mercoledì 23 dicembre 2015

incontro del 21 dicembre 2015 sulla distribuzione fondi



Informativa congiunta FIALS - FSI

 


Lunedì 21 si è svolto il tavolo tecnico per la definizione dei criteri distributivi dei fondi economici risultanti dall’avanzo 2010-2014.
Riprendiamo direttamente dal verbale della riunione la calendarizzazione della distribuzione dei fondi.
“Il 70% dei residui (circa 490.000 euro) e cioè la quota del fondo produttività che verrebbe corrisposta comunque, qualsiasi sia la valutazione del lavoratore, verrà erogato entro il prossimo febbraio, ripartito in funzione di categoria di appartenenza e presenza in servizio durante l'anno 2015.
Il restante 30% (circa 210.000 euro) verrà corrisposto insieme al saldo produttività 2015, il prossimo mese di maggio. Questa quota verrà ripartita in parti uguali, e cioè senza commisurarla alla categoria di appartenenza.
Per le annualità dal 2015 in poi, salvo diverso e successivo accordo, gli avanzi del fondo produttività verranno erogati nel mese di novembre dell'anno successivo alla chiusura della contabilità (e cioè, per il 2015, nel novembre 2016), ripartiti in parti uguali in funzione della valutazione dell'anno a cui si riferiscono.”
FIALS e FSI però hanno già manifestato, in primo luogo, il fatto che l’Amministrazione pretende di ribaltare tout-court quelle somme sugli incentivi 2015 senza che venga applicata proporzionalità all’effettiva presenza in servizio nel quinquennio in questione. Per intenderci: se un collega in quegli anni era assente, a qualsiasi titolo, percepirebbe in toto la quota parte incentivi grazie all’unico requisito richiesto che è essere presenti e in ruolo nel 2015.
Ricordiamo che nell’accordo siglato il 16 luglio 2013 la formula utilizzata per la distribuzione dei fondi era: ”in misura pari alla quota annua di incentivazione a saldo della produttività individuale astrattamente prevista per la categoria di appartenenza…e proporzionale all’effettiva presenza in servizio nel periodo 2002-2009…”.
A casa nostra questo si chiama due pesi e due misure e rappresenta un pericoloso precedente per future e più eque redistribuzioni economiche.
FIALS e FSI a queste condizioni, pur condividendo i criteri generali di corresponsione, mettono una seria ipoteca sulla possibilità di  firmare questo accordo.
Noi chiederemo il ripristino di questa misura di buon senso.
Ciò che gli altri sindacati omettono……..
Nell’enfasi trionfalistica dell’accordo raggiunto, gli altri sindacati si guardano bene dal dire che i percettori del cosiddetto “Bonus Renzi”, con un imponibile superiore a  23.300 verranno progressivamente penalizzati fino addirittura al paradosso che potrebbero trovarsi nella condizione di un conguaglio negativo, quindi di debito nei confronti dello Stato.
Tutto questo avviene in virtù del fatto che gli incentivi sono tassati contribuendo quindi ad aumentare la retribuzione lorda in base alla quale si corrisponde il “Bonus”.
La responsabilità di questa situazione (anche se parzialmente, visto che il Bonus Renzi è stato introdotto nel 2014) è da ascriversi all’Amministrazione che ha trascinato fino alla fine del 2015 la trattativa su questi residui. Per i percettori di questo bonus quindi, di fatto, nella migliore delle ipotesi, non ci saranno benefici.
È nostra intenzione verificare forme di tutela nei confronti di questi lavoratori, che già svantaggiati tanto da godere del bonus, non si vedano penalizzati da una manovra spacciata per difensiva delle classi più deboli, ma in realtà iniqua e potenzialmente dannosa.



Per il Coordinamento                                                            Per il Coordinamento 
aziendale di FIALS                                                                Aziendale di FSI
                    

Federica Aglietta                                                                     Michele Lattanzio

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