giovedì 11 febbraio 2016

A carnevale ogni scherzo vale….




….ed è proprio uno scherzo, o meglio una pantomima quella che è andata in scena l’8 febbraio durante l’incontro con l’Amministrazione e richiesto dall’attuale maggioranza Rsu (Cgil, Cisl E Uil) in merito al  bando di mobilità interna 1/2016 di prossima uscita.

Ecco i fatti.

Come tutti sanno il processo di riorganizzazione dell’Arpa ha previsto la chiusura dei laboratori di Omegna, Vercelli, La Loggia e Asti e la concentrazione di tutte le attività laboratoristiche a Novara, Grugliasco, Alessandria e Cuneo.

Tutti ricorderete le aspre critiche sul Piano di Riorganizzazione piovute sull’Amministrazione negli ultimi anni da parte di alcuni sindacati (Cgil, USB e FSI).

Ora, poiché nelle sedi dismesse non ci sono più i laboratori ma ci sono i tecnici mentre nelle nuove sedi ci sono i laboratori ma non i tecnici nasce ovviamente l’esigenza di spostare questi ultimi nelle nuove sedi laboratoristiche.

L’amministrazione ha ribadito in diverse occasioni che non sarebbe ricorsa alla mobilità d’ufficio e quindi nessuno dei lavoratori dei laboratori chiusi sarebbe in via teorica obbligato a lasciare la propria sede di lavoro qualora  optasse verso la possibilità di riconvertirsi in altre attività dipartimentali, proprio come successo ai colleghi di Ivrea.
Unica eccezione sono i lavoratori di la Loggia la cui sede verrà chiusa con uno spostamento inevitabile del personale.

L’8 maggio del 2015 l’Amministrazione bandisce una “ricerca di professionalità” e lo fa ai sensi della determina 761 che stabilisce di concedere un contributo economico agli aderenti al bando in relazione alla distanza dall’abitazione al nuovo luogo di lavoro

Il 30 settembre 2015 nell’atto n. 115 del Direttore generale,  che stabilisce i criteri di accesso al “cofinanziamento dei titoli di viaggio”, vengono fissate le varie modalità di accesso al beneficio, ossia coloro che acquistano un abbonamento ai trasporti pubblici vengono cofinanziati in misure variabili che vanno da un minimo del 25 ad un massimo del 60%, mentre coloro che aderiscono al bando di mobilità dalle sedi di lavoro in chiusura verso le nuove strutture di laboratorio  possono accedere ad un finanziamento privilegiato del 90%, per due anni e senza neanche il comprovato acquisto di un titolo di viaggio.

Per inciso, in passato tale misura in casi assimilabili non era stata prevista; salta agli occhi come questa soluzione sia dunque foriera di macroscopiche sperequazioni! (vedasi la chiusura del laboratorio di Torino e lo spostamento a Grugliasco dei lavoratori, così come il trasferimento di tutti gli uffici non dipartimentali nella nuova sede di via Pio VII) .
Basterebbe già questo per definire paradossale ed illecita tale decisione ma, come se non bastasse, a fronte del nuovo bando di mobilità trasmesso in bozza alle OO.SS. ed alla RSU, durante l’incontro i componenti sindacali CGIL sono arrivati a formulare le seguenti proposte:

  • raddoppio a quattro anni del summenzionato benefit del 90 %
  • possibilità di cambiare idea sino a sei mesi dopo il trasferimento, qualora le mansioni svolte nella nuova sede non dovessero risultare gradite

oltre addirittura, udite udite…

  • una fascia in più (quindi fissa e definitiva sino alla pensione) ai mobilitati, il tutto sotto la voce-paravento “tutela dei lavoratori in condizione di disagio”.

Per essere ULTERIORMENTE  chiari, diciamo ANCHE  che gli spostamenti di personale all’interno della stessa Struttura (quali ora sono gli ambiti dei quattro Dipartimenti territoriali) e all’interno dei 50 km per legge NON si configurano come mobilità. Parlare ora di bandi di mobilità, incentivazioni economiche agli spostamenti volontari ecc. rappresenta quindi una sovrastruttura che fa comodo SOPRATTUTTO ALL’AMMINISTRAZIONE che, con una “mancetta”, tenta di comperarsi la complicità di qualche lavoratore disposto ad aderire al bando RISOLVENDO COSÌ LE ASSURDE SITUAZIONI generate da questa  riorganizzazione improvvisata.

L’altra faccia della medaglia in questa penosa vicenda è rappresentata dalla CGIL che per anni ha, insieme a FSI e USB,  giustamente contestato la riorganizzazione, mentre oggi cerca di alzare la posta sui benefit illegittimi di cui sopra a favore di pochi lavoratori  confermando, a distanza di poche settimane dall’accordo sui residui dei fondi,  la propria attitudine a favorire minoranze di potenziali simpatizzanti, tradendo così la visione d’insieme del problema smembramento dell’Agenzia e quindi l’interesse comune.
In sostanza, quella che si sta delineando è una situazione in cui si contemperano le esigenze dell’Amministrazione, che con un escamotage riesce a farsi togliere le castagne dal fuoco dagli stessi lavoratori, e quelle di certi sindacati che provano a frenare l’emorragia di consenso facendo apparire mirabolanti conquiste sindacali.

Il carnevale ormai è finito, GIU’ LA MASCHERA!!!   

Redatto a cura del Coordinamento FSI

11.02.2016

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