giovedì 10 dicembre 2015

Il clima impazzito


Alla Conferenza sul clima  di Parigi che si tiene in questi giorni si cerca un accordo quasi disperato per contenere i cambiamenti climatici. È un sovrapporsi di tavoli bilaterali, di alleanze, di accordi ripescati tra paesi sviluppati ed in via di sviluppo. Si gioca il futuro dei nostri nipoti ma sul nostro sito istituzionale nessun cenno se non un link ad un'altra agenzia regionale. Basso profilo, noncuranza, sciatteria? Vi mettiamo in fondo alcune risorse per seguire in diretta le ultime ore di Parigi. In compenso non si respira una buona aria in Piemonte e i nostri dirigenti sui media ripetono la solita ricetta da anni che ormai conoscono anche i bambini e i pediatri. Quello che colpisce è l'incoerenza tra quanto predicato e quanto fatto in luminosi anni di carriera. I risultati sono davanti a tutti noi.
I tavoli tecnici cui ha partecipato FSI in questi giorni sono di un altro livello ma in un certo senso si possono assimilare.

Telelavoro, potenziale soluzione per ridurre spostamenti inutili e CO2.

I nostri dirigenti non sono nativi digitali, comprendiamo certi limiti, basterebbe che si consultassero con figli e nipoti avvezzi all'uso di qualsiasi metodica di lavoro remoto. Le loro lacune peggiori però sono riconducibili alla scarsa conoscenza del diritto e dell'italiano. Il ché è molto peggio!
Ieri è stata convocata la Commissione sul telelavoro e abbiamo scoperto l'ultimo stadio dell'evoluzione del dirigente Arpa: homo stultus. Come altrimenti definire coloro che scrivono nelle motivazioni di due righe (alla faccia del parere motivato!) che una mansione non è "remotabile" salvo poi essere smentiti dopo pochi mesi dal dirigente subentrante?

O peggio, come si è osato in due righe bocciare una richiesta, motivandola ugualmente poco, ma contravvenendo al regolamento (art. 8) che chiede di dare informazione alla Commissione e preparare un progetto alternativo per il lavoratore?

Da questo punto di vista il clima è impazzito anche da noi, con particolare evidenza a Cuneo dove gli atti arroganti sono la norma. Ci batteremo per la riapertura dei bandi per i diritti dei lavoratori e per evitare magre figure ai dirigenti interessati.

Sempre a Cuneo assistiamo al fenomeno della decuplicazione delle telecamere interne di videosorveglianza (sarà sempre colpa del clima questa volta interno?) che ammontano a ben 21 (più 15 esterne) posizionate in tutti i corridoi della sede con un monitoraggio integrale dei movimenti dei dipendenti, che rischiano di vedersi redarguiti per tutte le volte che si recano in bagno nel caso la frequenza risultasse eccessiva agli standard fissati dall’Autorità Superiore….se Orwell scrivesse oggi il suo celebre “1984” verrebbe sopravanzato nelle sua fantasia dalla realtà che si riscontra nella sede di Cuneo!

Battute a parte, il numero e la posizione di questi strumenti è oggetto di approfondimento circa eventuali violazioni rispetto alle più recenti disposizioni del Garante per la protezione dei dati personali, non solo in virtù del posizionamento ma anche in materia di utilizzo e trattamento del materiale video raccolto.

Tra il numero di telecamere installate a Cuneo e quello delle altre sedi c’è una sproporzione macroscopica della quale qualcuno prima o poi dovrà rendere conto:

Cuneo 36
Alessandria 7
Omegna 9
Novara 0
Torino 2 (disattivate)
(fonte Dipartimento Affari Amministrativi e Personale) 

 Fondi residui.

Nella medesima giornata si è svolto il primo incontro con la direzione, ma la discussione si è fermata sul metodo di calcolo dei fondi.
Dibattito non molto distante, passateci la metafora, su quanto è cambiato il clima del nostro pianeta.

Leggendo capirete perché: insieme ad altre sigle abbiamo constatato che in altre aziende sanitarie non si applica sui fondi che fanno capo a voci stipendiali “fisse e ricorrenti” (per intenderci le fasce economiche) la riduzione del 4,8% previsto dal D.L. 78/2010. Questa scoperta, dimostrata da altre sigle, ha bloccato la discussione sulla modalità di distribuzione dei residui. In sintesi il rischio è che per effetto delle dinamiche di contrazione del finanziamento, nel tempo, si possa perdere la copertura finanziaria per il pagamento delle fasce economiche.

Dopo lunga discussione si è giunti alla conclusione che è necessario un approfondimento (anche da parte nostra) per rivedere i criteri fin qui applicati, almeno per quanto riguarda i fondi 2014.
Il tavolo si riconvocherà la settimana prossima.

Per chi volesse seguire le ultime ore della 

Conferenza di Parigi suggeriamo alcuni link


Italian Climate Network http://www.italiaclima.org

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