Informativa congiunta FIALS - FSI
Lunedì 21 si è svolto il tavolo tecnico per la definizione dei criteri
distributivi dei fondi economici risultanti dall’avanzo 2010-2014.
Riprendiamo direttamente dal verbale della riunione la calendarizzazione
della distribuzione dei fondi.
“Il 70%
dei residui (circa 490.000 euro) e cioè la quota del fondo produttività che
verrebbe corrisposta comunque, qualsiasi sia la valutazione del lavoratore,
verrà erogato entro il prossimo febbraio, ripartito in funzione di categoria di
appartenenza e presenza in servizio durante l'anno 2015.
Il
restante 30% (circa 210.000 euro) verrà corrisposto insieme al saldo
produttività 2015, il prossimo mese di maggio. Questa quota verrà ripartita in
parti uguali, e cioè senza commisurarla alla categoria di appartenenza.
Per le
annualità dal 2015 in
poi, salvo diverso e successivo accordo, gli avanzi del fondo produttività
verranno erogati nel mese di novembre dell'anno successivo alla chiusura della
contabilità (e cioè, per il 2015, nel novembre 2016), ripartiti in parti uguali
in funzione della valutazione dell'anno a cui si riferiscono.”
FIALS e FSI però hanno già manifestato, in primo luogo, il fatto che
l’Amministrazione pretende di ribaltare tout-court quelle somme sugli incentivi
2015 senza che venga applicata proporzionalità all’effettiva presenza in
servizio nel quinquennio in questione. Per intenderci: se un collega in quegli
anni era assente, a qualsiasi titolo, percepirebbe in toto la quota parte
incentivi grazie all’unico requisito richiesto che è essere presenti e in ruolo
nel 2015.
Ricordiamo che nell’accordo siglato il 16 luglio 2013 la formula utilizzata
per la distribuzione dei fondi era: ”in
misura pari alla quota annua di incentivazione a saldo della produttività individuale
astrattamente prevista per la categoria di appartenenza…e proporzionale
all’effettiva presenza in servizio nel periodo 2002-2009…”.
A casa nostra questo si chiama due pesi e due misure e rappresenta un
pericoloso precedente per future e più eque redistribuzioni economiche.
FIALS e FSI a queste condizioni, pur condividendo i criteri generali di
corresponsione, mettono una seria ipoteca sulla possibilità di firmare questo accordo.
Noi chiederemo il ripristino di questa misura di buon senso.
Ciò che gli altri
sindacati omettono……..
Nell’enfasi trionfalistica dell’accordo raggiunto, gli altri sindacati si
guardano bene dal dire che i percettori del cosiddetto “Bonus Renzi”, con
un imponibile superiore a 23.300
verranno progressivamente penalizzati fino addirittura al paradosso che
potrebbero trovarsi nella condizione di un conguaglio negativo, quindi di
debito nei confronti dello Stato.
Tutto questo avviene in virtù del
fatto che gli incentivi sono tassati contribuendo quindi ad aumentare la retribuzione
lorda in base alla quale si corrisponde il “Bonus”.
La responsabilità di questa situazione (anche se parzialmente, visto che il
Bonus Renzi è stato introdotto nel 2014) è da ascriversi all’Amministrazione
che ha trascinato fino alla fine del 2015 la trattativa su questi residui. Per
i percettori di questo bonus quindi, di fatto, nella migliore delle ipotesi,
non ci saranno benefici.
È nostra intenzione verificare forme di tutela nei confronti di questi
lavoratori, che già svantaggiati tanto da godere del bonus, non si vedano
penalizzati da una manovra spacciata per difensiva delle classi più deboli, ma
in realtà iniqua e potenzialmente dannosa.
Per il Coordinamento Per il
Coordinamento
aziendale di FIALS Aziendale di FSI
aziendale di FIALS Aziendale di FSI
Federica Aglietta Michele Lattanzio
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