martedì 15 dicembre 2015

LETTERA APERTA ALLA RSU DAI RAPPRESENTANTI FSI



Venerdì 11 dicembre si è svolta la prima riunione di RSU a composizione ridotta dopo le 7 defezioni (8 con le recenti dimissioni della subentrante a Roberto Riggio) dei rappresentanti CGIL registrate da giugno fino ad oggi.

Il 1° ottobre la componente FSI aziendale era uscita con una nota con la quale dichiarava la propria disponibilità a far proseguire, responsabilmente, l’esperienza di questa RSU nata da pochi mesi, allo scopo di evitare che tutto il lavoro delle elezioni venisse vanificato in un arco di tempo così breve; tutto ciò pur comprendendo le motivazioni che avevano portato una vasta area della CGIL ad operare quella scelta così radicale.

Fatta questa premessa, dobbiamo dire che se il metodo di lavoro di questa RSU ridimensionata è quello che abbiamo osservato in questa prima riunione noi non ci stiamo, e diciamo subito perché.

In una riunione durata più di tre ore e mezza, dove si sarebbe dovuto discutere di temi di fondamentale importanza per i lavoratori, quali i criteri di distribuzione dei residui fondi economici,  le problematiche legate al telelavoro e la possibile evoluzione dei buoni pasto (ticket), abbiamo trascorso ben due ore e mezza a discutere sui criteri di  partecipazione ai tavoli di trattativa dei componenti RSU appartenenti alle organizzazioni sindacali cosiddette “non maggiormente rappresentative” poiché non firmatarie di contratto al livello nazionale.

Nei rimanenti tre quarti d’ora abbiamo liquidato le materie di cui in premessa (senza peraltro decidere nulla di concreto) con buona parte dei partecipanti alla riunione che nel frattempo si erano dileguati “poiché si era fatto tardi ed avevano altri impegni”; da notare che erano i medesimi componenti (riapparsi miracolosamente venerdì dopo mesi e mesi di sistematica diserzione) che avevano trascorso le due ore e mezzo precedenti cavillando e discettando al solo scopo di imporre una sorta di regolamento di conti nei confronti dell’unico componente RSU oggetto della discussione.

L’unico concetto, infatti, espresso chiaramente e ribadito più volte nel corso della riunione è stato quello secondo cui “l’aria è cambiata e l’asse della RSU si è spostato”.

Se queste sono le premesse ed il metodo questa RSU, per quel che riguarda FSI, può morire anche subito.

Non siamo interessati a portare acqua a chi persegue obbiettivi che non sono il funzionamento della RSU come organo unitario e collegiale.

FSI può fare a meno di tutto e seguire la propria strada.

Quindi constatate le vere finalità di alcuni componenti di questa RSU, lo diciamo chiaro ai lavoratori, noi di FSI stiamo valutando  scelte che avremmo voluto evitare.

Viviamo momenti di grandi problematiche scaturite dalla riorganizzazione, tutt’ora “in divenire” del nostro Ente; ci sono i temi ai quali abbiamo accennato che richiedono massima concentrazione e dedizione.
Preferiamo farlo da soli senza perdere altro tempo.

Gli altri, se ci riescono, continuino pure a discutere per ore se e come ammettere alla rappresentanza in nome della RSU un componente nei confronti del quale noi non avevamo alcuna preclusione e per il quale potevamo continuare ad applicare le regole che la RSU si era data da almeno 8 anni a questa parte.

 
Nico De Leonardis
Michele Lattanzio
Carlo Maggiore
Anna Maria Scibelli

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