesso in bozza alle OO.SS. ed
alla RSU, durante l’incontro i componenti sindacali CGIL sono arrivati a
formulare le seguenti proposte:
- raddoppio a quattro anni del summenzionato benefit del 90 %
- possibilità di cambiare idea sino a sei mesi dopo il trasferimento, qualora le mansioni svolte nella nuova sede non dovessero risultare gradite
oltre
addirittura, udite udite…
- una fascia in più (quindi fissa e definitiva sino alla pensione) ai mobilitati, il tutto sotto la voce-paravento “tutela dei lavoratori in condizione di disagio”.
Per essere
ULTERIORMENTE chiari, diciamo ANCHE che gli spostamenti di personale all’interno
della stessa Struttura (quali ora sono gli ambiti dei quattro Dipartimenti
territoriali) e all’interno dei 50
km per legge NON si configurano come mobilità. Parlare ora di bandi di
mobilità, incentivazioni economiche agli spostamenti volontari ecc. rappresenta
quindi una sovrastruttura che fa comodo SOPRATTUTTO ALL’AMMINISTRAZIONE che,
con una “mancetta”, tenta di comperarsi la complicità di qualche lavoratore
disposto ad aderire al bando RISOLVENDO COSÌ LE ASSURDE SITUAZIONI generate da
questa riorganizzazione improvvisata.
L’altra faccia
della medaglia in questa penosa vicenda è rappresentata dalla CGIL che per anni
ha, insieme a FSI e USB, giustamente contestato
la riorganizzazione, mentre oggi cerca di alzare la posta sui benefit illegittimi
di cui sopra a favore di pochi lavoratori confermando, a distanza di poche settimane
dall’accordo sui residui dei fondi, la
propria attitudine a favorire minoranze di potenziali simpatizzanti, tradendo così
la visione d’insieme del problema smembramento dell’Agenzia e quindi
l’interesse comune.
In sostanza,
quella che si sta delineando è una situazione in cui si contemperano le
esigenze dell’Amministrazione, che con un escamotage riesce a farsi togliere le
castagne dal fuoco dagli stessi lavoratori, e quelle di certi sindacati che
provano a frenare l’emorragia di consenso facendo apparire mirabolanti
conquiste sindacali.
Il carnevale
ormai è finito, GIU’ LA
MASCHERA!!!
Redatto a cura
del Coordinamento FSI
11.02.2016
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